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Pro
- 2D-HD decisamente in forma
- Buone aggiunte a livello ludico
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Contro
- Qualche volta la prospettiva inganna
Il verdetto di Tom's Hardware
Da qualche anno a questa parte Square Enix sta dedicando ad alcuni suoi classici del passato delle ottime operazioni di recupero, riproponendo i titoli che tanto ci avevano fatto innamorare decine di anni fa in una veste al contempo sia moderna che rispettosa della visione originale dell’opera. Tra di essi possiamo ad esempio trovare il recentissimo Final Fantasy Tactics, a cui si va aggiungere ora anche Dragon Quest I & II HD-2D Remake che riprende quanto di buono visto lo scorso anno con il remake del terzo capitolo.
Dopo avervene parlato già qualche mese fa, quando abbiamo avuto l’occasione di provarlo con mano per circa un’oretta, abbiamo avuto nelle scorse settimane l’opportunità di viverlo a pieno e di tastare con mano tutte le migliorie a cui ha pensato il publisher nipponico per l’occasione.
Una lunga storia
Nonostante la numerazione a fianco del titolo faccia pensare diversamente, cronologicamente parlando gli eventi di Dragon Quest I e II si pongono successivamente a quelli del terzo capitolo, con questo trio di avventure che vanno a comporre insieme la cosiddetta trilogia di Erdrick. Dopo aver vissuto quindi lo scorso anno le avventure in HD-2D del terzo episodio, è giunta l’ora di chiudere il cerchio e riscoprire in questa nuova versione anche il capostipite della celebre saga e il suo diretto seguito.
Volendo subito tagliare la testa al toro, il trattamento che Square Enix ha dedicato a Dragon Quest I e II è analogo a quanto visto per il terzo capitolo: un’operazione, insomma, che va a rifinire l’aspetto tecnico attraverso l’oramai noto HD-2D e ne lima anche qualche piccolo aspetto di gameplay, senza però stravolgerne struttura e appeal. A nostro modesto parere si tratta del modo migliore per andare a toccare dei mostri sacri del passato, rendendoli da una parte più appetibili ai giocatori moderni e dall’altra non inimicarsi la vecchia guardia di fan.
Attenzione però: non aspettatevi in ogni caso una riproposizione 1:1 con solo una nuova veste grafica. Oltre a svariate migliorie al sistema di gioco, di cui parleremo a breve, Square Enix e Artdink hanno infatti anche arricchito a livello narrativo i due titoli, con nuovi contenuti, location, storie e dungeon. Delle aggiunte che non stravolgono il significato dei titoli e la loro esperienza core, ma che la vanno ad allungare e arricchire, dando un'occasione anche per chi già conosce i primi due Dragon Quest a menadito di scoprire qualcosa di nuovo.
Un limpido esempio di tutto ciò è l’introduzione all’interno dei due giochi di mostri precedentemente esclusivi del terzo capitolo. Un qualcosa che va ad aumentare l’immedesimazione nei giocatori e a rafforzare i legami tra i titoli della trilogia, sottolineando come il mondo in cui si svolgono le vicende dei primi tre episodi di Dragon Quest sia condiviso.
Miglioramenti diffusi
Altre novità che Dragon Quest I & II HD-2D Remake porta con sé sono poi, come precedentemente accennato, relative al sistema di gioco e a migliorie varie alla quality of life. Nel primo capitolo, ad esempio, è possibile scontrarsi contro più di un avversario alla volta, mentre nel secondo la principessa Cannock è ora giocabile ed è presente un voiceover sia in inglese che in lingua originale.
Alcune magie sono poi diventate in entrambi i capitoli legate a delle pergamene ed imparabili solo tramite esse, mentre i sigilli di Dragon Quest 2 fanno la loro comparsa anche nel primo episodio e portano con sé bonus passivi e altri upgrade, oltre che rimanere ovviamente oggetti chiave per proseguire nella storia.
Per tutti coloro che non sopportano il ritmo dei giochi originali, Square Enix ha poi pensato di inserire un’opzione per aumentare la velocità degli scontri e anche la possibilità di attivare l’auto battling. Un qualcosa che potrebbe quasi sembrare blasfemo per i fan della vecchia scuola, ma che risulta decisamente utile in ben più di un’occasione. Dopo esservi imbattuti per l’ennesima volta in qualche scontro con mob di basso livello benedirete infatti tali aggiunte, che vi permetteranno di risparmiare tempo ed energie.
Molto interessante è poi non tanto la presenza dell’auto battling, ma come è stato implementato dal publisher giapponese. In Dragon Quest I & II HD-2D Remake, infatti, è possibile impostare per ogni singolo personaggio la propria modalità d’azione, invitandolo ad esempio a essere particolarmente aggressivo, a stare sulla difensiva, a risparmiare MP o, ancora, a curare i propri alleati. Pur non partecipando attivamente agli scontri nel caso decidessimo di utilizzare l’auto battling, vi è quindi comunque una vena strategica non indifferente, che dona valore anche a questo facilitatore.
Non mancano poi manco migliorie varie ai vari menu, la presenza di tutorial pensati per guidare i neofiti e anche l’introduzione dei marker sulla mappa che consentono di orientarsi meglio verso il proprio obiettivo ed evitano di trovarsi a girovagare in tondo alla ricerca di cosa fare. Insomma, tutte cose che non snaturano l’essenza dei giochi, ma la arricchiscono e migliorano sotto svariati punti di vista.
Passato e presente
Al netto di tutte queste comunque valide novità, il vero punto di forza di Dragon Quest I & II HD-2D Remake è sicuramente la veste grafica, che abbraccia la direzione artistica già usata più volte da Square Enix in passato. A partire dal primo Octopath Traveler del 2018, che ha aperto la strada a questo stile che amalgama saggiamente insieme sprite 2D con sfondi 3D, il publisher nipponico ha infatti riproposto con successo tale tecnologia su svariati titoli, tra cui appunto anche quello di cui stiamo parlando oggi.
Tale scelta, del resto, era a dir poco scontata e non solo perché già presa anche dal remake dello scorso anno del terzo episodio, ma soprattutto perché l’HD-2D è la scelta perfetta per qualsiasi operazione di questo tipo. Non esistono infatti altri stili artistici in grado di combinare insieme il fascino del passato con le tecnologie moderne, creando una commistione capace di prendere il meglio dai due mondi.
La bellezza degli scenari, ricreati con grande cura e attenzione con tanto di effetti di luce e altro, si sposa infatti benissimo con gli sprite retro dei vari personaggi, dando vita a un qualcosa di davvero irresistibile dal punto di vista visivo. Un effetto di valore sia nelle sezioni all’interno di qualche dungeon o villaggio, dove tutto è ben proporzionato, sia in quelle sulla mappa di gioco, dove i nostri personaggi sono invece decisamente più grandi del dovuto e spiccano su alberi e città.