AppGratis perde le notifiche push, Apple la vuole morta

Apple impedisce all'applicazione AppGratis di inviare notifiche push a chi l'ha già installata sul proprio smartphone e tablet. L'obiettivo, a quanto pare, è tagliare le gambe al servizio usato da 12 milioni di utenti.

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a cura di Manolo De Agostini

È guerra totale tra Apple e AppGratis, o meglio sarebbe dire che è la crociata della casa di Cupertino continua senza esclusione di colpi. Dopo la rimozione dell'applicazione da App Store e la risposta incredula del creatore del software Simon Dawlat, Apple rilancia con un colpo micidiale: ha impedito l'invio di notifiche push da parte dell'applicazione a chi l'aveva già installata sul proprio smartphone o tablet.

Tim Cook e compagni sembrano insensibili anche di fronte alle rimostranze del ministro francese Fleur Pellerin, la quale ha richiamato l'azienda ad avere un comportamento etico e alla petizione nata sul Web, ormai firmata da 1 milione di persone. La vicenda è al tempo stesso sia complessa che semplice. Apple accusa AppGratis di aver violato alcune regole di App Store, in particolare le norme 2.25 e 5.6.

La prima afferma che "le applicazioni che mostrano app diverse da quelle possedute a scopo di acquisto o promozione in un modo simile o che si può confondere con quello usato dall'App Store saranno respinte", mentre la seconda dice che "le applicazioni non possono usare le notifiche push per inviare nessun tipo di pubblicità, materiale promozionale o fare marketing diretto".

AppGratis ha risposto di essere entrata in contatto con Apple più volte e di aver trovato dei punti d'incontro con l'azienda, almeno fino a quando Apple non ha mandato all'aria ogni intesa sbattendo fuori, con un'azione inaspettata, l'applicazione dal negozio digitale. Con l'ennesima puntata, ovvero il blocco delle notifiche push, sembra proprio che non ci sia alcun margine di manovra per una retromarcia da parte della Mela.

Togliere le notifiche push da AppGratis equivale a una sentenza di morte, in quanto molti utenti usano quotidianamente l'applicazione proprio se "sollecitati". Allo stesso tempo potrebbe contrarsi il numero degli sviluppatori interessati ad accordarsi con la software house transalpina per promuovere le proprie creazion e così, quei 45 dipendenti che fino a oggi hanno campato sull'applicazione, dovranno iniziare a guardarsi intorno. O forse no. AppGratis - oltre a divulgare la consueta newsletter giornaliera - potrebbe tornare come web app HTML5, o almeno così scrive l'AD Dawlat sul blog aziendale.

Apple però potrebbe adottare delle contromosse, in quanto probabilmente la violazione delle regole, vera o presunta, non è il punto di questa vicenda. A nostro giudizio il problema di fondo è che chi passa da AppGratis snobba l'App Store. E ad Apple, che da sempre descrive il proprio negozio come il più meritocratico di tutti, questo non va bene. Per una maniaca del controllo, AppGratis è diventato come un sassolino fastidioso in una scarpa di Prada.