Google sta lavorando a una funzionalità che potrebbe cambiare radicalmente l'esperienza di gioco su Android: la rimappatura nativa dei controller. Nascosta nell'ultima build Canary 2512 del sistema operativo, la nuova interfaccia rivela un sistema di personalizzazione completo per gamepad Bluetooth, che dovrebbe debuttare con Android 17 nel corso del prossimo anno. Si tratta di un tassello fondamentale nella strategia di Mountain View per portare Android sui PC, dove il supporto ai controller risulta essenziale per convincere gli sviluppatori a portare i loro titoli sulla piattaforma.
La funzionalità è stata individuata nelle impostazioni Bluetooth dell'ultima versione Canary, dove compare una nuova voce denominata "Game Controller settings" nella pagina dei dettagli dei dispositivi compatibili, come il DualSense di Sony. Attualmente il menu non è visibile agli utenti finali e richiede una forzatura manuale per essere mostrato, segno che lo sviluppo è ancora nelle fasi iniziali. L'interfaccia si articola in due sezioni principali: "Keys" per i pulsanti e "Axes" per gli input direzionali.
La sezione Keys elenca tutti i pulsanti rimappabili: A, B, X, Y, L1, L2, R1, R2, oltre ai click degli stick analogici (L3 e R3). La sezione Axes include invece D-pad, stick sinistro e stick destro. Selezionando una qualsiasi di queste opzioni si apre un dialogo che permette di personalizzare l'input trasmesso alle applicazioni. Il meccanismo sottostante è relativamente semplice: Android traduce da anni le pressioni dei pulsanti in codici interni (key codes) e valori degli assi che gli sviluppatori mappano alle azioni di gioco.
La nuova funzionalità opera modificando quale codice o valore viene inviato quando si preme un pulsante. Se normalmente il tasto A invia il codice "A", rimappandolo su B il sistema trasmetterà invece il codice "B". Questo approccio sfrutta la standardizzazione già implementata da Android per gestire controller diversi: il sistema operativo mappa internamente i pulsanti PlayStation (X diventa A, Cerchio diventa B, Triangolo diventa Y, Quadrato diventa X) garantendo che i giochi funzionino senza dover supportare esplicitamente ogni modello di controller.
Proprio la genericità dell'interfaccia rappresenta uno dei limiti attuali della funzionalità. Il menu non riflette la disposizione reale dei pulsanti del controller collegato, il che potrebbe generare confusione negli utenti. Un DualSense mostra infatti pulsanti etichettati come A, B, X, Y quando fisicamente presenta Croce, Cerchio, Quadrato e Triangolo. Anche se tecnicamente corretta dal punto di vista del mapping interno di Android, questa scelta potrebbe disorientare chi non conosce la conversione applicata dal sistema.
Gli esperti suggeriscono diversi miglioramenti prima del lancio definitivo. Innanzitutto, il menu dovrebbe visualizzare l'effettiva disposizione dei pulsanti del controller connesso, anche solo come cambiamento estetico. In secondo luogo, la selezione di un nuovo input dovrebbe avvenire premendo direttamente il pulsante fisico sul controller, piuttosto che scorrendo un menu a tendina: si tratta di uno standard già implementato in tutti i tool di rimappatura più diffusi. Infine, sarebbe utile il supporto per pulsanti aggiuntivi non standard, come i paddle posteriori presenti su molti controller moderni di fascia alta.
Questa funzionalità era stata anticipata il mese scorso insieme ad altre novità gaming per Android 17, incluso il potenziale supporto per un gamepad virtuale. All'epoca le interfacce risultavano incomplete e non funzionali, mentre ora l'implementazione appare sufficientemente avanzata da permettere una dimostrazione pratica, seppur forzando la visualizzazione del menu nascosto.
Il timing dello sviluppo non è casuale e si inserisce nella strategia più ampia di Google per Android sui PC. Molti giochi per console e PC non supportano i touchscreen, rendendo il supporto robusto ai controller un requisito imprescindibile per questa transizione. La rimappatura nativa dimostra che Mountain View fa sul serio con il gaming non-touchscreen, offrendo agli sviluppatori uno dei tool fondamentali per portare i loro titoli sulla piattaforma senza dover implementare sistemi proprietari di gestione degli input.
Con il lancio di Android 17 previsto nella seconda metà del 2026, Google ha ancora diversi mesi per perfezionare la funzionalità e integrare i miglioramenti necessari. Il percorso verso un ecosistema Android competitivo nel gaming passa inevitabilmente da questo tipo di implementazioni a livello di sistema operativo, che riducono la frammentazione e semplificano il lavoro degli sviluppatori garantendo al contempo flessibilità agli utenti finali.