La recente notizia che i Google Pixel 8 non riceveranno la funzione Battery Health introdotta con Android 16 ha scatenato un'ondata di indignazione sorprendentemente intensa per quella che, in apparenza, sembrava una funzionalità secondaria. Il malcontento degli utenti nasce proprio dalla semplicità della funzione stessa: se mostrare lo stato di salute della batteria è un'operazione così basilare, perché non può essere implementata su dispositivi lanciati appena un anno fa? Questo episodio solleva interrogativi sulla reale portata delle promesse di supporto a lungo termine, che nel caso di Google si estendono fino a sette anni di aggiornamenti.
La questione si riduce essenzialmente a un problema di gestione delle aspettative. Quando un produttore promette un supporto pluriennale, gli utenti presumono naturalmente che questo includa tutte le nuove funzionalità introdotte nel corso del tempo. La realtà, tuttavia, si rivela ben diversa, con limitazioni che emergono già dopo pochi anni, talvolta addirittura mesi, dall'acquisto di un dispositivo premium.
Mentre Google avrebbe certamente potuto comunicare con maggiore trasparenza i motivi dell'esclusione dei Pixel 8 dalla nuova funzionalità sulla salute della batteria, sarebbe impraticabile per qualsiasi produttore documentare dettagliatamente ogni caratteristica mancante o diluita per ciascun telefono nel corso di un ciclo di vita di cinque, sei o sette anni. Al contrario dei computer, dove gli aggiornamenti tendono a funzionare in modo più prevedibile, gli smartphone contengono componenti hardware personalizzati con capacità molto variabili.
Dal chip grafico al modem, fino ai circuiti integrati che gestiscono la ricarica della batteria, numerosi aspetti della progettazione dei telefoni cambiano di anno in anno, rendendo il backporting delle funzionalità un'operazione tutt'altro che scontata. Persino Apple non è riuscita a portare Apple Intelligence sull'iPhone 15, lanciato appena un anno prima. È probabile che la funzione Battery Health dipenda da un chip più recente che i vecchi Pixel semplicemente non possiedono.
Guardando al futuro, si prevede che il Tensor G5 all'interno del Pixel 10 supporterà il ray-tracing, e certamente non possiamo aspettarci che Google porti questa funzionalità sui telefoni più vecchi privi dell'hardware necessario. Esistono comunque numerosi miglioramenti hardware-dipendenti che possono essere portati tra diversi modelli, dalla fotocamera all'intelligenza artificiale.
Per fortuna, Google ha reso più semplici gli aggiornamenti delle funzionalità di Android negli ultimi anni isolando il codice di basso livello, permettendo l'aggiornamento indipendente di più funzionalità dal kernel Linux. Nuove capacità di elaborazione della fotocamera, aggiornamenti dei codec audio/video e persino funzionalità AI dovrebbero poter essere inclusi negli aggiornamenti del sistema operativo per tutti i sette anni promessi, a condizione che possano interfacciarsi con l'hardware esistente.
Il lato oscuro degli impegni settennali per gli aggiornamenti, di cui si parla meno, è la loro sostenibilità economica. Anche se un telefono da 800-1.200 euro dovrebbe teoricamente garantire sette anni di aggiornamenti, nessuno sta mettendo da parte fondi per coprire gli stipendi degli sviluppatori nel 2032. Come nel caso del sistema previdenziale, la ricerca e sviluppo e la vendita di nuovi dispositivi quasi certamente finanziano lo sviluppo di funzionalità e aggiornamenti per i modelli esistenti.
Ironicamente, la promessa di supporto a lungo termine aumenta anche il mercato dell'usato, ma i produttori non traggono praticamente alcun profitto dalle vendite di seconda mano, anche se promuovono la sostenibilità come valore fondamentale. Pertanto, esiste un delicato equilibrio: mantenere i vecchi telefoni rilevanti senza cannibalizzare le nuove vendite e soffocare i finanziamenti che alimentano gli aggiornamenti futuri.
Sebbene l'"obsolescenza programmata" tenda a scatenare indignazione, sembra inevitabile che Apple, Google e Samsung debbano riservare alcune funzionalità per attirare nuovi clienti. A che punto un produttore può dire equamente: "Ehi, se vuoi le novità, devi acquistare il nuovo telefono"? Idealmente, le funzionalità dovrebbero continuare ad arrivare finché l'hardware può supportarle, ma con un'innovazione stagnante, questa è più un'aspirazione ideale che una possibilità concreta.
Tra la gestione delle aspettative, i limiti hardware e la realtà economica, fornire sette anni di aggiornamenti è un'operazione molto più complessa di quanto il marketing suggerisca. Probabilmente vedremo molte altre storie simili a quella della funzione Battery Health dei Pixel man mano che il contatore degli aggiornamenti avanza. Alla fine, rimane un promemoria senza tempo: acquista un telefono per ciò che fa oggi, non per ciò che potrebbe fare domani.
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