Le aziende che hanno sperimentato la settimana lavorativa di quattro giorni potrebbero aver scoperto qualcosa di rivoluzionario: non solo i dipendenti lavorano meglio, ma stanno anche molto meglio, sia fisicamente che mentalmente. Questo modello, che fino a pochi anni fa sembrava utopico, si sta rivelando tutt'altro che irrealizzabile, con benefici concreti che vanno ben oltre la semplice riduzione dell’orario. La pandemia di Covid-19 ha accelerato una trasformazione del mondo del lavoro che molti consideravano impossibile, aprendo la strada a esperimenti che stanno ridefinendo il concetto stesso di produttività.
Un esperimento su scala globale
La ricerca condotta da Wen Fan del Boston College ha analizzato i dati provenienti da 141 aziende distribuite tra Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Canada e Irlanda. Tutte hanno partecipato a un programma pilota coordinato dall’organizzazione no-profit 4 Day Week Global, che ha coinvolto quasi 3000 dipendenti nell’arco di sei mesi.
Il confronto è stato effettuato con i lavoratori di 12 aziende che avevano inizialmente considerato di aderire al programma, per poi rinunciare. Questo ha permesso di ottenere un quadro comparativo prezioso per valutare l’impatto reale della riduzione dell’orario lavorativo.
Preparazione strategica prima del cambiamento
Prima dell’avvio della sperimentazione, le aziende hanno dedicato due mesi alla riorganizzazione dei processi. Con il supporto di consulenti esterni, hanno eliminato le inefficienze più evidenti - come riunioni superflue - e ottimizzato i flussi di lavoro per massimizzare la produttività.
Questa fase preparatoria si è rivelata fondamentale per il successo dell’iniziativa, dimostrando che il passaggio a un modello più compatto richiede una pianificazione attenta e una revisione delle modalità operative.
Risultati sorprendenti sul benessere dei lavoratori
I risultati hanno superato le aspettative più ottimistiche. I dipendenti delle aziende che hanno adottato la settimana corta hanno riportato minori livelli di burnout e maggiore soddisfazione lavorativa. Ma i benefici non si sono limitati all’ambito professionale: è migliorata anche la salute generale, sia mentale che fisica.
Particolarmente significativi i miglioramenti nella qualità del sonno e nella riduzione della fatica cronica. I lavoratori hanno inoltre dichiarato di sentirsi più competenti ed efficienti, smentendo i timori di un possibile calo delle performance.
L'effetto sorpresa: meno stress, non di più
Una delle preoccupazioni principali era legata alla possibile intensificazione del lavoro: l’idea che concentrare cinque giorni in quattro potesse aumentare lo stress. “Molte persone temevano che dover completare tutto il lavoro in quattro giorni invece di cinque potesse elevare i livelli di stress”, spiega Fan. “Ma abbiamo scoperto l’esatto opposto: una volta ridotte le ore, i lavoratori si sentono meglio, e questo migliora il loro benessere”.
I benefici sono stati osservati trasversalmente, indipendentemente da età, genere o modalità di lavoro (in presenza o da remoto). Tuttavia, i supervisori hanno riportato un miglioramento del benessere più marcato rispetto ai loro subordinati, suggerendo che la posizione gerarchica possa influenzare la percezione dei vantaggi.
Dubbi e prospettive future
Lonnie Golden, della Pennsylvania State University, ha sollevato alcune questioni metodologiche. Secondo l’esperto, non è chiaro se i miglioramenti siano attribuibili alla riduzione dell’orario in sé o alle ottimizzazioni organizzative attuate nella fase preparatoria, come l’eliminazione delle riunioni inutili.
“Se le persone dicono che il loro benessere è migliorato, quanto di questo dipende dal fatto che l’azienda li tratta meglio? Che si fida di loro, che li libera da un giorno di pendolarismo o permette di concatenare più giorni liberi?”, si interroga Golden. Una distinzione che resta aperta e merita ulteriori approfondimenti.
Nonostante i dubbi, i numeri parlano chiaro: oltre il 90% delle aziende che hanno sperimentato la settimana lavorativa corta ha deciso di mantenerla anche dopo il programma pilota. Un dato che lascia intuire vantaggi concreti e misurabili, almeno per chi ha vissuto direttamente questa trasformazione.