Il mercato degli smartphone Android sta attraversando una fase di omologazione estetica senza precedenti, con i produttori che sembrano convergere verso un linguaggio visivo comune ispirato alle controverse scelte di design di Apple per iOS 26.
L'ultimo esempio arriva da Realme, che ha appena svelato la Realme UI 7.0 basata su Android 16, introducendo quello che l'azienda definisce "Light Glass Design" – un approccio estetico che riprende senza mezzi termini gli elementi Liquid Glass di Cupertino, proprio mentre gli utenti iOS stanno criticando aspramente questa direzione stilistica. La tempistica appare paradossale: mentre Apple riceve feedback negativi dalla propria community, i produttori Android sembrano accelerare l'adozione di questi stessi paradigmi visivi, sollevando interrogativi sulla capacità dell'industria di sviluppare identità visive autonome e differenzianti.
La Realme UI 7.0 introduce una serie di elementi grafici che giocano pesantemente con trasparenze, texture vitree e effetti di profondità. Il fulcro visivo è rappresentato dalle cosiddette "Ice Cube Icons", icone che secondo Realme simulano il comportamento della luce su superfici di vetro attraverso riflessi sottili e sfumature dinamiche. L'interfaccia si completa con un "Misty Glass Control Center" e un "Breathing Dock", tutti elementi che enfatizzano l'estetica semi-trasparente e i materiali virtuali stratificati, replicando l'approccio già visto in iOS 26 ma con nomenclature proprietarie.
Sul fronte della personalizzazione, Realme ha potenziato il sistema Flux Theme 2.0, che ora offre una visualizzazione panoramica per l'Always On Display. Gli utenti potranno utilizzare Live Photo o persino video come sfondi, con l'integrazione di effetti di profondità di campo generati tramite intelligenza artificiale. Questa funzionalità sfrutta algoritmi di machine learning per simulare l'effetto bokeh cinematografico, separando soggetto e sfondo in modo dinamico – un'implementazione che richiede elaborazione on-device per mantenere la fluidità dell'interfaccia senza impattare eccessivamente sulla batteria.
L'aggiornamento porta con sé anche una suite di funzionalità basate su AI. AI Notify Brief raggruppa le notifiche in briefing mattutini e serali, riducendo le interruzioni continue durante la giornata – un approccio simile a quanto già implementato da Google con le Notification Summaries. L'AI Framing Master funziona come assistente fotografico compositivo, suggerendo inquadrature e bilanciamento degli elementi in tempo reale, mentre l'AI Gaming Coach promette di analizzare le sessioni di gioco per fornire suggerimenti tattici personalizzati, probabilmente attraverso l'analisi dei pattern di utilizzo e confronti con dataset di giocatori esperti.
La Realme UI 7.0 debutterà con il prossimo Realme GT8 Pro, dispositivo che fungerà da showcase per la nuova interfaccia. I dispositivi esistenti potranno accedere alle novità attraverso un programma Open Beta, sebbene Realme non abbia ancora comunicato una roadmap dettagliata per il rollout sui modelli precedenti. Considerando la necessità di elaborazione AI on-device per diverse funzionalità, è probabile che solo i dispositivi equipaggiati con SoC di fascia medio-alta degli ultimi due anni riceveranno l'aggiornamento completo, mentre modelli più datati potrebbero ottenere versioni alleggerite dell'interfaccia.
Realme non è affatto un caso isolato in questo trend di convergenza estetica. Vivo ha recentemente annunciato OriginOS 6, che sostituirà la criticata FunTouch OS con un design visivamente molto simile a iOS 26, anche se l'azienda sostiene di essersi ispirata all'acqua fluente piuttosto che al vetro liquido di Apple. Anche Samsung, tradizionalmente più conservativa nelle scelte di design, sembra orientarsi in questa direzione: le prime indiscrezioni sulla One UI 8.5, attesa con la serie Galaxy S26 nei primi mesi del 2026, suggeriscono l'adozione di molteplici elementi di interfaccia riconducibili all'estetica iOS.
Il fenomeno evidenzia una contraddizione fondamentale dell'ecosistema Android: nonostante la piattaforma offra libertà di personalizzazione e differenziazione potenzialmente infinite, i produttori maggiori convergono verso soluzioni omogenee ispirate ad Apple, anche quando queste ricevono feedback negativi dagli utenti della stessa Cupertino. Questo comportamento riflette una consolidata dinamica del settore mobile, dove Apple viene percepita come trendsetter indiscusso, con i produttori Android che interpretano ogni sua mossa come validazione di una direzione di mercato, indipendentemente dalla reale accoglienza da parte degli utenti finali.
La situazione solleva interrogativi sulla capacità dell'industria Android di sviluppare linguaggi visivi autonomi e riconoscibili. Mentre in passato interfacce come la TouchWiz di Samsung o la MIUI di Xiaomi avevano identità visive distintive (talvolta eccessivamente cariche, ma certamente riconoscibili), l'attuale convergenza verso paradigmi estetici comuni rischia di appiattire l'offerta, riducendo la differenziazione tra produttori a sfumature sempre più sottili di implementazione piuttosto che a scelte di design radicalmente diverse. Per gli utenti, questo significa meno varietà di approcci tra cui scegliere e un'esperienza Android sempre più uniformata, paradossalmente più simile all'ecosistema chiuso iOS proprio mentre cerca di imitarlo.