Il panorama indie continua a regalare esperienze uniche e divisive, e Blue Prince rappresenta perfettamente questa dicotomia. Il puzzle game sviluppato da Tonda Ros ha conquistato critica e pubblico anglofono per la sua natura sperimentale e i meccanismi profondamente legati alla lingua inglese, ma proprio questa caratteristica distintiva sta sollevando un dibattito acceso nella community: il gioco rimarrà esclusivamente in inglese, escludendo di fatto una fetta consistente di giocatori potenziali. Una scelta che il creatore difende con fermezza, spiegando come una localizzazione equivarrebbe a "creare un secondo gioco" da zero.
La questione non è meramente tecnica ma tocca il cuore del game design stesso. Come dichiarato dallo sviluppatore in un'intervista a Polygon, Blue Prince basa gran parte delle sue meccaniche su giochi di parole e wordplay che rendono la traduzione "quasi impossibile" senza stravolgere completamente l'esperienza. Non si tratta quindi di una semplice questione di budget o tempo, ma di preservare l'integrità artistica di un progetto che vive e respira attraverso le sfumature della lingua inglese.
Questa posizione ha generato reazioni contrastanti. Da un lato, i giocatori non anglofoni lamentano l'impossibilità di accedere a un titolo acclamato dalla stampa specializzata, rendendolo virtualmente ingiocabile per chi non padroneggia perfettamente l'inglese. Dall'altro, c'è chi apprezza la coerenza creativa e riconosce che certe opere d'arte interattive non possono e non devono essere forzate in formati che ne comprometterebbero la visione originale.
Ma Ros va oltre, escludendo anche la possibilità di un sequel diretto. "Voglio che tutti i miei progetti possano reggersi da soli ed essere cose uniche", ha spiegato il developer, citando come esempio di approccio ideale la relazione tra Myst e Riven: due giochi ambientati nello stesso universo ma radicalmente diversi nell'esecuzione, piuttosto che un mero "Myst 2". Questa filosofia di design rappresenta una posizione netta contro la tendenza odierna del gaming, dove franchise di successo generano inevitabilmente sequel numerati e spin-off.
Non è comunque escluso che il mondo di Blue Prince possa tornare in futuro, ma con modalità completamente differenti. Lo sviluppatore ha lasciato aperta la porta a un eventuale progetto ambientato nello stesso universo narrativo, pur specificando che potrebbe addirittura appartenere a un genere completamente diverso. L'unica certezza è che, qualora si concretizzasse, il nuovo titolo "prenderebbe gli stessi rischi che ha preso Blue Prince".