Apple che si trova costretta a guardare oltre i confini di Cupertino per rimanere competitiva. Mentre Google presenta al mondo le sue ultime innovazioni durante l'evento "Made by Google", la casa della mela morsicata si confronta con una realtà scomoda: Siri non è più all'altezza delle aspettative moderne.
La ricerca di una soluzione ha portato l'azienda californiana a bussare alla porta del suo storico rivale, in quello che potrebbe essere uno dei colpi di scena più significativi dell'industria tecnologica.
Il divario che si allarga
La distanza tra le capacità di Siri e quelle dell'assistente Google alimentato dalla piattaforma Gemini è diventata evidente durante l'ultima presentazione di Mountain View.
Funzionalità come Magic Cue dei dispositivi Pixel rappresentano oggi ciò che Apple promette di offrire solo nella primavera del 2025 con iOS 26.4. Questa feature è in grado di anticipare le necessità dell'utente, recuperando automaticamente informazioni rilevanti da Gmail, calendario o persino screenshot per presentarle nel momento opportuno.
Un esempio pratico illustra perfettamente questa differenza: durante una telefonata con una compagnia aerea, Magic Cue estrae automaticamente i dettagli del volo dalle varie app e li visualizza sullo schermo, rendendo immediatamente disponibile il codice di prenotazione quando richiesto dall'operatore. La versione "Personal Siri" dovrebbe replicare questa funzionalità, ma il suo debutto è stato posticipato fino al prossimo anno.
Trattative segrete a Cupertino
Secondo fonti vicine alla questione, Apple ha avviato discussioni preliminari con Google per utilizzare la tecnologia Gemini AI come base per una versione completamente rinnovata di Siri.
Le conversazioni, mantenute riservate, vedrebbero Google impegnata nello sviluppo di un modello personalizzato specificamente progettato per funzionare sui server Apple.
All'interno dell'azienda di Tim Cook, due progetti paralleli stanno prendendo forma con nomi in codice distinti. "Linwood" si basa sui modelli sviluppati internamente, mentre "Glenwood" incorpora tecnologie esterne. Questa duplice strategia riflette l'incertezza dell'azienda sulla direzione da intraprendere.
La caccia al partner perfetto
La ricerca di alleati tecnologici non è una novità per Apple in questo settore. Anthropic PBC sembrava inizialmente la scelta preferita per una collaborazione, ma le richieste economiche eccessive hanno spinto l'azienda a valutare alternative. OpenAI con ChatGPT è stata un'altra opzione considerata, mentre giugno ha visto speculazioni su una possibile acquisizione di Perplexity AI.
Tim Cook ha recentemente sottolineato durante un incontro aziendale l'importanza strategica di emergere vittoriosi nella corsa all'intelligenza artificiale. Il CEO ha mantenuto un atteggiamento ottimista, ricordando come Apple non sia mai stata prima sul mercato con le novità, ma abbia storicamente sviluppato prodotti superiori nel tempo.
Filosofie a confronto
La differenza fondamentale tra l'approccio di Apple e quello di Google nell'AI emerge chiaramente nelle rispettive visioni. Mentre Cupertino sembra concentrarsi su funzionalità creative ma di limitata utilità pratica - come la possibilità di riscrivere documenti in stile shakespeariano - Google ha adottato il principio della "Personal Intelligence" per i suoi dispositivi Pixel 10.
Questa filosofia mira a anticipare costantemente le necessità dell'utente, fornendo informazioni pertinenti nel momento giusto per semplificare concretamente la vita quotidiana. L'intelligenza artificiale di Google non si limita a fornire risposte, ma si posiziona sempre un passo avanti rispetto alle esigenze dell'utilizzatore.
Una eventuale collaborazione tra Apple e Google in ambito AI non rappresenterebbe un precedente assoluto per Mountain View, che già alimenta numerose funzionalità di intelligenza artificiale sui dispositivi Samsung. Tuttavia, un accordo con Apple avrebbe implicazioni ben più ampie, considerando la portata globale dell'ecosistema iOS e la storica rivalità tra le due aziende nel settore mobile.