Parlamento UE vota per il ritorno delle batterie rimovibili sugli smartphone

Stop alle batterie degli smartphone impossibili da sostituire. L'Europarlamento approva la proposta, ora la palla passa alla Commissione.

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a cura di Umberto Stentella

Batterie compatte, non rimovibili e difficili (a volte semplicemente impossibili) da riparare senza passare per i canali d'assistenza ufficiali. L'evoluzione del mercato degli smartphone ci ha portati qua, ma l'Unione Europea ora vorrebbe tornare indietro.

Il Parlamento dell'Unione Europea vuole vietare le batterie non rimovibili. I politici vogliono che i produttori siano obbligati ad utilizzare soluzioni più sostenibili e, in particolare, che adottino batterie che possano essere sostituite anche dall'utente finale. Ma attenzione: facilmente sostituibili non significa che i produttori dovranno tornare alla vecchia scuola, ossia agli smartphone con case facilmente apribile. Significa semplicemente che le batterie non potranno più essere incollate alla scheda madre o ad altri componenti fondamentali, rendendo la sostituzione impossibile — anche agli utenti smanettoni o ai centri di assistenza indipendenti.

L'Europarlamento ha approvato con 584 voti favorevoli (67 contrari e 40 astensioni) la sua posizione sul regolamento sulle batterie, proposto dalla Commissione europea a dicembre 2020. La proposta degli eurodeputati, rispetto alla bozza di regolamento presentata dalla Commissione, presenta obiettivi estremamente più ambiziosi e anche per questo non è detto che la proposta di nuove regole sulle batterie finisca per essere inclusa nella versione finale della legge. Aggiungiamo: un obbligo in tal senso renderebbe anche difficile, se non impossibile, la messa in commercio di smartphone con design più innovativi, come i device con schermo pieghevole. Insomma, c'è un enorme margine di mediazione. La palla ora passa alla Commissione e, quindi, al Consiglio d'Europa.

Se la proposta del parlamento venisse approvata così come formulata dall'Europarlamento, le nuove regole entreranno in vigore a partire dal 2024, tra oltre due anni. Non è l'unica proposta contenuta nella posizione del Parlamento, che ha anche proposto un nuovo sistema di labeling delle batterie - in base alla loro efficienza -, oltre che nuove regole per gli accumulatori per i mezzi di trasporto ( soprattutto monopattini, scooter elettrici e biciclette).

Le batterie devono poter essere smaltibili e prodotte rispettando i diritti umani

I parlamentari chiedono anche che la Commissione impegni la catena produttiva delle batterie  a rispettare i diritti umani e gli obblighi di diligenza, «affrontando così i rischi relativi all'approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio delle materie prime, che spesso sono concentrati in uno o pochi paesi».

Il testo include anche nuovi requisiti sullo smaltimento delle batterie. In particolare, il parlamento vuole anche che il regolamento introduca dei livelli minimi per la quantità di cobalto, piombo, litio e nichel che dovrebbe essere recuperata dai rifiuti e riutilizzata per nuove batterie. La proposta fissa anche nuovi obiettivi di raccolta più rigorosi per le batterie portatili.

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