image/svg+xml
Logo Tom's Hardware
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Tom's Hardware Logo
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Forum
  • Sconti & Coupon
Sconti & Coupon

Novità!

Prova la nuova modalità di navigazione con le storie!

Accedi a Xenforo
Immagine di L'espansione dell'universo sta rallentando? L'espansione dell'universo sta rallentando?...
Immagine di Nanotech potenzia farmaco anticancro di 20.000 volte Nanotech potenzia farmaco anticancro di 20.000 volte...

Capire nel rumore? È il cervello, non l’orecchio

Uno studio dimostra che l'intelligenza influenza la capacità di comprendere il parlato in ambienti rumorosi, mettendo in luce il ruolo del cervello.

Advertisement

Quando acquisti tramite i link sul nostro sito, potremmo guadagnare una commissione di affiliazione. Scopri di più
Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor

Pubblicato il 30/10/2025 alle 08:25

La notizia in un minuto

  • La difficoltà a comprendere conversazioni in ambienti rumorosi non dipende dall'udito ma da come il cervello elabora le informazioni sonore
  • Lo studio ha rivelato una correlazione diretta tra abilità cognitive e capacità di ascolto selettivo in contesti acusticamente complessi, trasversalmente a individui con autismo, sindrome feto-alcolica e neurotipici
  • L'ascolto efficace richiede molteplici processi cerebrali come separare flussi sonori, sopprimere rumori concorrenti e decodificare il linguaggio, suggerendo interventi mirati per chi è neurodivergente
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

Se avete difficoltà a seguire una conversazione in un ristorante affollato o in un ambiente rumoroso, non è detto che il problema risieda nelle vostre orecchie. Un nuovo studio condotto presso l'Università di Washington suggerisce che la capacità di comprendere il parlato in condizioni acusticamente complesse dipenda in larga misura da come il cervello elabora le informazioni sonore, piuttosto che dalla funzionalità dell'udito. La ricerca, pubblicata sulla rivista PLOS One, ha esaminato le prestazioni di ascolto di persone con autismo, sindrome feto-alcolica e individui neurotipici, scoprendo che tutte mostravano capacità uditive normali, eppure le loro performance variavano significativamente.

L'elemento chiave emerso dallo studio è la correlazione tra abilità cognitive e comprensione del parlato in ambienti rumorosi. Bonnie Lau, ricercatrice presso il dipartimento di otorinolaringoiatria dell'ateneo americano e responsabile del laboratorio che studia lo sviluppo cerebrale uditivo, ha spiegato che questa relazione si è manifestata trasversalmente in tutti e tre i gruppi esaminati, superando le distinzioni diagnostiche. Il dato suggerisce che l'intelligenza rappresenti uno dei fattori determinanti nell'efficacia dell'ascolto in contesti sonori complessi come aule scolastiche o incontri sociali.

Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno arruolato partecipanti con caratteristiche neurodivergenti specifiche. Sia le persone con autismo che quelle con sindrome feto-alcolica sono note per sperimentare difficoltà nell'ascolto selettivo nonostante un udito perfettamente funzionante. Questo approccio ha permesso di analizzare un ventaglio più ampio di quozienti intellettivi, includendo punteggi superiori alla media, cosa che non sarebbe stata possibile limitandosi a individui neurotipici. Il campione totale comprendeva 12 persone con autismo, 10 con sindrome feto-alcolica e 27 individui neurotipici, con età comprese tra i 13 e i 47 anni.

L'intelligenza determina quanto bene comprendiamo le parole nel rumore

Il protocollo sperimentale prevedeva innanzitutto uno screening audiologico per confermare la normalità dell'udito. Successivamente, i partecipanti affrontavano un test computerizzato particolarmente sfidante: dovevano concentrarsi sulla voce principale di un parlante maschile mentre altre due voci pronunciavano simultaneamente comandi diversi sullo sfondo. Ogni comando includeva un nominativo, un colore e un numero, del tipo "Pronto, Aquila, vai al verde cinque adesso". Il compito consisteva nel selezionare la casella colorata e numerata corrispondente all'istruzione del parlante principale, mentre le voci di disturbo aumentavano progressivamente di volume.

I risultati hanno rivelato una connessione inequivocabile tra capacità intellettive e prestazioni nell'ascolto. Dopo aver completato test standardizzati che misuravano abilità verbali, non verbali e ragionamento percettivo, tutti i partecipanti mostravano una correlazione significativa tra questi punteggi e la soglia di percezione del parlato nel test multivoce. Come sottolineato dalla stessa Lau, l'ascolto efficace in ambienti complessi richiede molteplici processi cerebrali: bisogna separare i diversi flussi di parlato, identificare e concentrarsi sulla persona di interesse, sopprimere le caratteristiche del rumore concorrente, e poi comprendere il messaggio dal punto di vista linguistico.

