I videogiochi su PC sono ottimizzati da schifo e sempre più indietro

I videogiochi su PC non funzionano più: proviamo a capire cosa sia successo e come siamo finiti in questa situazione.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Fate attenzione, perché in giro è pieno di bugiardi. Specialmente chi sui social come Facebook e Twitter continua a ripetervi che i videogiochi su PC sono meglio rispetto a quelli su console. Già, perché tutta questa bella storia che ci siamo sempre raccontati (chi vi scrive gioca su PC da oramai quasi vent'anni), ovvero che la piattaforma migliore per eccellenza è proprio il computer, in realtà è una grossa bugia. O una dolce bugia. No, non siamo impazziti e non lo sono neanche gli sviluppatori dei titoli che arrivano ogni giorno su Steam o Epic Games, ma la realtà dei fatti a oggi è questa: chi gioca su PC è in una posizione di netto svantaggio rispetto a chi invece ha scelto Xbox Series S, Xbox Series X o PS5. E non siamo noi a dirlo, ma sono gli stessi giochi a parlare.

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Hogwarts Legacy, The Callisto Protocol, Dead Space Remake sono solamente gli ultimi giochi che hanno problemi di ottimizzazione, anche abbastanza leggeri in realtà. La situazione con Wo Long: Fallen Dynasty o Wild Hearts è ancora peggiore, mentre in passato Square Enix si è dimostrata decisamente pigra con i suoi porting, non includendo praticamente nessun tipo di opzione grafica nei suoi giochi e limitandosi a una copia 1 a 1 delle versioni console.

Il fenomeno della pessima ottimizzazione non sembra volersi fermare e c'è un serio rischio che questo trend non voglia fermarsi. Ma quali sono esattamente i motivi che hanno portato i giocatori PC a questa situazione, e cosa possiamo fare per provare a combattere un mercato che di fatto non ci considera? Come al solito, non esiste una risposta ben precisa, ma in questi ultimi giorni ho provato a tirare qualche ipotesi. Tra “complotti” e pigrizia, cercate di capire insieme a me il perché noi giocatori PC sembriamo essere destinati a non trovare la pace.

I videogiochi su PC sono un disastro e non possiamo farci niente

Il problema dell'ottimizzazione dei videogiochi su PC non è sicuramente qualcosa che abbiamo conosciuto nel corso degli ultimi anni, no. Questa storia parte da lontano e più precisamente dal 2014, quando un'azienda austriaca ha lanciato Denuvo. Si tratta di un famoso anti tamper, che nei primi anni della sua esistenza ha seriamente metto in serio rischio la sopravvivenza dei gruppi che si occupano di piratare i videogiochi per PC. Inizialmente l'anti tamper era decisamente inviolabile e non c'era praticamente nessuna possibilità di vedere sui siti pirata i titoli nuovi durante il periodo di lancio. Denuvo è stato però oramai superato da diversi anni e salvo rare eccezioni, ogni gioco viene puntualmente violato, riuscendo comunque a soddisfare le aspettative dei publisher, che oramai mirano a proteggere i loro giochi solamente per il periodo di uscita, ovvero all'incirca una decina di giorni, dove avviene il grosso delle vendite.

L'introduzione dell'anti tamper non ha però solamente messo ordine nel mercato PC, ma anche minato le prestazioni dei giochi. Nel corso degli anni sono emerse sempre più testimonianze di come in realtà Denuvo infligga duri colpi alle performance PC. La stessa versione del gioco, priva però dell'anti tamper, permette a un titolo di girare decisamente meglio. Non è poi un caso che dopo qualche mese, infatti, diversi sviluppatori decidano di rimuovere proprio Denuvo dai loro giochi. L'inserimento dell'anti tamper ha portato a un primo problema di ottimizzazione, che però è decisamente peggiorato nel momento in cui è arrivata la next gen. O meglio, quella che oggi dovremmo definire current gen.

La current gen è davvero un problema?

Come testimoniato dagli sviluppatori in un recente sondaggio, la piattaforma preferita da parte degli sviluppatori è PS5. Questo significa che la maggior parte dei progetti tripla A (che non hanno partnership particolari magari con Xbox) viene sviluppata proprio tenendo in considerazione la piattaforma di casa Sony. Tutti gli sforzi degli sviluppatori sono dunque incentrati nello sviluppo per la recente console del colosso nipponico. Questa però non può essere una scusa: d'altronde come potrebbe un team di sviluppo decidere di dedicare minori risorse alle altre piattaforme, solamente per una preferenza personale e interna?

