Il sorpasso dell’India sulla Cina come primo esportatore di smartphone verso gli Stati Uniti segna un passaggio storico che va ben oltre le cifre commerciali. Registrato a luglio, questo cambio di leadership riflette trasformazioni profonde nelle catene di fornitura globali, accelerato dalle tensioni sui dazi e dalle strategie industriali di lungo periodo dei due giganti asiatici.
Un mercato in rapida riconfigurazione
Nel secondo trimestre 2025, i dispositivi assemblati in India hanno raggiunto il 44% delle importazioni statunitensi, contro il 13% dello stesso periodo dell’anno precedente: una crescita del 240% secondo Canalys. Parallelamente, la quota cinese è crollata dal 61% al 25%, superata anche dal Vietnam (30%). Dietro questo spostamento c’è soprattutto Apple, che ha diversificato la produzione spostando parte significativa dell’assemblaggio dalla Cina all’India.
Nuova Delhi non punta solo a produrre per conto terzi. La National Telecom Policy 2025 delinea obiettivi ambiziosi per il 2030: raddoppio delle esportazioni telecom, aumento del 150% della produzione manifatturiera, copertura 5G per il 90% della popolazione. La Bharat 6G Alliance mira addirittura a detenere il 10% dei brevetti globali sul 6G, mentre l’operatore statale BSNL prevede una crescita del 30% annuo grazie a reti interamente domestiche.
I nodi da sciogliere
Restano però ostacoli strutturali. L’ARPU mobile indiano è solo un terzo di quello cinese, limitando i margini di investimento, e il 64% della popolazione vive ancora in aree rurali, complicando l’espansione di infrastrutture avanzate. Sul fronte industriale, l’India eccelle nei servizi IT globali ma fatica a costruire un ecosistema hardware competitivo: Huawei, Xiaomi e Oppo dominano ancora rispetto a marchi indiani come Tejas, Micromax e Lava.
Nonostante il divario, i progressi sono evidenti. Un decennio fa, la penetrazione 4G in India era sotto l’1%, oggi tre quarti delle connessioni sono 4G o 5G, con il mercato consolidato in cinque operatori principali. Il sorpasso negli smartphone verso gli USA è quindi il segnale tangibile di una capacità manifatturiera in crescita, che potrebbe aprire la strada a un ruolo più ampio nelle telecomunicazioni globali, purché l’India riesca a replicare, almeno in parte, il modello integrato che ha reso la Cina un colosso tecnologico.