Foxconn, produzione Apple: condizioni di lavoro migliorate

La Fair Labor Association ha riscontrato progressi nelle condizioni di lavoro negli impianti Foxconn che si occupano della produzione dei prodotti Apple. Il cammino è ancora lungo ma le richieste sono state soddisfatte al 79 percento.

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a cura di Manolo De Agostini

La Fair Labor Association (FLA) ha pubblicato nei giorni scorsi un nuovo report sulle condizioni di lavoro negli impianti Foxconn che si occupano della produzione di prodotti per Apple. L'indagine ha riguardato tre fabbriche - Guanlan, Longhua e Chengdu per un totale di 178mila lavoratori - e rientra in un'operazione di trasparenza che Apple ha varato a metà gennaio per certificare le azioni atte a migliorare la vita dei lavoratori cinesi. Le indagini, iniziate a febbraio, avevano rilevato diversi aspetti critici e il primo report pubblicato a fine marzo indicava turni di lavoro troppo lunghi (fino a 60 ore a settimana), mancanza di sicurezza e paghe inadeguate.

Foxconn, in accordo con Apple, aveva deciso di ridurre le ore di lavoro almeno entro i limiti fissati dalla legge cinese (40 ore settimanali più 9 di straordinari), di aumentare gli stipendi (senza specificare di quanto e in che tempi) e di migliorare le condizioni di sicurezza. Secondo il nuovo report queste promesse sono state onorate, sebbene in parte.

Al 31 maggio "Foxconn ha completato il 100% delle 195 azioni correttive richieste". Secondo la FLA, Foxconn è in anticipo sui tempi in diverse aree (rappresentanza sindacale, pause più frequenti, sicurezza), e un po' indietro in altre, come ad esempio il rispetto degli orari di lavoro stabiliti dalle leggi cinesi. Secondo gli ispettori Foxconn è al 79% del cammino che dovrebbe portarla, nel luglio 2013, ad adempiere a tutte le richieste.

"Le nostre verifiche mostrano che sono stati fatti i necessari cambiamenti, incluse le immediate misure in merito a salute e sicurezza. Siamo soddisfatti del fatto che Apple si sia impegnata per far sì che Foxconn rispettasse il piano d'azione, compresa la riforma del suo programma di stage", ha dichiarato Auret van Heerden, presidente e amministratore delegato di Fair Labor Association. "Quando abbiamo concluso le nostre indagini iniziali in marzo, Foxconn ci ha promesso che avrebbe affrontato i problemi del suo programma di tirocinio, garantendo che gli studenti-stagisti svolgano un lavoro più in linea con i loro studi, senza straordinari e con la consapevolezza che possono interrompere il tirocinio se e quando lo desiderano".

Da non dimenticare che il tema (delicatissimo) dello sfruttamento dei lavoratori nell'area asiatica è tornato recentemente in auge (Samsung è peggio di Apple nello sfruttamento dei lavoratori), a riprova che non si tratta di un problema che riguarda solo Foxconn e Apple. Insomma, ci piacerebbe vedere maggiore impegno da parte di tutte le aziende del comparto tecnologico nell'assicurare che nella propria catena di produzione siano rispettate condizioni di lavoro dignitose.