Quasi la metà dei pazienti affetti da depressione maggiore nel Regno Unito ottiene benefici limitati dai trattamenti farmacologici standard, una statistica che evidenzia l'urgenza di sviluppare strategie terapeutiche alternative. In questo contesto si inserisce una nuova meta-analisi condotta dall'Università di Birmingham, che ha esaminato il potenziale del protossido di azoto come opzione terapeutica rapida per chi soffre di depressione resistente ai trattamenti convenzionali. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica eBioMedicine il 30 novembre, rappresenta la più ampia sintesi delle evidenze cliniche disponibili sull'uso di questo gas anestetico nel trattamento dei disturbi depressivi maggiori.
Il team di ricerca, composto da scienziati dell'Università di Birmingham, dell'Università di Oxford e della Birmingham and Solihull Mental Health NHS Foundation Trust, ha analizzato sette trial clinici e quattro protocolli di studio condotti da gruppi di ricerca in diverse parti del mondo. L'obiettivo era valutare l'efficacia del protossido di azoto (N₂O), comunemente noto come "gas esilarante" e ampiamente utilizzato in ambito medico come analgesico, nel trattamento della depressione maggiore, della depressione resistente al trattamento e della depressione bipolare.
I risultati dell'analisi hanno mostrato che una singola seduta di inalazione di protossido di azoto alla concentrazione del 50% produce riduzioni rapide e clinicamente significative dei sintomi depressivi entro 24 ore dalla somministrazione. Tuttavia, questi miglioramenti tendono a non persistere oltre una settimana quando il trattamento viene somministrato una sola volta. Al contrario, quando i pazienti ricevono dosi ripetute nel corso di diverse settimane, i benefici si mantengono per periodi più prolungati, suggerendo che un ciclo di trattamenti multipli, piuttosto che una dose singola, potrebbe essere necessario per sostenere un miglioramento clinico duraturo.
Il meccanismo d'azione del protossido di azoto sembra coinvolgere i recettori del glutammato, in modo simile alla ketamina, un altro antidepressivo ad azione rapida già oggetto di intense ricerche cliniche. Questa interazione con le vie del glutammato potrebbe spiegare i miglioramenti relativamente veloci dell'umore osservati poco dopo l'inalazione del gas. Il glutammato è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale e la sua disregolazione è stata associata a diverse patologie psichiatriche, inclusa la depressione maggiore.
Kiranpreet Gill, dottoranda presso l'Università di Birmingham finanziata dal Medical Research Council e prima autrice dello studio, ha sottolineato l'importanza di questi risultati per una popolazione clinica che ha spesso perso la speranza di recupero. "La depressione è una malattia debilitante, resa ancora più grave dal fatto che gli antidepressivi non producono differenze significative per quasi la metà di tutti i pazienti diagnosticati", ha spiegato Gill. "Le nostre analisi mostrano che il protossido di azoto potrebbe far parte di una nuova generazione di trattamenti ad azione rapida per la depressione, fornendo una base per futuri trial che indaghino strategie di dosaggio ripetute e attentamente gestite".
Per quanto riguarda il profilo di sicurezza, i ricercatori hanno rilevato che alcuni partecipanti agli studi hanno sperimentato effetti collaterali come nausea, vertigini e mal di testa, ma questi disturbi si sono rivelati di breve durata e si sono risolti spontaneamente senza necessità di intervento medico. Le dosi più elevate alla concentrazione del 50% sono state associate a una maggiore probabilità di manifestazione di questi effetti collaterali, ma nessuno degli studi ha identificato problemi immediati di sicurezza. Tuttavia, gli autori sottolineano che la sicurezza a lungo termine deve ancora essere chiarita attraverso studi futuri che includano periodi di follow-up più estesi.
Il professor Steven Marwaha dell'Università di Birmingham, psichiatra consulente onorario presso la Birmingham and Solihull Mental Health Foundation Trust e autore senior dello studio, ha definito questi risultati "una pietra miliare significativa" nella comprensione del potenziale del protossido di azoto come opzione terapeutica aggiuntiva. "Questi risultati evidenziano l'urgente necessità di nuovi trattamenti che possano integrare i percorsi di cura esistenti", ha dichiarato Marwaha, sottolineando che sono necessarie ulteriori evidenze per comprendere come questo approccio possa supportare al meglio le persone che vivono con depressione grave.
La meta-analisi ha evidenziato anche alcune limitazioni metodologiche: il numero relativamente ridotto di trial clinici disponibili ha portato a differenze notevoli nel modo in cui i sintomi depressivi sono stati misurati e riportati, così come nei tempi delle valutazioni di follow-up. Gli autori riconoscono che ulteriori ricerche sono essenziali per identificare il regime di dosaggio più efficace e per determinare come incorporare al meglio il protossido di azoto nei percorsi terapeutici esistenti.
Lo studio è stato condotto dai ricercatori del Mental Health Mission Midlands Translational Centre, guidato dall'Università di Birmingham e finanziato dal National Institute for Health and Care Research attraverso il NIHR Oxford Biomedical Research Centre. Il centro si concentra sul miglioramento delle opzioni terapeutiche per la depressione resistente al trattamento nelle comunità caratterizzate da alta diversità e deprivazione socioeconomica, con l'obiettivo di accelerare lo sviluppo e l'implementazione di trattamenti innovativi basati sull'evidenza che possano sia migliorare gli esiti clinici che ridurre le disuguaglianze nell'assistenza alla salute mentale.
Questo lavoro si collega inoltre alle iniziative in corso presso la Birmingham Clinic for Advanced Mood Disorder Management (CALM), dove trattamenti avanzati basati sull'evidenza come la ketamina e la neuromodulazione vengono già forniti a persone con depressione grave o resistente al trattamento. Sulla base di questo percorso traslazionale che porta le scoperte dalla ricerca alla pratica clinica, il team sta ora pianificando il primo trial NHS nel Regno Unito per esaminare se il protossido di azoto possa essere offerto in modo sicuro e accettabile come trattamento per la depressione maggiore. I risultati di questo prossimo trial guideranno le decisioni su come il protossido di azoto potrebbe essere incorporato nei servizi NHS e potrebbero ampliare la gamma di scelte terapeutiche innovative disponibili per i pazienti che non hanno ottenuto un sollievo adeguato dagli approcci standard.