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Children Of The Sun, un proiettile per domarli tutti | Recensione

Children Of The Sun è il gioco che non ti aspetti. Ruvido, sporco, tecnicamente grezzo ma che nasconde un gameplay talmente bello da fare scuola.

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a cura di Andrea Maiellano

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Nelle ultime decadi siamo stati abituati a rimanere sorpresi di fronte a delle piccole produzioni, realizzate in alcuni casi da team i cui membri si potevano contare sulle dita di una mano, capaci di rivoluzionare il mercato o, nel minore dei casi, di riuscire a conquistare il cuore di migliaia di giocatori, diventando dei piccoli fenomeni di culto.

Devolver Digital, su questi fenomeni, ci ha creato le sue fondamenta, spingendo gli sviluppatori a creare progetti sopra le righe da poter promuovere in tutto il globo, facendo così emergere sviluppatori che, in altri casi, avrebbero dovuto affidarsi solo alle loro limitate risorse. 

Children Of the Sun è una di queste produzioni, un titolo capace di intrattenerci per ore non per via della sua longevità, né tantomeno per il suo comparto tecnico all’avanguardia, ma esclusivamente per via di un idea di game design innovativa e splendidamente realizzata.

Un proiettile per domarli tutti

Children Of The Sun offre un comparto narrativo molto semplice ma che allo stesso tempo, tramite poche immagini a schermo sparse qua e la, permette al giocatore di unire i puntini e scoprire molto più di sulla storia creata da René Rother.

Il canovaccio è molto basilare: una ragazza di cui non ci serve conoscere il nome, mossa da una sete di vendetta insaziabile, vuole eliminare ogni membro del Culto Del Sole, una misteriosa setta che ha portato alla rovina la sua famiglia. 

Per portare a termine il suo obiettivo, la protagonista sfrutterà la sua peculiare abilità di governale i proiettili, con la quale cercherà di eliminare più bersagli con un solo, letale, colpo di arma da fuoco.

Dal punto A al punto Z, passando per B, C, D…

Quello che rende per certi versi unico il concept alla base di Children Of the Sun, è il suo gameplay a metà strada fra lo stealth e il puzzle game. 

La protagonista potrà muoversi molto limitatamente all’interno dei vari scenari, quanto basta per identificare il primo obiettivo e definire la posizione migliore per sparare il suo proiettile. 

Dal momento in cui verrà premuto il grilletto, si prenderà il controllo del proiettile. Dopo aver centrato il primo bersaglio, difatti, il tempo rallenterà, permettendo di cambiare la traiettoria del colpo e raggiungere la vittima seguente.

Viene da se che per poter riuscire a inanellare le serie di uccisioni più complesse, bisognerà studiare attentamente, e preventivamente, la posizione di tutti i bersagli, tenendo a mente che il proiettile, durante i suoi spostamenti, avrà bisogno di avere la strada libera da qualsivoglia ostacolo.

1000 modi per uccidere

Laddove le fondamenta di Children Of The Sun si ergono su questa peculiare meccanica di gameplay, una serie di power-up subentrano con il progredire dell’avventura, in maniera tale da rendere più semplice l’eliminazione dei vari bersagli, in particolar modo quelli che inizieranno a presentarsi con specifiche corazze anti-proiettile capaci di bloccare il colpo in arrivo. 

Cambi di traiettoria repentini, incremento della velocità del proiettile e correzioni nella direzione precedentemente scelta saranno solo alcuni dei “trucchetti” che bisognerà padroneggiare nel mentre che si cercherà di eliminare tutti i membri del Culto Del Sole, i quali, a loro volta, diventeranno sempre più difficili da abbattere con un semplice colpo di proiettile.

Breve ma intenso

Il pregio più grande del gameplay di Children Of the Sun, è la sua capacità di creare rapidamente dipendenza, portando il giocatore a ripetere ossessivamente la ventina di livelli che lo compongono.

Fra obiettivi secondari, leaderboards e punteggi dettati da quanto pulite saranno le multi-kill eseguite, Children Of The Sun riesce a trasformarsi molto rapidamente nell’unico gioco che si avvierà per molto, moltissimo tempo, anche in virtù del suo essere perfetto anche per delle brevi sessioni “mordi e fuggi”. 

Si entra, si rigiocano un paio di livelli, si cerca di migliorare il proprio punteggio e si spegne in attesa dei prossimi dieci minuti liberi per ricominciare.

Sporco, ruvido e per questo bellissimo

Cjhildren Of The Sun non è un gioco con un comparto tecnico pulito e all’avanguardia ma, anzi, è volutamente ruvido, sporco e ammiccante alle produzioni underground che segnarono gli anni ’90 videoludici.

Non c’è nulla in Children Of The Sun fatto per conquistare i giocatori; nulla è studiato a tavolino “per piacere a tutti”. La sua cifra stilistica è dettata solo dalla volontà di chi lo ha realizzato di risultare sporco, deviato e psicotico come la storia che racconta.

Voto Recensione di Children Of The Sun


9

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Un rompicapo con elementi da sparatutto… cosa può andare storto?

  • Storia breve ma rigiocabilità elevatissima.

  • Comparto artistico tanto grezzo quanto meraviglioso

Contro

  • Alcuni obiettivi secondari sotto tono rispetto agli standard dettati dal resto dell’opera.

Commento

Children Of The Sun è il gioco che nessuno avvicinerà nemmeno per sbaglio ma che tutti dovrebbero giocare almeno una volta nella loro “carriera videoludica”. L’ultima produzione di Devolver non ci prova nemmeno lontanamente ad ammaliare i giocatori con il suo comparto artistico, riuscendo, però, a intrappolare in un circolo vizioso i coraggiosi che decideranno di dargli una possibilità. Il gameplay è uno de più peculiari e assuefacenti che abbiamo potuto sperimentare da molto tempo a questa parte, così come la storia, nella sua apparente semplicità, riesce a far trasparire tutta la crudezza, e la spietatezza, che può emergere da un essere umano assettato di vendetta. Si, se non lo avete ancora capito, andate a giocarlo e passate a ringraziarci quando avrete posato il fucile.