3 differenti approcci a Snapdragon 8 Gen 2: gaming phone, flagship classico e Ultra | Analisi

Non tutti gli smartphone con Snapdragon 8 Gen 2 sono (o saranno) uguali, questo è certo! Ecco perché.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Il più recente chip flagship di Qualcomm, lo Snapdragon 8 Gen 2, sarà il cuore pulsante della maggior parte dei prodotti top di gamma che vedremo arrivare sul mercato nostrano nel corso del 2023, salvo rare eccezioni.

Abbiamo già avuto modo di conoscere da vicino tutte le novità del silicio prodotto da TSMC durante lo Snapdragon Summit e ci è stata data la possibilità di stressare il dispositivo reference di Qualcomm prima della fine dello scorso anno sempre durante lo stesso evento.

Tornando però al presente, i primi tre smartphone che montano sotto la scocca tale potente piattaforma sono ormai già passati tra le nostre mani e, essendo tre dispositivi molto diversi, ci hanno permesso di farci una buona idea di come i vari produttori gestiscano il chip in base al dispositivo su cui viene montato. Non tutti gli smartphone con Snapdragon 8 Gen 2 sono (o saranno) uguali, questo è certo!

I tre prodotti da noi presi in considerazione per questa analisi sono:

  • OnePlus 11, appena sbarcato sul mercato internazionale e che rappresenta la categoria dei "flagship classici"
  • Samsung Galaxy S23 Ultra, il top di gamma supremo del brand coreano che rappresenta per noi la categoria dei "flagship ultra"
  • RedMagic 8 Pro, smartphone che ci ha stupito positivamente e che rappresenta in questo scontro a tre i "gaming phone"

La scelta dei suddetti dispositivi è data dalla diversa filosofia che si cela dietro la loro realizzazione e, non meno importante, la differenza di approccio finale alla gestione di potenza e dissipazione del calore.

I benchmark classici mostrano le prime differenze

Per far sgranchire le gambe ai tre sfidanti, li abbiamo sottoposti alla nostra solita suite di benchmark sintetici. Questi test ci aiutano in fase di recensione a comprendere il livello di potenza bruta dei dispositivi che riceviamo in prova ed evidenziare eventuali problemi o carenze.

Partiamo dal presupposto che tutti e tre i dispositivi si posizionano su livelli veramente altissimi. Siamo di fronte a tre degli smartphone Android più potenti sul mercato in questo preciso momento e i numeri lo confermano. Quello che possiamo subito vedere scorrendo velocemente i risultati, tuttavia, è una variazione abbastanza evidente di punteggio tra i tre modelli.

OnePlus 11 in linea generale è lo smartphone che ottiene i punteggi più bassi, sia per quanto riguarda la CPU, ma anche nel test nell'uso dell'intelligenza artificiale AiTuTu e nella GPU. I risultati nel test Geekbench mostrano probabilmente una tendenza a mantenere più bassa la frequenza dei core della CPU rispetto ai due altri smartphone. RedMagic 8 Pro e Galaxy S23 Ultra sono praticamente fianco a fianco in tale benchmark, con il top di gamma coreano in grado di superare il gaming phone grazie alla frequenza più elevata del core prime ARM Cortex-X3 nella versione speciale del SoC da Qualcomm riservata per Samsung (3,36GHz contro 3,19GHz dei chip "standard").

La stessa tendenza è riconfermata dai test sulle GPU eseguito con 3DMark, nel quale Galaxy S23 Ultra domina la classifica grazie a una GPU overcloccata a 719MHz invece dei canonici 680MHz e OnePlus 11 rimane più indietro di RedMagic 8 Pro per via di una tendenza a non spingere il SoC alla massima potenza.