Tutto questo implica la decodifica di ogni fonema, il riconoscimento di sillabe e parole, oltre a competenze semantiche e sociali che aumentano il carico cognitivo della comunicazione in presenza di disturbi acustici. La ricerca smonta quindi un equivoco diffuso: non è necessario soffrire di perdita uditiva periferica per avere difficoltà a seguire una conversazione in un ambiente rumoroso. Chi è neurodivergente o presenta abilità cognitive inferiori potrebbe trarre beneficio da interventi mirati sull'ambiente di ascolto, come il posizionamento più vicino alla fonte sonora nelle aule scolastiche o l'utilizzo di strumenti di assistenza uditiva.

Nonostante il campione ridotto di meno di cinquanta partecipanti suggerisca la necessità di replicare lo studio su gruppi più ampi, i risultati aprono nuove prospettive sulla comprensione delle difficoltà comunicative. La ricerca è stata condotta presso il Virginia Merrill Bloedel Hearing Research Center dell'Università di Washington, con la collaborazione di esperti provenienti dal Centro Autismo, dall'Istituto per l'Apprendimento e le Scienze del Cervello e da diversi dipartimenti specializzati, oltre al contributo dell'Università del Michigan. Questa scoperta potrebbe modificare l'approccio diagnostico e terapeutico verso chi lamenta problemi di comprensione in ambienti rumorosi, spostando l'attenzione dalla funzionalità dell'orecchio alle strategie di elaborazione cerebrale del suono.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

Leggi altri articoli

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite . Vuoi accedere?

Invia

Per commentare come utente ospite, clicca triangoli

Cliccati: 0 /

Reset

Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.

Segui questa discussione
Advertisement

Non perdere gli ultimi aggiornamenti

Newsletter Telegram

I più letti di oggi


  • #1
    Tornano le ricariche gratis per chi compra Tesla
  • #2
    Luminosità e contrasto: la "terza via" per un televisore ideale
  • #3
    In calo da ottobre, ora questo SSD a 35€ è più interessante che mai
  • #4
    ASUS ROG NUC 2025, potenza desktop in formato mini | Test & Recensione
  • #5
    Huawei lancia nuovi PC con CPU e OS cinesi proprietari
  • #6
    Un raggio di luce può violare la terza legge di Newton
Articolo 1 di 5
Nanotech potenzia farmaco anticancro di 20.000 volte
Ricercatori della Northwestern University hanno sviluppato una nuova formulazione del chemioterapico 5-fluorouracile che migliora efficacia e riduce tossicità.
Immagine di Nanotech potenzia farmaco anticancro di 20.000 volte
1
Leggi questo articolo
Articolo 2 di 5
L'espansione dell'universo sta rallentando?
Un team sudcoreano sostiene che l'universo avrebbe iniziato a decelerare 1,5 miliardi di anni fa, mettendo in discussione l'energia oscura e le teorie attuali.
Immagine di L'espansione dell'universo sta rallentando?
Leggi questo articolo
Articolo 3 di 5
Turbolenza: risolto un enigma che durava da 70 anni
Risolto un enigma nella fisica dei fluidi: la teoria di Kolmogorov sulla turbolenza si applica anche ai flussi di Taylor-Couette.
Immagine di Turbolenza: risolto un enigma che durava da 70 anni
Leggi questo articolo
Articolo 4 di 5
Superconduttività: ora il computer quantistico fa sul serio
Un computer quantistico di Quantinuum ha simulato per la prima volta la formazione di coppie di fermioni, fenomeno chiave della superconduttività.
Immagine di Superconduttività: ora il computer quantistico fa sul serio
Leggi questo articolo
Articolo 5 di 5
Perplexity si prepara a rivoluzionare Snapchat per sempre
Snap integra Perplexity AI in Snapchat con un accordo da 400 milioni di dollari. La collaborazione segna una svolta verso la distribuzione di agenti AI.
Immagine di Perplexity si prepara a rivoluzionare Snapchat per sempre
Leggi questo articolo
Advertisement
Advertisement

Advertisement

Footer
Tom's Hardware Logo

 
Contatti
  • Contattaci
  • Feed RSS
Legale
  • Chi siamo
  • Privacy
  • Cookie
  • Affiliazione Commerciale
Altri link
  • Forum
Il Network 3Labs Network Logo
  • Tom's Hardware
  • SpazioGames
  • CulturaPop
  • Data4Biz
  • TechRadar
  • SosHomeGarden
  • Aibay

Tom's Hardware - Testata giornalistica associata all'USPI Unione Stampa Periodica Italiana, registrata presso il Tribunale di Milano, nr. 285 del 9/9/2013 - Direttore: Andrea Ferrario

3LABS S.R.L. • Via Pietro Paleocapa 1 - Milano (MI) 20121
CF/P.IVA: 04146420965 - REA: MI - 1729249 - Capitale Sociale: 10.000 euro

© 2025 3Labs Srl. Tutti i diritti riservati.