Ci sono diverse ipotesi sul perché gli sviluppatori non lavorino più a un'ottimizzazione ideale al lancio. E PS5 non è ovviamente la colpevole. Una parte di questa superficialità potrebbe essere da imputare ai sistemi come il DLSS, ovvero l'impiego di intelligenze artificiali che scalano la risoluzione in maniera automatica per permettere a un determinato videogioco PC di girare anche su hardware più datati. Alcuni team di sviluppo potrebbero dunque decidere di non effettuare abbastanza test o semplicemente di fare affidamento su queste feature, per poi dedicarsi a un'ottimizzazione migliore nel corso delle settimane successive al lancio.

Sia chiaro: il DLSS e sistemi simili sono una manna dal cielo, ma non devono diventare un pretesto per un'ottimizzazione scadente. Sono strumenti che vengono in soccorso dei giocatori e non dei team di sviluppo, o almeno non per trascurare proprio test approfonditi ed evitare alcune rifiniture necessarie per consegnare un prodotto decisamente all'altezza delle aspettative. Forse, però, c'è dell'altro.

L'ombra di un'industria che non perdona i ritardi

Al di là delle speculazioni sulla pigrizia o sulla disponibilità di tool che potrebbero far guadagnare tempo agli sviluppatori, risparmiando così sui costi, c'è però un'altra ipotesi da tenere in considerazione. L'ipotesi in questione riguarda quanto questa industria sia oramai diventata così fiscale nella consegna dei videogiochi, per evitare di scontentare azionisti e investitori.

Se consideriamo che PS5 è la piattaforma di riferimento, appare chiaro dunque che la maggior parte delle risorse sia destinata proprio alla console Sony. Ottimizzare i giochi porta via tempo, ed è molto probabile che i team di sviluppo non abbiano fisicamente il tempo per poter mettere mano alla build per PC. Rinviare un gioco costa sempre tantissimo, sia a livello monetario che a livello di personale al lavoro e non sempre un team di sviluppo o un editore può permettersi di perdere denaro in un'industria che corre sempre più veloce, il tutto per poter rispettare la tabella di marcia. Questo non significa però che il team di sviluppo non ci tenga: la questione è semplicemente rimandata a patch post lancio, che obbligano gli sviluppatori a un crunch ossessivo e pericoloso per la salute fisica e mentale.

Il boicottaggio è l'unica soluzione?

Come ripetuto dal nostro managing editor Andrea Riviera, recentemente Digital Foundry (branchia di Eurogamer che si occupa di analisi tecniche dei giochi per PC e console) si è schierata contro la situazione attuale, chiedendo ai giocatori di non incentivare questo genere di mercato, evitando dunque i videogiochi che non sono ottimizzati e che non riescono a girare su PC. Il boicottaggio potrebbe essere davvero una soluzione? La risposta, purtroppo, è no.

Difficilmente un'azione di massa del genere porterebbe a rivedere una serie di cose nell'industria, almeno nel breve periodo. E il 2023, così come il 2024, è ricco di giochi che sembrano decisamente promettenti. Difficile dunque resistere al fascino di Starfield o Redfall, per esempio. Così come è difficile arginare questo problema: tra l'IA, un'industria troppo grande e la diffusione di cloud e gioco in streaming, appare chiaro che chi dirige gli studi di sviluppo stia probabilmente cercando di tagliare sempre di più i costi, per ottenere guadagni ancora più proficui. Il tutto sacrificando del tempo, che dovrebbe però essere essenziale, visto che i giochi costano ancora di più rispetto al passato.

Per ora è arrivato il momento di tutelarci. Noi giocatori PC dovremmo semplicemente attendere e aspettare le analisi tecniche, le recensioni dedicate alla nostra versione dei videogiochi in questione e possibilmente non prenotare. Il 100% del mercato PC è oramai completamente digitale e se perdiamo un bonus pre-order, pazienza: ci sono sempre i siti di key pronti a fornirci una versione con l'accessorio estetico.

Permettetemi, infine, un piccolo paragrafo sulla pirateria. Le versioni “craccate” dei videogiochi su PC sono illegali e scaricare illegalmente un titolo è ovviamente sbagliato. Resta il fatto, però, che se è una versione priva di Denuvo gira meglio rispetto a quella senza, si configura un altro problema non da poco: una persona che ruba qualcosa ha un'esperienza migliore della mia, che invece ho pagato (e a caro prezzo) il mio intrattenimento. Cari sviluppatori, se proprio non riuscite a ritagliarvi del tempo per un'ottimizzazione migliore, almeno cercate di non posizionare i ladri in una posizione migliore della mia. Non adottare Denuvo è già un passo in avanti, e facciamo che per un periodo ci lasceremo indietro la questione. Che ne dite, affare fatto?