La community PC di Battlefield 6 (acquistabile qui) sta ricorrendo a metodi non convenzionali per aggirare il crossplay obbligatorio, modificando manualmente i file di gioco per evitare di affrontare i giocatori console. Una pratica che riaccende il dibattito sempreverde sull'aim assist nei shooter competitivi e sul bilanciamento tra piattaforme, questione spinosa che da anni divide le community di titoli come Call of Duty, Apex Legends e ora anche l'ultimo capitolo della serie DICE. La controversia non è nuova, ma il fatto che i giocatori stiano letteralmente hackerando i propri file di configurazione per disabilitare una funzione integrata nel gioco dimostra quanto la frustrazione sia ormai a livelli critici.
Il metodo, diffuso su X dal giocatore competitivo svedese Ottr, richiede di accedere ai file Steam di Battlefield 6, specificatamente al profilo PROFSAVE, e inserire una singola riga di codice per disattivare forzatamente il crossplay. Al momento questa soluzione presenta un problema significativo: data la scarsa adozione del trucco, chi lo applica finisce quasi inevitabilmente in lobby popolate principalmente da bot, rendendo l'esperienza di gioco poco soddisfacente. Ottr spera però che, diffondendosi la pratica, si possa raggiungere una massa critica di giocatori sufficiente a garantire "partite solide" senza dover ricorrere ai riempitivi artificiali.
La ragione dietro questa rivolta digitale è chiara: l'aim assist fornito ai controller su console viene percepito come un vantaggio sleale dalla fascia più competitiva dei giocatori PC. Su Xbox Series X|S e PlayStation 5, la stragrande maggioranza degli utenti utilizza il controller standard per giocare, hardware che per sua natura offre una precisione inferiore rispetto alla combinazione mouse e tastiera. Per compensare questo gap, Battlefield Studios implementa un sistema di assistenza alla mira che aiuta i giocatori console a rimanere competitivi contro le prestazioni superiori del mouse.
Gli sviluppatori hanno annunciato un nerf all'aim assist in arrivo prossimamente, ma hanno confermato che la riduzione del rinculo del 25% per i controller rimarrà attiva ancora per un periodo indefinito. Questo significa che, sebbene l'assistenza alla mira verrà attenuata, i giocatori console continueranno a beneficiare di un controllo del rinculo superiore, elemento tutt'altro che trascurabile in uno shooter tattico dove la gestione del pattern di sparo è fondamentale.
Va sottolineato che questa modifica ai file non impedisce affatto ai giocatori PC di collegare semplicemente un controller al proprio sistema e sfruttare gli stessi vantaggi dell'aim assist. In teoria questo non dovrebbe costituire un problema: chi è disposto a compiere questi passaggi tecnici per disabilitare il crossplay sta esplicitamente cercando un'esperienza libera dai controller, punto. L'assunzione è che questi giocatori vogliano un ambiente puramente mouse-keyboard, dove skill meccanica e precisione del puntamento non siano influenzate da algoritmi di compensazione.
La questione dell'aim assist non è certamente esclusiva di Battlefield 6. La community competitiva di Call of Duty discute animatamente da anni dei vantaggi concessi ai giocatori console, con flame war che esplodono regolarmente sui social e nei forum dedicati. Situazione analoga per Apex Legends, che in passato ha dovuto rivedere più volte il proprio sistema di aim assist dopo feedback veementi dalla player base PC, che lo riteneva eccessivamente generoso al punto da rendere alcuni movimenti e tracking praticamente automatici.