El Hijo: A Wild West Tale | Impressioni della versione PS4
El Hijo: A Wild West Tale promette di regalarci un'indimenticabile esperienza stealth nel Vecchio West: ci sarà riuscito?
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a cura di Giacomo Todeschini
Editor
Chi ha detto che in un videogioco bisogna per forza ricorrere alla violenza per divertire e intrattenere? Sicuramente non Honig Studios, gli sviluppatori dietro El Hijo: A Wild West Tale, uno stealth dalle atmosfere che richiamano, come dichiarato dalla software house stessa, quelle tanto care alle opere dell’indimenticabile Sergio Leone. Un titolo dai colori particolarmente accessi e dotato di un appeal indiscutibile, di cui vi proponiamo la nostra recensione. Sarà risucito El Hijo a rendere onore al mito degli spaghetti western o l’epopea narrata da Honig Studios si sarà rivelata un’esperienza dimenticabile?
Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:
- GPU: Zotac RTX 3070 Twin Edge OC
- MOBO: Asus ROG STRIX Z370-F
- RAM: G.Skill Trident Z RGB 16GB DDR4 3200MHz
- CPU: Intel i5 8600k
- SSD: Sabrent SSD 2TB Rocket NVMe PCIe M.2 2280
- Tastiera: Corsair K70 LUX LED Rosso Cherry MX Brown
- Mouse: Fnatic Flick 2
- Cuffie: Logitech G930
- Monitor: Samsung C27HG 70 Quad HD 144Hz HDR
El Hijo: fuga nel Vecchio West
El Hijo prende piede in un soleggiato e caldo western, dove assumeremo i panni di un giovane fanciullo separato a forza dalla madre nei primissimi istanti di gioco. Trovatici prigionieri in un monastero, il nostro compito sarà quello di evadere e farsi silenziosamente strada tra le varie ambientazioni di gioco per ricongiungerci finalmente con nostra madre. Il tutto cercando nel frattempo di sventare uno strano complotto, fatto di scavi, esplosioni e, ahimè, anche tanto lavoro minorile.
Essendo il protagonista di gioco poco più di un bambino, il nostro viaggio nel west di Honig Studios ci vedrà intenti a ridare speranza ai nostri coetanei, alimentando così il loro sogno di libertà e il mito de El Hijo. I giovani e sfortunati lavoratori nel titolo prendono quindi il ruolo di una sorta di collezionabili, con il nostro personaggio che parlando con loro potrà esortarli a tenere duro e, al contempo, ricevere anche qualche piccolo favore, come ad esempio un item.
Bello, ma imperfetto
Item che sono una colonna portante del gameplay di El Hijo, visto che ci aiuteranno a superare i vari ostacoli con cui sono disseminati i vari livelli di gioco. L’obiettivo di ogni zona del titolo è infatti quella di partire da un punto A e arrivare a uno B, evitando di farci notare dai brutti ceffi, monaci, sceriffi o banditi in base all’occasione, che ci braccheranno appena entreremo nel loro campo visivo. Per evitarli potremo usare le tenebre a nostro vantaggio o i vari oggetti a nostra disposizione, come una fionda che ci permetterà di aprire nuovi percorsi o un fungo che creerà una nube in cui potremo passare come dei fantasmi completamente indisturbati.
A rendere il tutto più interessante è la costruzione dei vari livelli, che riesce a rendere ogni zona differente dalle altre e fonte di sempre nuove sfide. Ci sono però purtroppo numerose situazioni di difficile lettura, in cui è quasi fisiologico incagliarsi per svariati minuti prima di comprendere come proseguire. Situazioni fautrici di frustrazione e dovute a qualche scivolone nel level design. Un saliscendi non troppo piacevole, in cui una costruzione quasi sempre di livello si intervalla a qualche défaillance di troppo.
Peccato poi per qualche bug di troppo e dei comandi che definire imprecisi è quasi un complimento. Con mouse e tastiera ci è infatti più volte capitato di fare una cosa per l’altra o di errare nell’utilizzo di qualche oggetto. Altro grande problema è il campo d’interazione coi vari oggetti, che si rivela anch’esso spesso e volentieri impreciso e inaffidabile.
Lato artistico
Dove El Hijo non delude è invece nell’aspetto artistico e nella palette cromatica utilizzata. Monasteri, villaggi, grotte e saloon: ogni singola zona di gioco è infatti veramente bella da vedere e fa traspira la passione degli sviluppatori per il filone degli spaghetti western. Molto buoni, per quanto “abbozzati” come il resto degli elementi del titolo, i vari personaggi, realizzati in stile caricaturale e perfettamente in linea con lo spirito de El Hijo.
Impressioni della versione PS4
Domani, 25 marzo 2021, El Hijo A Wild West Tale sbarcherà anche su console e non abbiamo potuto fare a meno di prendere al balzo l’occasione per rituffarci nel western di Honig Studio nella sua versione per PS4 giocata su PS5. Le differenze con quanto avevamo visto lo scorso anno su PC sono ovviamente da cercare al lumicino e pure sulla console di casa Sony il caldo e colorato titolo mantiene tutto il suo fascino senza perdere il passo in quanto a prestazioni tecniche. Da segnalare è invece come fortunatamente il difetto principale del gioco, ossia una scarsa precisione nel prendere l’input dei tasti del giocatore al momento giusto, sembra essere stato in parte risolto, restituendo così un’esperienza molto più godibile che in precedenza.
Voto Recensione di El Hijo: A Wild West Tale
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Ambientazioni valide e ben realizzate
-
Livelli vari e divertenti
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Palette cromatica d'effetto
Contro
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Comandi imprecisi
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Qualche passaggio sottotono
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Qualche bug di troppo