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a cura di Michele Pintaudi

Editor

Con l'annuncio di Google Stadia, il mondo del gaming è stato scosso sin dalle fondamenta in una maniera forse mai vista finora. Il videogioco come lo conosciamo oggi, figlio di anni e anni di evoluzione, sta per cambiare per trasformarsi in un prodotto ben differente da quello a cui siamo abituati. Del resto, come in ogni settore dell'intrattenimento ed ogni genere di tecnologia, il progresso è qualcosa di fondamentale. Portare avanti quanto creato migliorandolo ancora e ancora e, quando necessario, sconvolgere gli standard in vigore, è infatti un percorso alla base di tutto ciò che può essere consumato.

Ogni rivoluzione ha però dei pro e dei contro, e quella in atto ovviamente non fa eccezione: in molti hanno infatti storto il naso alla presentazione di Google Stadia, forse ritenendo eccessivi i cambiamenti promessi. Un progetto del genere, anche alla luce dell'ampia gamma di caratteristiche che presenta, può in effetti essere visto da alcuni come un passo troppo lungo rispetto a quelle che sono le console: il modo “tradizionale” di videogiocare oggi. Oggi ci vogliamo focalizzare proprio su questo punto: che ruolo potranno ricoprire le console, alla luce di tutti questi cambiamenti?

Google Stadia è conoscere il passato, per capire il presente.

Google Stadia ha mostrato al mondo come può essere possibile, oggi, godersi appieno un'esperienza videoludica indipendentemente dal dispositivo adoperato: dalla televisione allo smartphone passando per il notebook, praticamente tutto potrà essere usato per giocare. Un servizio come questo, capace di portare uno stravolgimento non da poco, ha chiaramente sollevato un quesito più che legittimo: e le console?

Con l'avanzare della tecnologia i grandi produttori dovranno necessariamente adattarsi, e qualche deciso passo avanti in tal senso è già stato compiuto. Xbox Game Pass, ad esempio, dà agli utenti la possibilità di attingere da un catalogo di titoli dalle dimensioni incredibili senza richiedere il disco fisico o altri device aggiuntivi oltre alla console. Servizio simile è quello proposto da Sony con PlayStation Now, da poco approdato anche in Italia anch'esso con un parco titoli che ha dell' invidiabile.

Una risposta dunque è già in atto, e il futuro del gaming su console dipenderà da tutta una serie di questioni che ad oggi non hanno ancora trovato risposta. Pensiamo ad esempio al catalogo che può offrire Google Stadia rispetto alle esclusive presenti su console: non vi sono ancora certezze in tal senso, se non che queste ultime faranno sicuramente di tutto per mantenere nella propria scuderia il già importante numero di studi di sviluppo con cui collaborano in esclusiva.

Altro punto a favore delle console, a parer di molti, è l'assenza in molte zone del mondo – parte dell'Italia compresa – di una connessione internet in grado di supportare lo streaming di un videogioco: questa argomentazione però è valida soltanto nel periodo storico corrente, e con il miglioramento della copertura internet nei prossimi anni verrà definitivamente confutata.

Resta poi un altro fattore: la nostalgia, che possiamo chiamare anche abitudine. Si tratta in sostanza di un attaccamento a quelle che ormai sono divenute tradizioni, come nello specifico preferire a priori il classico gaming su console. Questo perché ognuno di noi ha inevitabilmente una propria storia alle spalle, fatta di ricordi che vanno da pomeriggi trascorsi a giocare all'attesa fuori da un negozio per acquistare l'ultimo capitolo della nostra saga preferita. Questo fattore potrebbe sì venire a mancare con la dipartita delle console, ma si tratta di un'eventualità che comunque abbiamo già affrontato in passato. Pensiamo a come siamo passati, diversi decenni fa, da divertirci nelle sale giochi ad acquistare degli appositi dispositivi da tenere in casa: non è stata forse una rivoluzione anche quella? Questo per dire che non smetteremo di giocare e di vivere tutte quelle esperienze che ne derivano, semplicemente potrebbe cambiare il modo con cui farlo.

La fine delle console?

Quello che Google Stadia sta facendo, insomma, non è diverso da ciò che abbiamo potuto vedere più volte in passato. In un parola: innovazione, anche a scapito della tecnologia già presente. Ciò però non deve essere interpretato come la fine di un ciclo, né oggi ma molto probabilmente nemmeno in ottica futura. Ormai è risaputo, infatti, come nell'industria delle console si stia già pianificando l'immediato futuro attraverso la nuova generazione di dispositivi: molto probabile sarà, a questo punto, una convergenza tra innovazione e tradizione. Prodotti simili a quelli che abbiamo imparato in questi anni – da PlayStation a Xbox fino a Nintendo – ma con una spinta maggiore verso le nuove tecnologie.

Un'apertura sempre più marcata verso il cloud è dunque la strada da seguire, e sarà curioso vedere come questa apertura verrà realizzata in termini pratici. Le risorse non mancano di certo, ma voler mantenere il “vincolo” della console fisica seguendo il modello classico è una mossa che richiederà un'ulteriore piccola rivoluzione. Per offrire un'alternativa ancor più spiazzante di quella proposta da Google Stadia, il mercato delle console dovrà studiare soluzioni mirate e stupire l'utente in maniera sempre maggiore.

Ragionando in prospettiva, il come non lo conosciamo ancora: come qualche anno fa non potevamo immaginare una tecnologia come quella di Stadia, oggi non possiamo sapere in che modo si proverà a superare uno standard così elevato. Le console dunque non finiranno di esistere, ma anzi si adatteranno alla rivoluzione dando vita a qualcosa di ancora più interessante che noi non vediamo l'ora di poter toccare con mano. L'idea di andare sempre più avanti, superando gli standard ancora e ancora non può che entusiasmare un videogiocatore degno di questo nome.

In conclusione vi invitiamo a dirci la vostra sulla questione: come pensate reagiranno i colossi del gaming a quanto mostrato da Google Stadia? Sarà davvero la fine delle console?

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