Le profondità del Mar Rosso custodiscono un segreto che potrebbe cambiare la nostra comprensione della vita negli ambienti più estremi del pianeta. Un team di ricercatori guidato da Froukje van der Zwan della King Abdullah University of Science and Technology in Arabia Saudita ha scoperto un nuovo tipo di lago sottomarino, caratterizzato da temperature elevate e ricchezza di anidride carbonica, alimentato direttamente dall'attività vulcanica subacquea. Queste formazioni uniche nel loro genere potrebbero ospitare forme di vita mai osservate prima e fornire indizi preziosi su come la vita potrebbe svilupparsi in ambienti alieni estremi.
Laghi salati nel cuore dell'oceano
I brine pools rappresentano uno dei fenomeni naturali più affascinanti degli oceani terrestri. Quando l'acqua ricca di sale e minerali raggiunge una densità superiore a quella circostante, sprofonda verso il fondo marino e, incontrando depressioni naturali, forma veri e propri laghi liquidi distinti dall'acqua sovrastante. Questi ambienti, caratterizzati da bassi livelli di ossigeno e alta concentrazione di minerali specifici, sono già noti per ospitare microrganismi estremofili capaci di prosperare in condizioni che sarebbero letali per la maggior parte delle forme di vita.
La scoperta nel Mar Rosso presenta però caratteristiche del tutto innovative. I ricercatori hanno individuato diversi brine pools nelle vicinanze delle cime dei vulcani sottomarini Hatiba Mons e Mabahiss Mons, situati a più di un chilometro sopra il fondale marino circostante e a cinque chilometri di distanza da qualsiasi deposito minerale che avrebbe potuto aumentare la salinità dell'acqua.
Vita estrema alimentata dal vulcano
L'utilizzo di veicoli robotici per il campionamento ha rivelato che questi laghi salati presentano temperature superiori all'acqua circostante e livelli elevati di elementi metallici come zinco e manganese. La caratteristica più sorprendente è però la ricchezza di gas vulcanici, in particolare anidride carbonica e metano. Come ha spiegato van der Zwan durante la conferenza di geochimica Goldschmidt a Praga, questi gas rimangono intrappolati nella salamoia piuttosto che disperdersi nell'acqua marina, creando una sorta di serbatoio naturale.
Nelle aree circostanti, il team ha identificato numerose sorgenti idrotermali che rilasciano acqua ricca di minerali a temperature di circa 60°C. Questi ambienti estremi ospitano forme di vita straordinarie: tappeti microbici con organismi molto più grandi di qualsiasi altro conosciuto negli ambienti marini, oltre a vermi policheti e anfipodi che hanno sviluppato adattamenti unici per sopravvivere in queste condizioni.
Una finestra sugli oceani extraterrestri
Le implicazioni di questa scoperta vanno ben oltre la biologia marina terrestre. I ricercatori stanno attualmente analizzando i campioni microbici raccolti per comprendere come le forme di vita si adattino a questi ambienti estremi. Le caratteristiche dei brine pools del Mar Rosso potrebbero infatti fornire preziose informazioni su come la vita potrebbe svilupparsi in ambienti alieni simili, come l'oceano salato e ricco di ferro di Europa, una delle lune di Giove.
Su Europa, l'oceano è intrappolato sotto una spessa crosta di ghiaccio, ma se esistesse attività idrotermale simile a quella osservata nel Mar Rosso, si potrebbero creare condizioni paragonabili a quelle dei brine pools ricchi di ferro scoperti dal team di van der Zwan. Questa analogia terrestre potrebbe quindi aiutare gli scienziati a comprendere meglio le possibilità di vita negli oceani extraterrestri.
La ricerca rappresenta un passo significativo nella comprensione degli ecosistemi estremofili e delle loro potenziali applicazioni nell'astrobiologia. Mentre i ricercatori continuano l'analisi dei campioni raccolti, la comunità scientifica attende con interesse i risultati che potrebbero ridefinire i limiti entro cui la vita può prosperare e adattarsi.