Smartphone Geekbench 5 AnTuTu AiTuTu 3DMark
Single-core Multi-core - - Wild Life Extreme Wild Life Extreme Stress Test Wild Life Wild LifeStress Test
OnePlus 11 1132 4699 1136977 83790 3589(21,50 fps) 3618 - 1505(41,6%) Maxed Out! -
Samsung Galaxy S23 Ultra 1581 5085 1237965 131861 3813(22,80 fps) 3803 - 3165(83,2%) Maxed Out! -
RedMagic 8 Pro (ventola OFF) 1416 5047 1300454 111585 3716(22,30 fps) 3721 - 3656(98,3%) Maxed Out! -

Il cambio di approccio si vede sul lungo periodo

Dove si vedono i diversi approcci che differenziano davvero le tre categorie di top di gamma, però, sono i test di resistenza. Nello stress test di 3DMark, il quale esegue 20 volte di fila senza pause il test normalmente eseguito una singola volta, la variazione di risultato è decisamente massiccia.

OnePlus 11 termina il benchmark con un risultato che è appena il 41,6% del suo massimo potenziale, segno di una tendenza al throttling delle prestazioni dovuto al calore e alla difficoltà nel smaltirlo in modo efficacie. Questo ci fa capire come in un corpo sottile e relativamente compatto non ci sia fisicamente lo spazio per inserire un sistema di dissipazione passiva che permette al SoC di sostenere le proprie performance per un tempo abbastanza prolungato.

Come abbiamo già detto nella recensione di OnePlus 11, lo vogliamo sottolineare per correttezza, lo smartphone non ha mai avuto problemi di surriscaldamento nemmeno con i giochi più pesanti. I benchmark sono pensati per portare all'estremo l'hardware e vederne i limiti però, limiti che si sono palesati in modo più evidente su questo modello.

Ottimo il lavoro svolto da Samsung su Galaxy S23 Ultra, il quale termina il benchmark con un punteggio pari all'83,2% del suo massimo risultato. Non solo lo Snapdragon 8 Gen 2 for Galaxy è quindi leggermente più veloce della concorrenza attuale, ma l'azienda coreana ha fatto un lavoro eccellente nel mantenere tali alte prestazioni a lungo.

Domina il test il gigante pensato per garantire ai gamer la migliore esperienza di gioco che si possa desiderare, anche a costo di sacrificare un po' leggerezza e portabilità in nome di prestazioni massime sempre. Senza nemmeno attivare la ventola per il raffreddamento attivo, RedMagic 8 Pro mantiene in questa prova il 98,3% delle sue prestazioni complessive. In pratica a malapena accusa il colpo.

Dove S23 Ultra arranca in modo anomalo, e sinceramente non ci spieghiamo il motivo, è il benchmark per il Ray Tracing "GPUScore: In Vitro" di Basemark. Avendo tutti e tre i dispositivi la stessa identica GPU (clock a parte) ci aspettavamo risultati comparabili per l'intero trio. Il dispositivo Samsung, testato più volte in condizioni ottimali (da freddo e senza altri test eseguiti precedentemente), rimane stranamente lontano dai sue due avversari che invece sono praticamente equivalenti in questo test.

Gestione del calore

Dato per appurato che quindi la principale differenza tra le tre categorie di flagship che abbiamo identificato è il modo in cui viene smaltito il calore, abbiamo voluto approfondire. Abbiamo sottoposto OnePlus 11, Samsung Galaxy S23 Ultra e RedMagic 8 Pro al benchmark CPU Throttling Test, studiato appositamente per stressare e scaldare i chip con carichi di lavoro surreali ed anomali in modo da osservarne il comportamento.

Come potete vedere dai grafici qui sotto (gli screenshot rappresentano in ordine 5 minuti, 10 minuti, 20 minuti e 30 minuti di test), OnePlus 11 abbassa le proprie prestazioni della CPU tra l'80% e il 90% dopo solamente 30 secondi. Si mantiene poi su questo livello fino allo scoccare del decimo minuto dove poi abbassa nuovamente la velocità circa al 70%, valore su cui poi rimarrà praticamente stabile fino alla fine.

