Il futuro del 6G: TIM in prima linea per la banda 6 GHz

I giganti europei delle telecomunicazioni, inclusa TIM, chiedono alla Commissione Europea l'assegnazione completa della banda a 6 GHz.

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a cura di Andrea Maiellano

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L'Europa si trova a un bivio decisivo per il suo futuro digitale. Sette dei principali operatori di telecomunicazioni del continente hanno lanciato un appello urgente alla Commissione Europea, chiedendo l'assegnazione completa della banda superiore dei 6 GHz alle reti mobili. La posta in gioco è altissima: senza accesso esclusivo a questa porzione di spettro, lo sviluppo del 6G in Europa rischia di subire un rallentamento fatale, compromettendo la competitività digitale dell'intero continente nei confronti di Stati Uniti e Asia. La lettera, firmata da colossi come TIM, Orange, Telefónica e Vodafone, rappresenta un grido d'allarme che non può essere ignorato dalle istituzioni comunitarie.

Secondo le proiezioni dei firmatari, le attuali reti mobili urbane europee raggiungeranno la saturazione entro il 2030. Senza nuove risorse, sarà impossibile garantire la connettività necessaria per le future applicazioni del 6G. "La sovranità e la competitività dell'Europa dipendono da una connettività veloce, affidabile e sicura", sottolineano gli operatori nella loro lettera aperta, evidenziando come questa questione vada ben oltre gli interessi commerciali delle singole aziende.

I colossi europei delle telecomunicazioni non nascondono la loro preoccupazione per l'offensiva degli interessi statunitensi, che premono per riservare parte della a banda a 6 GHz al Wi-Fi. Un'eventualità che, secondo i firmatari, risulterebbe incomprensibile considerando che esiste già un blocco da 480 MHz nella banda bassa dei 6 GHz destinato a questo scopo e "ampiamente inutilizzato".

Leonardo Capdeville, Chief Technology Officer di TIM, insieme agli altri dodici dirigenti firmatari, avverte che questo è un momento cruciale per il futuro digitale europeo. "Si prevede che il solo settore mobile contribuirà all'8,4% del PIL globale entro il 2030. Senza accesso alla banda alta dei 6 GHz, l'impatto del mobile sulla crescita del PIL sarà fortemente ridotto", si legge nel documento.

Gli operatori avvertono che, senza almeno 600 MHz di spettro contiguo, le future reti 6G non potranno operare in modo efficiente, poiché la tecnologia radio mobile è progettata per funzionare con portanti da 200 MHz.

Il Radio Spectrum Policy Group ha delineato due possibili strategie per garantire le risorse necessarie al 6G: trovare nuove bande o utilizzare la banda alta dei 6 GHz. Tuttavia, gli operatori sottolineano come la prima opzione presenti notevoli difficoltà a causa degli "usi strategici europei" che limitano le possibilità di individuare nuovo spettro disponibile.

Per questo motivo, l'assegnazione dell'intera banda alta dei 6 GHz (6,425-7,125 GHz) alle reti mobili viene presentata come l'unica soluzione concreta per garantire il futuro digitale dell'Europa. Una decisione che, secondo i firmatari, non può essere ulteriormente rimandata senza conseguenze devastanti per la competitività tecnologica continentale.

Gli operatori temono che un'eccessiva frammentazione della banda impedirebbe all'Europa di beneficiare delle economie di scala necessarie per lo sviluppo efficiente del 6G. Inoltre, un ritardo nell'assegnazione della banda alta dei 6 GHz rischierebbe di "soffocare il potenziale economico futuro delle imprese e della società europee", erodendo l'influenza dell'Europa sul proprio futuro digitale.

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1 Commenti

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pensassero a portare la fibra ottica prima
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Non c'è ancora una rete fibrata totale sulle Bts. .. a cosa serve il 6g. Quando ancora usiamo il 5 g tarocco ?
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