A pochi giorni dal grande annuncio previsto per il 21 ottobre, quando Samsung svelerà ufficialmente il suo primo visore XR basato su Android XR di Google, una gaffe del colosso di Mountain View ha svelato in anticipo quali contenuti potranno aspettarsi gli utenti dal dispositivo. E qui nascono i primi dubbi sulla capacità del prodotto di conquistare il mercato.
Un utente di Reddit ha infatti individuato una pagina editoriale sul Google Play Store che mostrava non solo il design del visore Samsung, ma anche una selezione di esperienze immersive disponibili al lancio. Tra queste figurano il gioco di enigmi spaziali Asteroid, il servizio di streaming VR Naver CHZZK XR per contenuti video immersivi, NFL Pro Era che permette di giocare a football americano in prima persona, e Vacation Simulator, un titolo dedicato al relax virtuale dove è possibile godersi una vacanza digitale o addirittura unirsi alla "gig economy" per finanziare i propri viaggi virtuali.
La questione cruciale riguarda proprio l'ecosistema applicativo. Se Google ha scelto di mettere in vetrina queste quattro esperienze nella sua pagina editoriale, presumibilmente per rappresentare il meglio dell'offerta disponibile, il confronto con il debutto di Apple Vision Pro appare impietoso. Il visore della mela morsicata era infatti arrivato sul mercato con ben 600 applicazioni e giochi ottimizzati, includendo nomi di peso come Disney+, HBO Max, Microsoft Office e Teams, MLB, TikTok e Zoom, oltre alla capacità di trasmettere in modalità wireless lo schermo di un Mac.
Eppure, nonostante questo arsenale di contenuti, il Vision Pro è ampiamente considerato un insuccesso commerciale a causa delle vendite deludenti. Una lezione che dovrebbe far riflettere Samsung e Google: nemmeno un catalogo ricco e variegato garantisce il successo in un mercato ancora alla ricerca della sua killer application, quell'esperienza irrinunciabile capace di spingere i consumatori all'acquisto. Il visore coreano potrà contare su applicazioni proprietarie di Google come Chrome, Maps, Meet, TV e YouTube, oltre a servizi emersi da recenti fughe di notizie come Calm, MLB e Netflix, con la possibilità di eseguire tutte le app Android in modalità finestra.
Sul fronte delle specifiche tecniche, il Galaxy XR si presenta con credenziali rispettabili: doppio display Micro OLED con frequenza di aggiornamento a 90Hz, almeno 16GB di RAM, e una serie di sensori e fotocamere per il riconoscimento ambientale e gestuale. L'hardware complessivo risulta paragonabile a quello del Vision Pro di prima generazione, ma c'è un tallone d'Achille: il processore Snapdragon XR2+ Gen 2 non può competere con il chip M2 di Apple, figuriamoci con l'M5 che equipaggia la seconda generazione del visore californiano.
L'arma su cui Samsung punta per differenziarsi dalla concorrenza è il prezzo. Con una fascia stimata tra i 1.800 e i 2.500 dollari, il dispositivo coreano risulterebbe almeno 500 dollari più accessibile rispetto al Vision Pro. Una differenza significativa, ma che potrebbe non bastare in un mercato dove persino il prodotto tecnicamente più avanzato fatica a trovare il suo pubblico. La sfida per Samsung e Google sarà dimostrare che esiste davvero uno spazio commerciale per questi dispositivi, trovando quel mix vincente di contenuti, prestazioni e prezzo che finora è sfuggito anche ad Apple.
Il lancio del 21 ottobre sarà quindi cruciale non solo per Android XR come piattaforma, ma per l'intero settore della realtà estesa destinata ai consumatori. Serve qualcosa di più di giochi puzzle e simulatori di vacanze per convincere il grande pubblico a indossare un visore costoso, e resta da vedere se Samsung avrà quella perseveranza necessaria per costruire un ecosistema competitivo nel tempo, anche di fronte a vendite iniziali potenzialmente tiepide.