RedMagic 8 Pro rimane tra il massimo e il 90% (con picchi inferiori ma momentanei) approssimativamente per i primi 2 minuti e mezzo, per poi limitare la potenza all'80%. La differenza è che lo smartphone da gaming è poi in grado di mantenere le proprie performance stabili e praticamente immutate fino alla fine della prova.

Ed è qui che scopriamo che Samsung Galaxy S23 Ultra in realtà è lo smartphone che meno subisce gli effetti immediati del calore, contrariamente da quando mostrato da 3DMark in precedenza.

Il flagship con SoC personalizzato, nonostante le frequenze della CPU più elevate ed un calo lento ma inesorabile in questa prima parte di prova, mantiene le sua velocità vicina al 90% per quasi 20 minuti di stress test, superando quindi in questa fase anche la capacità del RedMagic di sostenere carichi di lavoro prolungati! Negli ultimi 10 minuti il Galaxy cerca di rimanere il più possibile sulla soglia dell'80% di potenza, con momentanei cali al 70% in cui riprende velocemente "fiato" per poi risalire verso l'alto.

Se quindi in linea generale S23 Ultra tocca minimi più bassi dello smartphone da gioco sul lungo periodo (e ci mancherebbe altro, oserei dire - N.d.R.), riesce a performare il 10% meglio nella prima metà del test per poi affiancarsi il più possibile al gaming phone. Un risultato lodevole vista la differenza di stazza dei due terminali e visto lo spazio ridotto che Samsung ha a disposizione per il raffreddamento se teniamo in considerazione il generoso spazio interno occupato dalla S Pen e dalle 4 fotocamere posteriori.

Sembra strano, ma in realtà la spiegazione potrebbe essere alquanto semplice. CPU Throttling Test, come il nome suggerisce, chiede agli smartphone di sforzare solamente la propria CPU, mentre 3DMark mette sotto pressione sia la CPU che la GPU, con un conseguente aumento del calore totale sviluppato dal SoC.

Quest'ultimo stress test indica quindi come la sola CPU non sia sufficiente per saturare in fretta il dissipatore interno di Galaxy S23 Ultra, dissipatore che invece accusa maggiormente il colpo quando ad essere messe sotto stress sono sia la CPU che la GPU.

RedMagic ha un approccio più conservativo, se così vogliamo chiamarlo. Invece che mantenere la CPU al massimo della potenza per un tempo più lungo, cosa che potrebbe benissimo fare, abbassa saggiamente la frequenza in modo da dare opportunità al proprio sistema di dissipazione di gestire correttamente e per lungo tempo entrambe le unità di calcolo, uno scenario che più frequentemente si presenta quando si gioca.

Quello che comunque è chiaro da questa nostra analisi, è che i produttori hanno modo di gestire in modo preciso e personalizzato il comportamento del potente chip di Qualcomm. Probabilmente scottata dagli avvenimenti dello scorso anno che vedevano lo Snapdragon 8 Gen 1 inginocchiarsi al troppo calore sprigionato, problemi poi risolti con Snapdragon 8+ Gen 1, Qualcomm sembra aver puntato quest'anno a mantenere come prima cosa le temperature sotto controllo e regolare solo di conseguenza le prestazioni, non viceversa.

Tutti e tre i prodotti testati si sono infatti assestati su una temperatura massima raggiunta di circa 50-52°C, valore che sembra essere per quest'anno la soglia sopra la quale la potenza viene ridotta gradualmente. Ciò permette di non dover tagliare improvvisamente e drasticamente potenza al chip quando ormai i dissipatori sono stati saturati, elementi che poi richiedono del tempo per ritornare al massimo della capacità di assorbimento del calore.

Un approccio che apprezziamo e che siamo convinti possa garantire a tutti gli utenti, indipendentemente dallo smartphone flagship o dall'utilizzo, un'esperienza piacevole nel complesso meno problematica e piacevole. Voi cosa ne pensate?