Quando pensiamo ai Grandi Laghi americani raramente immaginiamo che questi colossi d’acqua dolce stiano vivendo una trasformazione climatica senza precedenti. Una nuova ricerca dell’Università del Michigan rivela che dal 1998 in poi gli eventi termici estremi sono aumentati di oltre il 100%, cambiando radicalmente il comportamento di questi ecosistemi. Analizzando dati risalenti al 1940, gli studiosi hanno individuato un punto di svolta coinciso con l’El Niño del 1997-1998, tra i più intensi mai registrati.
Un modello rivoluzionario per giganti d’acqua dolce
Studiare i Grandi Laghi richiede un approccio unico: i modelli tradizionali per laghi minori non sono sufficienti. Ayumi Fujisaki-Manome, ricercatrice della School for Environment and Sustainability, sottolinea che si è dovuto ricorrere a tecniche derivate dall’oceanografia costiera. Il sistema interconnesso dei cinque laghi contiene oltre un quinto dell’acqua dolce superficiale mondiale e ha una linea costiera paragonabile a quella dell’intera costa atlantica statunitense. Per questo, Hazem Abdelhady ha adattato modelli marini per renderli applicabili a questi bacini.
L’escalation degli eventi termici estremi mette in pericolo la pesca, che vale più di 7 miliardi di dollari l’anno tra attività tribali, ricreative e commerciali. Se gli adulti possono spostarsi in cerca di acque più adatte, le uova sono estremamente vulnerabili ai rapidi sbalzi di temperatura. Questo espone l’intero settore a rischi senza precedenti.
Quando il passato incontra il futuro
Un elemento chiave dello studio è stato estendere la ricostruzione storica oltre i 45 anni coperti dai satelliti. I ricercatori hanno validato i modelli fino al 1940, ottenendo una prospettiva climatica di 80 anni. “Siamo riusciti a raddoppiare il periodo storico di osservazione”, spiega Fujisaki-Manome. Per Drew Gronewold, leader del Global Center for Climate Change and Transboundary Waters, questo consente di collegare passato, futuro e aree difficilmente accessibili.
Gli eventi termici alterano i cicli di mescolamento e stratificazione, fondamentali per la qualità dell’acqua potabile e per la salute complessiva dei laghi. La loro interruzione può avere conseguenze profonde ancora poco comprese. Il team, che include anche David Cannon (CIGRL) e Jia Wang (NOAA), sta ora lavorando a previsioni per individuare i prossimi punti di svolta. “Non avevamo previsto quello del 1997: nessuno immaginava un El Niño così forte”, osserva Gronewold.
La ricerca, pubblicata su Communications Earth & Environment con il supporto di National Science Foundation e NOAA, mostra come la collaborazione tra università e agenzie governative possa produrre strumenti preziosi. Il modello sviluppato è già disponibile per altri gruppi di ricerca, aprendo nuove strade per proteggere i Grandi Laghi in un clima che cambia sempre più rapidamente.