In molti aspettano da mesi che una funzionalità di Google Foto, già disponibile su iPhone, arrivi finalmente sui dispositivi Android. Si tratta del manual stacking, ovvero la possibilità di raggruppare manualmente le foto secondo le proprie preferenze, una caratteristica apparentemente semplice ma che sta tardando inspiegabilmente ad approdare sulla piattaforma di Mountain View.
Il paradosso di Google: prima su iPhone che su Android
La situazione presenta aspetti quasi surreali quando si considera che stiamo parlando di un'app sviluppata da Google per il proprio sistema operativo mobile. Il manual stacking è disponibile sull'app iOS di Google Foto dalla fine di maggio, permettendo agli utenti iPhone di organizzare le proprie foto in gruppi personalizzati. Per chi ama scattare multiple foto della stessa scena, questa funzione rappresenta una piccola rivoluzione nell'organizzazione della libreria fotografica.
La feature consente di superare i limiti del raggruppamento automatico di Google, che secondo molti utenti risulta spesso impreciso e incoerente.
Nove mesi di sviluppo e ancora nessuna traccia su Android
Il dato più sconcertante emerge dall'analisi temporale dello sviluppo. Le prime tracce del manual stacking sono state individuate già a gennaio durante un'analisi del codice APK dell'app Android di Google Foto. Questo significa che Google sta lavorando alla funzionalità per Android da almeno nove mesi, se non di più.
La disparità temporale risulta difficile da giustificare, considerando che non si tratta di una tecnologia particolarmente complessa. Il manual stacking non è uno strumento di editing fotografico alimentato da intelligenza artificiale, ma semplicemente un pulsante per organizzare le immagini. La sua implementazione non dovrebbe richiedere mesi di sviluppo aggiuntivo rispetto alla versione iOS.
Una strategia aziendale incomprensibile
Il team di Google Foto ha dimostrato un ritmo di rilascio impressionante, introducendo nuove funzionalità praticamente ogni settimana. Tuttavia, questa particolare caratteristica sembra essere rimasta bloccata in una sorta di limbo sviluppativo. La mancanza di comunicazione ufficiale da parte di Google rende la situazione ancora più frustrante per gli utenti Android.
Per un'azienda che ha costruito il proprio ecosistema mobile attorno ad Android, mantenere una funzionalità esclusivamente su iOS per quasi cinque mesi appare come una scelta strategica discutibile. Gli utenti Pixel e di altri dispositivi Android si trovano nella paradossale situazione di dover ricorrere a un iPhone per utilizzare pienamente un'app Google.