Kindle Fire: prenotazioni record, meglio dell'iPad

Amazon è triste per i risultati finanziari, ma le prenotazioni del Kindle Fire viaggiano a un ritmo di 50mila al giorno. È probabile che sui conti si faccia sentire la strategia sotto-costo giocata sulla linea Kindle: si stima che ogni Fire venduto faccia perdere 50 dollari.

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a cura di Dario D'Elia

Amazon piange sui ricavi ma esulta per il boom delle prenotazioni legate al suo nuovo tablet Kindle Fire. Ieri il colosso statunitense ha reso noti i risultati finanziari del terzo trimestre: le vendite sono cresciute del 44% rispetto allo scorso anno, superando i 10 miliardi di dollari, ma i ricavi sono crollati a 79 milioni (contro i 268 precedenti). Insomma, le aspettative degli analisti e dell'azienda sono state deluse.

Probabilmente il business di Kindle non è sufficiente a giustificare questa situazione ma si propone come una buona chiave di lettura. "Pensiamo alle economie del business Kindle, pensiamo alla totalità", ha dichiarato il fondatore e l'AD Jeff Bezos. "Pensiamo al valore a lungo termine di questi dispositivi. Quindi non stiamo valutando solo le economie del dispositivo e degli accessori. Pensiamo ai contenuti".

Kindle Fire

Il concetto è semplice e tradotto in termini comprensibili indica una strategia commerciale a metà strada tra quella adottata dai produttori di console di videogiochi e quella Apple. Da una parte si cerca di favorire le vendite riducendo al minino i margini di ricavo sui dispositivi, e in qualche caso estremizzare fino alla perdita. Lo stesso che hanno fatto Sony e Microsoft quando sono sbarcati sul mercato con Xbox 360 e PS3. Il tutto ovviamente per tenere i listini bassi e aumentare di conseguenza la massa critica di clienti.

Dall'altra si crea un ecosistema (stile Apple) che possa soddisfare ogni esigenza e che in qualche modo disincentivi l'approvvigionamento di contenuti esterni – si pensi ad esempio a musica, video o e-book, ma anche software. 

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Ovviamente non tutti pensano che questa strategia possa dare i suoi frutti, ma dato che è fondamentalmente a lungo termine bisognerà attendere almeno un anno per una valutazione definitiva. Gene Munster di Piper Jaffray ha stimato che Amazon perde circa 50 dollari per ogni Kindle Fire venduto. Insomma, si tratta di un prodotto sotto-costo e infatti il listino di 199 dollari è senza dubbio allettante. Per l'analista Mark Moskowitz di J.P. Morgan, però, non c'è nulla di impressionante in questo tablet; lo stesso prezzo stracciato potrebbe allontanare alcuni clienti.

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Oggi, grazie a uno scoop di Cult of Android, abbiamo almeno la conferma che le vendite di Kindle Fire andranno benissimo. Una fonte verificata che lavora per Amazon a Seattle ha fornito le immagini del sistema di gestione inventario interno (ALASKA - Availability Lookup and SKU Aggregator). Ebbene, in base ai dati le prenotazioni statunitensi hanno ormai raggiunto le 2mila unità orarie, praticamente più di 50mila al giorno.  

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Se il ritmo dovesse rimanere invariato Amazon potrebbe ritrovarsi il 15 novembre (data del lancio) con più di 2,5 milioni di prenotazioni. Un record assoluto che batterebbe persino quello dell'iPad (1 milione) e dell'iPad 2 (2,5 milioni) raggiunto nel primo mese di vendite.

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In ogni caso per Amazon è già una vittoria: Motorola Xoom in un mese e mezzo non ha superato quota 100mila, mentre RIM PlayBook in un mese ha sfiorato quota 250mila e il Nook Color ha raggiunto 1 milione ma in due mesi.

Ovviamente sarebbe bene lasciare in frigo lo champagne fino al 15 novembre: una prenotazione è diversa da una vendita poiché può essere sempre annullata. Il destino di Kindle Fire è nelle recensioni e nell'abilità del marketing.