Apple studia un metodo per sostituire il pinch to zoom

La casa di Cupertino sta studiando un metodo automatico per garantire una visione ottimale dei contenuti a schermo, a seconda della distanza del nostro visto dallo smartphone o dal tablet.

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a cura di Danilo Loda

Un nuovo brevetto rivela che Apple sta studiando un metodo automatico di zoom che rileva quanto vicino sia il viso di una persona a un dispositivo per ampliare o ridurre, di conseguenza, la dimensione del contenuto visualizzato sullo schermo. Una tecnica che potrebbe un giorno migliorare o addirittura sostituire il "pich to zoom".

L'invenzione, che è stata depositata presso l'Ufficio Brevetti e Marchi nel maggio 2011, descrive un sistema che usa i sensori a bordo di uno smartphone, come la macchina fotografica, il sensore di prossimità a infrarossi o il sensore SONAR, per determinare la distanza tra i viso di un utente e il display. Utilizzando queste informazioni, il sistema può ingrandire o ridurre il testo o le immagini che stanno per essere visualizzate sullo schermo in modo da garantire la massima leggibilità.

Ci sono due modalità delineate nella descrizione dell'applicazione: modalità comfort e la modalità zoom. In modalità comfort, il contenuto del dispositivo si riduce in dimensioni quando il viso di un utente è vicino allo schermo e si allarga quando è più lontano. Questa modalità mira a "mantenere il contenuto visivo a una dimensione confortevole per l'utente, indipendentemente da quanto il display è lontano dal viso dell'utilizzatore". Per la modalità zoom, il sistema inverte il processo di cui sopra e il contenuto si allarga, o si ingrandisce, quanto l'utente porta il dispositivo vicino al volto e riduce, o espande quando è più lontano.

Questa tecnologia può essere utile in alcune applicazioni come i giochi e il mapping, in quanto "fornisce un modo veloce per effettuare lo zoom in e out di contenuti visivi. Essenziale per il funzionamento è una procedura di calibrazione preliminare che chiede all'utente di tenere il dispositivo a varie distanze dal volto per raccogliere i dati di riferimento, che il sistema in seguito attingerà per visualizzare i contenuti in scala. Tale calibrazione può comprendere la distanza minima di visualizzazione ottimale e la distanza di visione confortevole".

Come descritto, la tecnologia può utilizzare una telecamera per determinare la distanza di un utente in base a tecniche di riconoscimento facciale. Le corrispondenti informazioni vengono inviate a un elaboratore che le usa come una chiave per regolare dinamicamente il ridimensionamento del contenuto sullo schermo.

Se Apple sceglierà un giorno di usare questa invenzione, probabilmente la troveremo su un  futuro iPhone o iPod touch, dove gli utenti devono costantemente ridimensionare i contenuti con le dita a causa delle dimensioni relativamente piccole del display. Anche iPad e iPad mini potrebbero anche fare uso della tecnologia, sebbene l'attuale " pich to zoom" sia già sufficiente per schermi più grandi e forse più comodo rispetto all'allontanare o avvicinare il dispositivo dal proprio viso.