iPad con chip Intel se Apple non fa troppo la schizzinosa

Secondo un analista, Apple e Intel potrebbero siglare un accordo che permetterà alla casa di Cupertino di usufruire delle fabbriche Intel. Al tempo stesso i chip Intel arriveranno su iPad, conservando la presenza su iMac e Macbook.

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a cura di Manolo De Agostini

Apple potrebbe far produrre i chip di iPhone e iPad a Intel. Ne è convinto Doug Freedman, analista di RBC Capital, secondo cui l'azienda di Cupertino potrebbe rivolgersi al partner siglando un patto senza precedenti. Come noto da tempo, Apple sta cercando di smarcarsi dalla rivale Samsung per la produzione dei componenti dei propri dispositivi. Si tratta di un passaggio però più facile a dirsi che a farsi, dato che l'azienda californiana non può affidarsi a una fabbrica che non garantisca il volume produttivo necessario per coprire la domanda di iPhone e iPad.

Da tempo si parla di un accordo con TSMC, il colosso taiwanese della produzione per conto terzi, ma non è ancora chiaro se e quando inizierà la collaborazione. Non mancano gli scettici a tal riguardo e allora il mondo degli analisti lascia aperta un'altra porta, quella del clamoroso accordo con Intel.

L'azienda di Santa Clara ha un vantaggio sulla concorrenza quanto a tecnologie e impianti, ma in questo momento ha due problemi. Il primo è il sottoutilizzo delle fabbriche, cioè produce molto meno di quanto potrebbe fare.

Si tratta di una logica conseguenza della crisi del mercato PC e del fatto che Intel non ha ancora un'adeguata presenza in tablet e smartphone. Non è un caso quindi che nell'ultimo anno l'azienda abbia aperto i suoi impianti ad altre realtà come Achronix, Netronome e Tabula, e che allo stesso tempo si parli di un possibile ritardo degli investimenti sui 14 nanometri.

Il secondo è invece il possibile passaggio di Apple tra qualche anno all'architettura ARM anche su iMac e Macbook, ventilato a più riprese in questi anni, l'ultima poche settimane fa. Intel non ha ovviamente intenzione di perdere un partner così prezioso, che vende più del mercato e che è certamente un brand di prestigio.

Per questa serie di motivazioni, Doug Freedman prevede che Intel accetterà di produrre i chip ARM di iPhone e iPad a patto che Apple integri i suoi processori x86 all'interno di nuovi prodotti, oltre che continuare a farlo nella gamma dei Mac. Altre fonti a tal proposito però parlano di negoziati avviati e interrotti più volte negli ultimi due anni.

"Per far funzionare questo accordo, Apple deve usare i chip di Intel nell'iPad di prossima generazione in modo che il gigante dei semiconduttori inizi a produrre i chip ARM", si legge su thedroidguy.com. Un muro contro muro, almeno apparentemente, ma che secondo la fonte non fermerebbe le due aziende dall'intavolare nuove trattative in futuro.

Il quadro proposto dall'analista appare bizzarro, ma va comunque analizzato. Un accordo per l'uso delle fabbriche significherebbe per Intel una sconfitta al tavolo delle trattative, ma al tempo stesso le consentirebbe d'incamerare denaro e mantenere gli impianti a regime. Sarebbe però una sorta di autogoal, perché andrebbe ad alimentare l'ecosistema ARM. Inoltre ci sarebbe certamente un contraccolpo d'immagine, perché significherebbe che Intel non è in grado di garantire ad Apple quanto invece può offrirle l'architettura ARM.

C'è poi l'altra parte del teorico accordo, cioè usare i chip Intel nell'iPad. Apple in questo modo si troverebbe ad avere un ecosistema iOS frammentato, con due architetture differenti. Nulla di irrisolvibile, ma certamente un dispendio di energie, denaro e uomini che nessuna azienda sana di mente deciderebbe di attuare. È maggiormente plausibile che Apple adotti chip ARM per Macbook e iMac, anzichè il contrario, a meno che Intel non presenti alla casa di Cupertino un progetto così convincente che la induca ad abbandonare i chip ARM anche su iPhone.

D'altronde se Apple ha problemi di approvvigionamento di processori, li ha nel complesso, e non solo per un prodotto specifico. Insomma, Intel e Apple avrebbero sicuramente dei vantaggi reciproci nel rivolgersi l'una all'altra, ma al tempo stesso tanto da perdere, motivo per cui al momento è difficile pensare che si trovi un'intesa finale.

Apple tra l'altro ha preso una decisione ben precisa acquisendo diverse aziende con competenze tecniche specifiche in ambito ARM, tanto da iniziare a sviluppare architetture modificate quel che basta da poter quasi essere definite originali. Francamente dubitiamo in una marcia indietro della casa di Cupertino, a meno che Intel non metta sul piatto la classica "offerta che non si può rifiutare". Ai posteri l'ardua sentenza.