Come abbiamo accennato prima, le operazioni possono essere "programmate" nell'Arca. Questo centro di comando presenta al suo interno anche altre attività e postazioni di interesse per organizzare la propria squadra tra una missione e l'altra. Non abbiamo avuto modo di poter testare con calma ogni elemento in quanto vengono sbloccati mano a mano, ma saranno presenti diversi servizi.
Si possono trovare l'armeria, la modifica delle auto, la sala simulazioni dove poter testare gli agenti in varie sfide di combattimento o il banco delle richieste. Quest'ultimo permette di potenziare l'agenzia a livello generale acquistando dei miglioramenti da una lista, come la riduzione dei tempi di recupero dello scatto.
Abbiamo fatto una prova anche con la modalità Conflitto Globale. Da questo pannello si possono inviare in missioni sparse per il globo gli agenti momentaneamente disoccupati. Ogni missione extra avrà un costo, una durata di completamento automatico e delle ricompense, mentre serviranno delle chiavi per sbloccare altre regioni coinvolte nel conflitto. All'inizio si partirà da una zona e si dovrà proseguire per sbloccarle tutte.
Ci sono molte attività da svolgere in Agents of Mayhem che concorreranno a far salire il livello dell'agenzia stessa. Reclutare agenti e farli salire di livello è sicuramente un buon modo, ma anche ottenere i punti di teletrasporto dislocati nella mappa. Oltre a questo tipo di elementi aggiuntivi troviamo missioni secondarie più simili a quelle già viste in Saints Row come la conquista di avamposti nemici. Il gioco ci ha condotti verso strutture molto alte, aiutati da elevatori e dalle nostre abilità.
Per completare la conquista dell'avamposto LEGION abbiamo seguito due diversi obiettivi: distruggere un certo numero di equipaggiamenti - macchinari e casse varie - e fare l'hacking di grossa antenna radio. Le cose sono meno semplici di quanto sembra perché saremo costantemente sotto tiro nemico.
Ci arriveranno contro dai soldati più semplici a quelli d'elite, tuttavia ai fini del completamento della missione non sarà necessario ucciderli tutti ma attenersi ai due obiettivi della missione.
In altri incarichi ci siamo ritrovati a doverci appropriare di un veicolo, o a distruggere i "generatori d'odio" delle strutture sviluppate in altezza con dei pannelli che girano e che rappresentano anche i bersagli da dover distruggere e, perché no, anche a fermare delle trivellazioni di materia oscura.
Conclusioni
Non sappiamo bene quanta e quale sarà l'effettiva varietà del gioco completo; la paura è sempre la stessa di ogni open-world: a lungo andare la struttura delle missioni tende ad assomigliarsi. In circa tre ore però abbiamo completato meno del 20% ed è quindi prematuro sbilanciarci troppo.
Sicuramente l'introduzione di un team di agenti con relative storie personali e stili di combattimento più una buona possibilità di personalizzazione, contribuisce ad accrescere il numero delle attività interessanti da svolgere.
L'aggiunta di elementi da gioco di ruolo dà una struttura al potere indiscriminato di Saints Row IV contenendolo e dando la possibilità di adattare il proprio trio di agenti allo stile di gioco preferito. I movimenti sono fluidi e il gioco si conferma divertente da giocare anche senza i massicci eccessi a cui ci hanno abituato le produzioni Volition.
L'humour sboccato e caustico non è assolutamente scomparso, anzi ci sono personaggi come Daisy che incarnano davvero l'essenza dei Saints, ma in Agents of Mayhem si tratta più di far interagire diverse personalità tra loro, ognuna dotata della sua unicità e di un percorso personale alle spalle.
La comicità caricaturale di film d'azione e cartoni animati anni '80 è il filo conduttore di ogni azione mentre ogni personaggio ha un suo modo di chiacchierare con gli altri. Ciò è evidente e si nota dalle linee di dialogo durante una missione.
Cambiando membro del team cambia anche il tono e il soggetto del messaggio sottolineando la cura che si è riposta in questa nuova IP per far sì che ogni scambio sia credibile e non casuale. Gli agenti sono parti importanti per la storia e le vicende di gioco, non sono solo un mezzo per variare il gunplay.
L'aspetto che può spiazzare è l'assenza della modalità cooperativa, tratto distintivo delle precedenti opere Volition. È quindi giusto chiarire che si tratta di un gioco interamente singleplayer senza cooperativa e multigiocatore come più volte dichiarato dagli stessi autori, tuttavia riteniamo che con una qualsiasi modalità co-op sarebbe potuta essere ulteriormente, e dannatamente, divertente da giocare con gli amici.
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