Palm è quasi a un bivio: vendita o fallimento. L'azienda, nella giornata di venerdì, è crollata del 29 percento in borsa in seguito a risultati trimestrali non proprio entusiasmanti. L'azienda ha fatto registrare una perdita netta di 22 milioni di dollari nel terzo trimestre fiscale 2010, maggiore dei 13,7 milioni persi nel secondo trimestre.
Le vendite e l'inventario sembrano essere il maggiore problema. Palm ha consegnato 960 mila smartphone nell'ultimo trimestre, ma ne sono stati venduti circa 400 mila. Rimangono quindi 500 mila prodotti sugli scaffali, per un totale di 1,15 milioni dall'inizio dell'anno fiscale.
Per questo motivo, Palm ha bloccato la produzione degli smartphone. L'obiettivo è ridurre l'inventario in possesso delle aziende di telefonia mobile.
Secondo alcuni analisti, l'azienda brucerà il denaro a disposizione in 12 mesi. Gli istituti bancari Canaccord Adams e Morgan Joseph non credono che l'azienda abbia valore e hanno recentemente tagliato il prezzo obiettivo del titolo a 0 dollari.
Elevation Partners, che ha il 30 percento di Palm, crede che il mercato smartphone possa offrire ancora grandi opportunità e perciò sostiene Jon Rubinstein nella carica di amministratore delegato.
"Jon e il suo team hanno realizzato il miglior sistema operativo mobile disponibile (webOS) e stanno lavorando per far fronte alle sfide sul breve termine con il supporto completo di Elevation", ha dichiarato un portavoce del fondo d'investimento.
Quindi, qual è il futuro di Palm? Non è un'acquisizione, dicono diversi analisti, in quanto l'azienda non ha nulla da offrire di appetitoso. A oggi lo scenario è confuso, ma urge un colpo di coda al più presto. Osservando il mercato, Palm non sembra avere grandi chance per il futuro.