Ci sono momenti, anche per un appassionato di videogiochi come me, che sembrano quasi surreali. Per circa venti minuti, ho vissuto in uno di questi: un "what if?" diventato realtà, un sogno a occhi aperti in cui il passato glorioso di Halo si fondeva con una promessa futura. Un sogno in cui Master Chief correva, in cui l'Unreal Engine faceva brillare le strutture dei Precursori di una luce nuova e in cui, udite udite, la parola "PlayStation" veniva pronunciata nella stessa frase.
No, non è un sogno in realtà, perché tutto questo ha un nome ed è qui tra noi: Halo: Campaign Evolved.
Di recente ho avuto la grande opportunità di provare una demo di questo progetto ancora in pieno sviluppo e in arrivo l'anno prossimo su Xbox, PC e per la prima volta su PS5.
Remastered o remake?
Visto che sicuramente molti di voi si staranno facendo delle domande, è corretto fare subito delle importante precisazioni: dimenticate Halo: Combat Evolved Anniversary del 2011. Quella era una rimasterizzazione, un'eccellente mano di vernice su una carrozzeria storica. Aumentava la risoluzione, migliorava le texture, ma sotto il cofano, il motore era quello. Un lavoro che, peraltro, all'epoca non fu universalmente amato, con la sua tendenza a rendere troppo luminose le atmosfere cupe e aliene dell'originale.
Questo, invece, è un remake. Un rifacimento strutturale da cima a fondo. In sostanza, non abbiamo solo miglioramenti sull'impatto visivo, ma di differenze molto importanti sul piano ludico e contenutistico. Parliamo di un gameplay rinnovato, di missioni, armi e veicoli aggiuntivi. È un gioco che prende l'originale come base per costruirci sopra qualcosa di completamente nuovo.
Ma perché farlo? Perché adesso? Perché rifare un capolavoro del 2001 rischiando di scontentare i puristi? Le ragioni sono molteplici e sono ben contestualizzate sull'attuale situazione di Xbox e di quello che sarà il futuro del brand di Microsoft.
Sostanzialmente, i motivi sono tre. Il primo è una rivoluzione tecnica attesa da un decennio: questo è il primo Halo a girare su un motore diverso dall'originale e la scelta è ricaduta sull'Unreal Engine. E no, lo Slipspace Engine di Halo Infinite non contava: era, di fatto, l'ennesima evoluzione del vecchissimo motore grafico che la serie si porta dietro da vent'anni, con un nome diverso.
Un motore che, diciamocelo, mostrava tutti i suoi limiti tecnici. Halo Studios (nuovo nome di 343 Industries) ha finalmente deciso di cambiare rotta. Ora certamente molti di voi si staranno chiedendo: ma non potevano pensarci prima? In realtà la paura del team era giustificata, passare all'Unreal Engine significa sicuramente fatto un passo tecnologico importante in avanti, ma anche rinunciare all'evoluzione (in parte) dell'attuale Fucina, nonché il giocattolo più amato dalla community.
Ricreare un editor così complesso da zero in Unreal sarà un'impresa per il prossimo capitolo, ma era inevitabile per garantire un futuro solido al franchise che con Infinite ha subito un forte rallentamento sui contenuti proprio a causa del motore poco accessibile dagli sviluppatori.
Campaign Evolved è un po' il loro banco di prova, il modo per imparare a padroneggiare i nuovi strumenti prima di lanciarsi sul futuro della saga.
Il secondo motivo è strategico e farà sobbalzare i fan più accaniti del marchio verde: il gioco sbarcherà su PlayStation. Ebbene sì, Master Chief, l'icona di Xbox, metterà piede sulla piattaforma rivale. È una mossa epocale per attirare un pubblico completamente nuovo e far conoscere una serie leggendaria a milioni di giocatori in più.
Infine, il terzo motivo è il più doloroso ma anche il più importante: il rilancio. Non giriamoci intorno. Halo Infinite è stato un fallimento. Non il gioco in sé (che lo ricordiamo comunque come un'ottima operazione), quanto più per suo supporto post-lancio.
Quest'ultimo è stato talmente disastroso da far finire un titolo attesissimo nel dimenticatoio in tempi rapidissimi, trasformandolo in un flop sia come vendite che come live service. Serviva una scossa, un reset. E quale modo migliore per ripartire, se non dal leggendario anello che ha dato inizio a tutto?
Come è cambiato
Ma come si traduce tutto questo, pad alla mano? La demo mi ha scaricato sulla spiaggia del Silent Cartographer, una delle missioni più iconiche di sempre. L'originale durava quasi un'ora, io ho provato solo le prime fasi, ma sono bastate per farmi un'idea preliminare sul percorso intrapreso dal team per questo remake.
