GTA accusato di aver ispirato una baby-gang

GTA finisce ancora una volta sotto accusa: in questo caso, avrebbe ispirato una baby-gang di Monza. La disinformazione fa nuove vittime.

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a cura di Nicola Armondi

Come troppo spesso accade, un gruppo di giovani è stato recentemente arrestato a Monza, accusati di almeno dieci rapine aggravate, atti di violenza e addirittura di un tentato omicidio. Un evento tragico che, ancora una volta, viene ricollegato senza motivo ai videogame e, più precisamente, a GTA, la creazione di Rockstar famigerata per la sua esplicita rappresentazione di azioni violente.

La "baby-gang", composta da sei membri minorenni e neo-maggiorenni, è stata per un intero anno il flagello del centro della città. I membri non si dedicavano esclusivamente a rapine, ma imponevano il proprio dominio sul territorio, aggredendo frequentemente i coetanei e le persone più deboli (come un senzatetto).

L'operazione che ha portato al loro arresto, e da qui inizia parte del problema, è stata chiamata "G.T.A. Monza", poiché i giovani, durante delle chiamate telefoniche intercettate, hanno nominato il gioco di Rockstar. Vari quotidiani italiani hanno affermato che è stato proprio il gioco a ispirare le azioni della gang. Come sempre, però, la questione è stata "risolta" in modo a dir poco superficiale.

Come riporta Agi, si tratta di un problema di disinformazione. I giovani, infatti, hanno nominato solo una volta GTA e lo stesso vicecommissario della squadra mobile, durante la conferenza stampa, ha affermato: "Non credo che in un contesto sociale in cui siamo adesso possa aver influito in modo decisivo, è chiaro che tutti i giovani oggi sono abituati a giocare ai videogiochi, anche violenti".

Inoltre, in queste situazioni spesso si ignorano elementi come il contesto sociale e famigliare degli individui coinvolti. Il collegamento violenza reale-videogame è spesso strumentalizzato dai quotidiani non specializzati, che non si preoccupano nemmeno di verificare le informazioni a disposizione.

Ricordiamoci, inoltre, che nel caso di minorenni è compito di genitori e tutori di controllare l'utilizzo di videogame. Ci sono molte opere pensate per un pubblico maturo e, anche senza essere esperti dell'argomento, è possibile capire cosa si sta per dare in mano al proprio figlio grazie al PEGI. Sulla copertina è presente un numero, che suggerisce chiaramente l'età consigliata. Inoltre, sul retro, è possibile vedere le tipologie di contenuto, che siano violenza, uso di droghe, sesso, volgarità o elementi di paura. Informarsi non è complesso, ma dopotutto è più facile pensare che è tutta colpa dei videogame violenti, come GTA.

GTA V è un successo mondiale: potete recuperarlo a questo indirizzo.