Una nuova era si profila all'orizzonte per gli smartwatch: Wear OS 6 si prepara a rivoluzionare l'esperienza da polso con un aggiornamento che va ben oltre le iterative modifiche degli ultimi anni. La trasformazione più evidente sarà l'integrazione di Gemini, l'intelligenza artificiale generativa di Google che sostituirà il tradizionale Assistant, accompagnata da un completo restyling grafico basato sul linguaggio visivo Material 3 Expressive, pensato specificamente per valorizzare i display circolari. Come ormai tradizione degli ultimi tre anni, Google promette anche miglioramenti nell'autonomia della batteria, un elemento sempre cruciale per i dispositivi indossabili.
"Negli ultimi anni abbiamo completamente reinventato Android ponendo Gemini al centro dell'esperienza, e ora stiamo espandendo Gemini oltre lo smartphone", spiega Jaime Williams, product manager di Wear OS.
L'arrivo di Gemini sui dispositivi Wear OS non rappresenta una semplice sostituzione nominale dell'Assistant, ma un salto qualitativo sostanziale nelle interazioni quotidiane. La capacità di comprendere il linguaggio naturale permetterà agli utenti di formulare comandi senza dover adattare la propria espressione a schemi rigidi. L'integrazione con le altre applicazioni è un altro punto di forza: Gemini potrà accedere a informazioni presenti in Gmail, come le prenotazioni di ristoranti, o elaborare richieste complesse, come la creazione di riassunti di informazioni.
Nonostante le novità, gli utenti potranno continuare a richiamare l'assistente con il familiare "Hey Google", oltre che tramite complicazioni, launcher delle app o pulsanti dedicati. Gemini necessiterà di una connessione internet - sia essa tramite Bluetooth con lo smartphone, Wi-Fi o LTE direttamente dall'orologio - anche se il team sta valutando funzionalità offline per il futuro.
Un aspetto rassicurante è la compatibilità: "Gemini è indipendente da Wear OS 6", chiarisce Williams, spiegando che sarà disponibile su tutti i dispositivi Wear OS che attualmente supportano Assistant. Questa strategia potrebbe evitare i problemi di frammentazione vissuti con il passaggio da Wear OS 2 a Wear OS 3, quando l'integrazione di Assistant subì notevoli ritardi, contribuendo all'abbandono del mercato da parte di produttori come Fossil.
La transizione a Gemini appare quindi meno traumatica rispetto al passato, segnalando una maggiore maturità dell'ecosistema Wear OS nel gestire aggiornamenti significativi delle funzionalità core.
Wear OS 6 introduce anche il linguaggio di design Material 3 Expressive, ripensato specificamente per gli smartwatch come Pixel Watch (che trovate su Amazon).
"Volevamo andare oltre un approccio meramente funzionale per creare qualcosa che stabilisse una connessione più profonda con l'utente. Con Wear OS 6, la prima cosa che abbiamo fatto è stata abbracciare pienamente la forma circolare", rivela Lily Darling, responsabile del design visivo e delle animazioni di Wear OS.
Sebbene Darling non abbia dichiarato esplicitamente che Google consideri i display circolari come l'unica strada percorribile, ha sottolineato come ogni elemento del design sia stato ripensato per celebrare questo fattore di forma. L'intero sistema - dai layout alle scelte tipografiche, dalle animazioni di scorrimento alle transizioni tra schermate - è stato ottimizzato per i cerchi.
I pulsanti su schermo sono stati ridisegnati per "abbracciare il display", migliorando la facilità di tocco, mentre Tiles e notifiche sono ora più leggibili a colpo d'occhio. Le notifiche includono avatar e anteprime delle immagini, permettendo di identificare rapidamente mittenti di messaggi o email. Anche il tema colore personalizzabile, già apprezzato su Android, fa il suo debutto su Wear OS, consentendo di coordinare l'aspetto dell'orologio con quello dello smartphone o dell'abbigliamento.
Questi cambiamenti estetici non sono semplici abbellimenti, ma modifiche sostanziali che migliorano l'usabilità e rendono l'interazione più intuitiva e piacevole, sfruttando appieno le caratteristiche uniche del formato circolare che contraddistingue la maggior parte degli smartwatch Wear OS.
Sul fronte delle prestazioni, Google si limita a promettere un incremento "fino al 10%" nell'autonomia della batteria. Un miglioramento che potrebbe apparire marginale, ma che Bjorn Kilburn, Vice Presidente e General Manager di Wear OS, difende come risposta a una richiesta costante degli utenti.
"È un problema davvero difficile e si procede a piccoli passi. Continuiamo a lavorarci costantemente", afferma Kilburn, precisando che non tutti gli utenti noteranno i miglioramenti allo stesso modo. L'ottimizzazione energetica interesserà principalmente l'uso dell'orologio per riprodurre o controllare contenuti multimediali, quindi sarà più evidente per chi utilizza frequentemente queste funzioni.
La decisione di rilasciare un aggiornamento così sostanziale quest'anno non è casuale. Kilburn spiega che si tratta del culmine di un lungo lavoro di sviluppo, ma soprattutto di una scelta strategica per allineare l'esperienza su smartphone e smartwatch. Sotto il cofano, Android 16 e Wear OS 6 condividono lo stesso codice base, permettendo a Google di accelerare il processo di parità funzionale tra le due piattaforme.
"Questi sono due sistemi operativi davvero importanti nella vita delle persone", sottolinea Kilburn, evidenziando come i team di Android e Wear OS abbiano collaborato affinché "almeno lo smartphone e l'orologio possano dare la sensazione di appartenere realmente allo stesso ecosistema e condividere la stessa filosofia di design". Un segnale importante dell'impegno di Google verso un'esperienza coerente e integrata tra tutti i dispositivi del suo ecosistema.