Le differenze sono da subito ben percettibili non appena atterrati. Partiamo dalla nota più immediata: Master Chief ora può sprintare. So cosa state pensando, puristi all'ascolto, ma non temete: se siete tra coloro che ritengono la corsa in Halo un'eresia, sappiate che sarà un'opzione disattivabile. Tra le novità è possibile dirottare i veicoli nemici in corsa, come da Halo 2 in poi, e "mirare". Non il classico aim invasivo di Halo 5, ma più un leggero zoom di supporto, molto simile a quello di Infinite, che si può tranquillamente ignorare.
Il risultato è un gioco incredibilmente più fluido. Il gun shooting ricorda da vicino l'eccellente feeling di Infinite e quindi il Chief non ha più quella "pesantezza" del 2001, che oggi risulterebbe legnosa. È reattivo, moderno, e persino il Warthog ha ricevuto un aggiornamento: ora un soldato può sedersi dietro la torretta. Piccole cose che, messe insieme, cambiano radicalmente l'esperienza.
E quei venti minuti sono stati, per me, solo l'antipasto. La demo non mostrava le aggiunte più succose. Per esempio, la possibilità di utilizzare la Lama Energetica che nel primo Halo potevamo solo subire. Torna il Battle Rifle di Halo 2 e, finalmente, potremo pilotare il Wraith, il carro pesante dei Covenant.
La vera bomba, però, sono le tre missioni inedite. Inutile ammettere che sono decisamente curioso, visto che saranno livelli prequel. Se, come spero, ci facessero vivere la fuga del Sergente Johnson e di Master Chief da Reach, si andrebbe a collegare direttamente al romanzo "La caduta di Reach", riempiendo un vuoto narrativo storico nella lore. Sarebbe incredibile per qualunque appassionato del franchise.
A chiudere il pacchetto, torna la cooperativa split-screen a due giocatori (un sospiro di sollievo) e si aggiunge la cooperativa online a quattro giocatori in crossplay. Potrete giocare l'intera campagna con tre amici, non importa se da PC, Xbox o PlayStation 5.
Un anello completamente nuovo
E poi c'è lui, l'elefante nella stanza: l'impatto visivo regalato dall'Unreal Engine 5. Mantenere lo stile artistico unico di Halo con l'Unreal Engine non era facile, il rischio di snaturarlo era altissimo. E invece, credo che Halo Studios ci sia riuscita pienamente. I colori sono quelli, il design è quello, ma elevato a una bellezza visiva che nella serie avevamo visto davvero solo con Halo, Halo 2 e Halo 4.
Gli effetti particellari sono da strabuzzare gli occhi, per non parlare dell'effetto lasciato sulla sabbia dal Warthog o l'esplosione dei Grunt... Insomma è l'Halo che sognavamo a occhi aperti da tantissimi anni.
Per quanto riguarda le performance è decisamente presto per parlarne, essendo una demo di un gioco in sviluppo e in arrivo prossimo anno. Il gioco sembra puntare ai 4K dinamici e 60 fps. La demo aveva diversi cali di framerate e animazioni mancanti, segno che comunque il lavoro da fare è ancora lungo (ma assolutamente giustificato dal fatto che siamo dinanzi a un progetto ancora nelle fasi di sviluppo.
Va comunque sottolineato che Il potenziale è importante. Persino le cutscene sono state rifatte da zero: l'inizio del Silent Cartographer è completamente diverso, con nuove inquadrature e dialoghi aggiuntivi che fanno ben capire la volontà del team di provare a fare qualcosa da diverso.
Ho notato solo una piccola criticità, un vezzo tipico dell'Unreal: il famigerato "effetto bagnato". Molte strutture metalliche dei Precursori hanno questa patina lucida, quasi umida, che in Halo non c'è mai stata e che, personalmente, non mi fa impazzire. Ma è un dettaglio davvero piccolo dinanzi a un lavoro generale davvero notevole, come il nuovo HUD (sulla falsariga di Halo 4) e un audio design completamente ricostruito che è pura estasi per le orecchie per un fan di Halo.
Tirando le somme
Halo Campaign Evolve si prospetta come molto più di un semplice omaggio al passato. È un'operazione strategica fondamentale, nonché un banco di prova cruciale per l'Unreal Engine da parte di Halo Studios e un tentativo obbligato di rilancio dopo il fallimento del supporto post-lancio di Infinite.
La demo, pur tecnicamente acerba e con evidenti lavori in corso, mostra un potenziale visivo e sonoro senza dubbio di grande livello e soprattutto fedele all'originale. Le novità di gameplay, come lo sprint, le armi aggiuntive e le missioni prequel, puntano a modernizzare l'esperienza dell'originale senza però tradire lo spirito del capolavoro del 2001.
Non resta che attendere per capire se Halo Campaign Evolved saprà essere il primo, fondamentale passo per garantire un futuro solido alla saga.