Il mondo della tecnologia e dei videogiochi è costellato di esperimenti bizzarri, di appassionati che si chiedono "e se...?" per poi tentare l'impossibile. L'ultima di queste imprese, che si colloca a metà tra il genio e la follia, ci mostra il celebre gioco di ruolo The Witcher 3: Wild Hunt in esecuzione non su un potente PC da gioco o su una console di ultima generazione, ma sullo schermo minuscolo di uno smartwatch.
A compiere l'impresa è stato l'utente di Reddit BranaMitrovicFloyd, che ha pubblicato un video diventato rapidamente virale. Le immagini mostrano Geralt di Rivia, il protagonista del capolavoro di CD Projekt RED, muoversi nel vasto mondo di gioco attraverso il display di un Samsung Galaxy Watch Ultra. La performance, a detta dell'utente, è "funzionante al 100% e fluida", un risultato notevole che ha subito catturato l'attenzione della comunità online.
Come è possibile un simile miracolo tecnologico? La risposta non risiede nella potenza di calcolo del dispositivo indossabile, ma in un servizio chiamato GeForce Now. Chiariamo subito l'equivoco: il gioco non sta girando localmente sull'orologio. GeForce Now è la piattaforma di cloud gaming di NVIDIA, il che significa che tutta l'elaborazione grafica e computazionale viene eseguita su potentissimi server remoti. Il gameplay viene poi trasmesso in streaming video all'orologio, che agisce in pratica come un semplice ricevitore, un micro-schermo connesso a internet. In questo senso, l'esperimento non è una dimostrazione della potenza di calcolo del processore del Galaxy Watch, quanto piuttosto una testimonianza dell'efficienza dell'hardware di rete, del browser integrato e della qualità della connessione internet.
Lo stesso utente ammette la natura paradossale del suo test, definendolo "assolutamente inutile e stupido, ma una buona testimonianza di quanto siano buoni l'hardware e il browser moderni". E come dargli torto? Giocare a un titolo dalla grafica ricca e complessa come The Witcher 3 su uno schermo di pochi pollici è un'impresa titanica. I dettagli del magnifico mondo di gioco si perdono, i testi sono illeggibili e l'interfaccia, pensata per monitor di ben altre dimensioni, diventa un puzzle incomprensibile. Per interagire, l'utente ha dovuto ricorrere a un pennino (stylus), data l'impossibilità di usare le dita sui minuscoli comandi virtuali a schermo.
L'esperienza di gioco è, a tutti gli effetti, un esercizio di frustrazione. Tuttavia, il punto non è la praticità, ma la prova di concetto. Dimostra che i nostri smartwatch sono diventati terminali connessi incredibilmente versatili. In teoria, con una buona connessione e un controller Bluetooth associato all'orologio, l'esperienza potrebbe persino diventare marginalmente più gestibile, per quanto resti una soluzione a dir poco scomoda.
Questo evento si inserisce in un filone di "hacking" e sperimentazione su dispositivi indossabili che sta prendendo sempre più piede. Solo pochi mesi fa, un altro utente di Reddit aveva fatto notizia mostrando l'emulatore PPSSPP in esecuzione su un Galaxy Watch5. In quel caso, però, la sfida era ancora più impressionante dal punto di vista dell'hardware locale: i giochi per la console portatile di Sony (PSP) giravano direttamente sull'orologio, sfruttando la potenza del suo processore, e a quanto pare la maggior parte dei titoli testati raggiungeva i 60 frame al secondo.
Mentre l'emulazione locale testa i limiti della potenza di calcolo del silicio, lo streaming via cloud come in questo caso di The Witcher 3 testa i limiti della connettività e della versatilità del software. Entrambi gli esperimenti, sebbene inutili per il gaming di tutti i giorni, sono finestre affascinanti sul futuro della tecnologia indossabile. Ci dicono che i limiti di questi piccoli dispositivi sono sempre meno legati all'hardware e sempre più alla nostra immaginazione e, naturalmente, alle dimensioni dello schermo. Per ora, continueremo a giocare a The Witcher 3 sui nostri TV e monitor, ma sapendo che, da qualche parte nel mondo, un "pazzo" avventuriero potrebbe aver provato a giocarlo dal suo polso.