La magistratura francese ha avviato un'inchiesta per crimini informatici contro Apple, riportando alla ribalta una controversia che sembrava ormai archiviata. L'indagine riguarda le pratiche di registrazione e analisi delle conversazioni degli utenti con Siri, l'assistente vocale della Mela, sopratutto su iPhone, come il recente iPhone 17 (acquistabile su Amazon), che nel 2019 avevano sollevato un polverone internazionale sulla privacy. Il caso dimostra come le questioni legate alla protezione dei dati personali continuino ad avere ripercussioni legali anche a distanza di anni dalla loro risoluzione apparente.
Il sistema nascosto dietro Siri
Tutto iniziò quando un'indagine giornalistica del Guardian svelò un aspetto poco noto del funzionamento di Siri. Migliaia di registrazioni audio degli utenti venivano sistematicamente inviate a contractor esterni incaricati di valutare la qualità delle risposte dell'assistente virtuale. Questi lavoratori, spesso dipendenti di società terze, si trovavano quotidianamente ad ascoltare conversazioni private di ogni genere.
La testimonianza di un contractor anonimo aveva rivelato dettagli inquietanti: dalle consultazioni mediche riservate alle trattative per stupefacenti, fino a momenti intimi tra coppie. Il tutto nell'ambito di quello che Apple definiva un normale processo di controllo qualità per migliorare le prestazioni di Siri.
La denuncia che riaccende i riflettori
L'azione legale in corso è stata promossa dalla Ligue des droits de l'Homme, un'organizzazione per i diritti umani che ha deciso di portare il caso davanti alla giustizia francese. La denuncia si basa principalmente sulle dichiarazioni di Thomas le Bonniec, ex contractor irlandese di Apple che ha pubblicamente denunciato le pratiche dell'azienda.
Le Bonniec aveva rivelato di aver dovuto analizzare materiale audio estremamente sensibile, comprese conversazioni di pazienti affetti da tumore. La sua testimonianza ha fornito alla magistratura francese elementi concreti per avviare un procedimento formale presso l'Ufficio per la Lotta ai Crimini Informatici.
La risposta di Apple e le conseguenze
Di fronte alle rivelazioni, Apple aveva inizialmente sospeso il programma di ascolto, promettendo successivamente di permettere agli utenti di rifiutare esplicitamente questa pratica. L'azienda di Cupertino era poi andata oltre, trasformando quello che era un opt-out (esclusione su richiesta) in un sistema di opt-in (inclusione volontaria).
Negli Stati Uniti, una class action aveva portato Apple a versare un risarcimento agli utenti coinvolti. Tuttavia, l'indagine francese dimostra che le ripercussioni legali del caso non si sono ancora completamente esaurite, sollevando interrogativi sui tempi e le modalità con cui vengono perseguite le violazioni della privacy nell'era digitale.
Apple non ha fornito commenti specifici sull'inchiesta francese, limitandosi a rimandare ai comunicati precedenti in cui spiegava la transizione verso il sistema di consenso esplicito per l'analisi delle registrazioni vocali.