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Poco M3 recensione: è davvero un best-buy?

Recensione Poco M3, smartphone di fascia bassa con 4 GB di RAM e batteria da 6.000 mAh. In Italia, a partire da 159 euro.

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Avatar di Lucia Massaro

a cura di Lucia Massaro

Pubblicato il 10/12/2020 alle 10:48 - Aggiornato il 09/08/2022 alle 13:55

Poco M3 è il nuovo smartphone di fascia bassa uscito dall’ala di Xiaomi. L’attenzione attorno a questo dispositivo è tanta e il motivo è principalmente uno: il prezzo. Arriva in Italia a partire da 159 euro per la versione 4/64 Gigabyte fino ad arrivare a 179 euro per il modello con 128 Gigabyte di memoria interna. È questo infatti il prezzo di vendita, al di là di quelle che sono state le promozioni di lancio. Ed è tenendo a mente questo prezzo che bisogna giudicare e analizzare il nuovo arrivato.

Lo smartphone mette a disposizione una scheda tecnica interessante, almeno sulla carta. Il posizionamento scelto è strategico in quanto Poco M3 va a occupare una fascia di prezzo spesso trascurata dai produttori di smartphone. Sta diventando sempre più difficile riuscire a individuare prodotti economici in grado di offrire delle buone prestazioni. Xiaomi e Poco (brand diventato ora indipendente) hanno intercettato questa esigenza da parte dei consumatori e hanno fatto la loro proposta. Per questo motivo, forse, diventerà uno degli smartphone più venduti in queste festività natalizie. Tuttavia, non bisogna illudersi. I limiti ci sono. Affronteremo questa recensione chiedendoci se Poco M3 è davvero il nuovo best-buy.

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Design e display

Poco M3 ha un design riconoscibile, almeno per quanto riguarda il pannello posteriore. La scocca è particolare, diversa. È realizzata in plastica ruvida con un effetto simil-pelle. La sensazione al tatto è ovviamente lontana da quella offerta dalla vera pelle o dal vetro, ma è comunque piacevole. Nella colorazione nera in nostro possesso, sono molto visibili le ditate che – considerando la particolarità del materiale – non vengono nemmeno via facilmente. È disponibile anche nelle varianti cromatiche Blu e Giallo, più accattivanti.

Una placca lucida posizionata sulla parte superiore della back cover ospita il comparto fotografico composto da tre fotocamere e Flash LED e l’appariscente scritta “POCO”. Il contrasto tra la parte opaca e la parte lucida della scocca è davvero interessante. Peccato per il logo che rappresenta – a parer mio – una nota stonata. Qui però siamo su un piano puramente soggettivo. La stessa peculiarità è stata apprezzata, per esempio, da altri colleghi di MobileLabs.

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Seguendo le tendenze del momento, le dimensioni non sono contenute ma si riesce comunque maneggiare senza particolari problemi. Il bordo destro ospita il bilanciere del volume e il pulsante di accensione di forma incavata che ospita anche il sensore biometrico per il riconoscimento delle impronte digitali. A tal proposito, devo ammettere che il sistema non si è rivelato sempre preciso e rapido costringendomi in alcuni casi a inserire la password per sbloccare lo smartphone. Presente anche il riconoscimento del volto con un funzionamento nella media.

A sinistra, troviamo il carrellino che può ospitare contemporaneamente due SIM e una micro-SD per l’espansione di memoria. In basso, sono presenti la porta Type-C, il microfono e l’altoparlante che funziona in abbinata con la capsula auricolare per un effetto stereo (caratteristica più unica che rara in questa fascia di prezzo). La qualità è nella media. Sul bordo superiore, infine, trova posto il jack audio da 3,5 mm.

Poco M3 integra un display IPS LCD da 6,53 pollici con risoluzione Full-HD+. Il pannello risulta abbastanza luminoso. La luminosità automatica tende a essere un po’ pigra andando verso valori inferiori rispetto a quelli necessari. In pratica, molto spesso ho dovuto regolare manualmente la luminosità, aumentandola. La qualità dello schermo è discreta con angoli di visione sufficienti. Inoltre, il trattamento oleofobico è quasi inesistente. Il pannello anteriore e posteriore si sporcano con una velocità incredibile. Insomma, coerente con la fascia di prezzo di appartenenza se consideriamo dispositivi intorno o al di sotto di 150 euro ma sottotono se invece pensiamo a smartphone intorno a 179 euro.

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In questo segmento, anche poche decine di euro di differenza possono far cambiare il giudizio sulla qualità generale di un prodotto. Durante i giorni di test, mi sono trovata più volte a pensare che probabilmente Poco M3 potrebbe essere considerato un best-buy nella versione 4/64 GB, ma non in quella più costosa. A 179 euro infatti è possibile reperire smartphone con una migliore resa generale. Penso a Realme 7, a OPPO A72, a Redmi Note 9S o anche a Redmi Note 8 Pro.

Prestazioni, autonomia e fotocamera

Il cuore pulsante di Poco M3 è lo Snapdragon 662 di Qualcomm con 4 Gigabyte di RAM e una memoria interna da 64 Gigabyte (UFS 2.1) o 128 Gigabyte (UFS 2.2) sempre espandibile (è quest’ultima la versione in nostro possesso). Se da una parte, considerando la fascia di prezzo, non mi aspettavo che fosse un fulmine; dall’altra, considerando il tipo di processore e l’ottimizzazione di cui di solito godono gli smartphone nati sotto l’ala di Xiaomi, mi aspettavo di più in termini prestazionali. Si sono registrati rallentamenti e qualche lag di troppo, oltre alla poca reattività in alcuni momenti.

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È doveroso sottolineare che nel giro di pochissimi giorni sono stati rilasciati due aggiornamenti che, in entrambi i casi, puntavano ad aumentare la stabilità di sistema e a ridurre il ritardo. Insomma, non è escluso che le prestazioni possano migliorare attraverso degli aggiornamenti software. La nostra recensione giudica le prestazioni nel momento in cui testiamo il dispositivo. Apporteremo degli aggiornamenti qualora dovessimo riscontrare miglioramenti.

Abbastanza completa la connettività che include anche radio FM e porta infrarossi. Peccato per l’assenza del chip NFC che – considerando anche la crescita dei pagamenti digitali – sarebbe stato gradito. Ciò che mi ha creato non pochi problemi invece è stato il sensore di prossimità che funziona male. Questo comporta che in chiamata si disattivi involontariamente l’audio, si metta in attesa la chiamata, si cominci a digitare con la guancia i pulsanti del tastierino o si passi inavvertitamente in modalità vivavoce. Discorso analogo per gli audio di WhatsApp.

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Ottima l’autonomia garantita da una capiente batteria da 6.000 mAh che – con il mio solito utilizzo – mi ha permesso di stare lontana dalla presa elettrica per due giorni consecutivi a fronte di 5 ore di display attivo. La ricarica rapida è a 18W ma in confezione troviamo un caricatore a 22W.

Arriviamo infine al comparto fotografico che – sul retro – si compone di tre fotocamere. Il sensore principale è da 48 Megapixel (1.8) è abbinato a due sensori da 2 Megapixel (f/2.4) per gli scatti macro e per gli scatti in modalità ritratto (fondo sfocato). La sensazione è che queste ultime due fotocamere servano solo a far numero. Non hanno una vera e propria utilità e nemmeno sorprendono. Vi ritroverete quasi sempre a utilizzare il sensore principale. Sarebbe stato decisamente più utile un grandangolare.

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Anche in questo caso, mi aspettavo di più dalla fotocamera da 48 Megapixel. Nella maggior parte dei casi, le immagini sono davvero poco definite e il rumore digitale è visibile anche nelle foto di giorno, con il conseguente effetto granuloso. Peggiorano le prestazioni di notte, dove neanche l’apposita modalità riesce a cambiare molto i risultati.

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Decisamente sottotono la fotocamera anteriore da 8 Megapixel dove il rumore digitale è davvero troppo presente anche in buone condizioni di illuminazione. Insomma, un comparto fotografico che non mi ha affatto convinta nemmeno considerando la fascia di prezzo. Anche in questo caso, speriamo che la situazione possa migliore con futuri aggiornamenti software. A tal proposito, a bordo troviamo Android 10 personalizzato con l’interfaccia grafica MIUI 12, con tutte le funzioni e personalizzazioni che abbiamo imparato a conoscere in questi anni.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

Alla fine della recensione, avrete sicuramente intuito qual è la mia risposta alla domanda presente nel titolo. Poco M3 è davvero un best-buy? Come scritto in precedenza, potrebbe essere considerato tale probabilmente solo nella versione 4/64 Gigabyte dove l’unica vera alternativa è OPPO A52 venduto alla stessa cifra. O anche se scendesse alle stesse cifre delle offerte di lancio. La versione da 128 Gigabyte ha un prezzo di listino di 179 euro, una cifra che lo porta a scontrarsi con prodotti in grado di fare meglio: Realme 7, Redmi Note 9S o Redmi Note 8 Pro, solo per citarne alcuni.

Poco M3 è comunque il prodotto ideale da regalare al proprio genitore che svolgerebbe semplici operazioni quotidiane o a un vostro giovanissimo parente che sta per ricevere il primo smartphone. Non è un prodotto dalle grandi pretese e non possiamo nemmeno averle in questa fascia di prezzo. Una migliore reattività del sistema e una migliore qualità fotografica avrebbero reso il nuovo arrivato un prodotto consigliabile anche ad altre categorie di utenti. Allo stato attuale e in attesa magari di futuri aggiornamenti, resta un prodotto economico che fa quel che deve.

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