Ricordate l'entusiasmo per l'arrivo di PlayStation 5 e Xbox Series X? Scatole magiche promesse di un'esperienza di nuova generazione a un prezzo, tutto sommato, contenuto.
Per anni, il mantra è stato lo stesso: le console sono più semplici, più economiche, la via d'accesso democratica al grande gaming. Mentre questo era in parte vero, negli ultimi anni si è consumata una rivoluzione silenziosa, un ribaltamento di prospettiva così graduale da essere quasi impercettibile.
Oggi, nel 2025, quella "storia" non regge più. Nonostante un costo hardware iniziale potenzialmente superiore, il PC non è più solo la piattaforma per gli smanettoni e i puristi della grafica, ma è diventato, a conti fatti, l'ecosistema da gioco più conveniente, flessibile e a prova di futuro. E il recente, discusso, aumento del PC Game Pass a 14,99 euro non è la crepa nel sistema, ma la prova definitiva di questa nuova realtà. Almeno per Xbox.
Il mito dell'hardware inaccessibile
Affrontiamo subito l'elefante nella stanza: il prezzo. "Un PC da gaming costa migliaia di euro", "Con il prezzo di una scheda video ti compri due console". Queste sono le frasi che per anni hanno allontanato i possibili fruitori che oggi prediligono una console.
Ma oggi, la situazione è drasticamente cambiata. Il prezzo delle console è lievitato, attestandosi stabilmente sui 599 euro per i modelli di punta (versione Pro anche a 800 euro), a cui vanno aggiunti i costi per un secondo controller o accessori vari.
Contemporaneamente, il mercato dei componenti per PC ha visto una concorrenza agguerrita che ha reso le configurazioni di fascia media incredibilmente performanti e leggermente più accessibili.
Con una spesa che si aggira tra i 1000 e i 1400 euro, oggi è possibile assemblare o acquistare un PC pre-assemblato in grado non solo di eguagliare, ma in molti casi di superare le prestazioni di una console.
Parliamo di macchine capaci di gestire il gaming a 1440p, una risoluzione superiore a quella a cui molti titoli console girano nativamente, e di offrire framerate più elevati e stabili (nonostante le ottimizzazioni siano spesso problematiche).
Ma l'analisi del costo non può fermarsi al mero cartellino del prezzo. Un PC è un investimento polifunzionale.
È la macchina su cui si lavora, si studia, si creano contenuti, si naviga e si fruisce di ogni forma di intrattenimento. Il suo costo viene ammortizzato su una miriade di attività quotidiane. Una console, nella stragrande maggioranza dei casi, rimane un dispositivo monofunzione. L'investimento iniziale, seppur inferiore, è finalizzato a un unico scopo, rendendolo paradossalmente un "lusso" meno giustificabile.
La vera partita si gioca sul software
Se il divario hardware si è assottigliato, è sul fronte del software e dei servizi che il PC ha sferrato il suo colpo da KO. L'argomento della "semplicità" delle console, un tempo loro vanto, si sta trasformando in un limite. Le console sono giardini recintati, ecosistemi chiusi dove il produttore detta le regole e, soprattutto, i prezzi.
Ed è qui che il PC Game Pass a 14,99 euro diventa il fulcro del discorso. Come spiegato in precedenza, questo servizio offre l'accesso a un catalogo sterminato di titoli, incluse tutte le produzioni first-party di Microsoft (che ora includono Bethesda, Activision e Blizzard) dal giorno esatto del loro lancio.
In un mercato dove i giochi per console vengono venduti a 80 euro, basta giocare a due titoli tripla A in un anno per aver già ripagato l'abbonamento annuale. DOOM: The Dark Ages, Fable, Indiana Jones e l'Antico Cerchio, Avowed, Gears of War: E-Day: l'idea di poter giocare a tutti questi capolavori attesi, e a centinaia di altri giochi, per 15 euro al mese è una proposta di valore che l'ecosistema console, al momento, non può neanche avvicinare visto che di recente l'Ultimate costa 26,99 al mese, ed è l'unico servizio che consente i day one su console.
Ma il Game Pass è solo la punta dell'iceberg. L'ecosistema PC è aperto per sua natura. Storefront come Steam, GOG, ed Epic Games Store sono in perenne competizione tra loro. Il risultato per il consumatore? Saldi continui e aggressivi, bundle a prezzi stracciati e, nel caso di Epic, giochi regalati ogni singola settimana.
Il giocatore PC non è prigioniero di un unico store digitale con prezzi imposti, ma è un consumatore libero di scegliere l'offerta migliore, accumulando nel tempo librerie immense a costi irrisori. Il multiplayer online, che su console richiede un abbonamento a pagamento (spesso di 60-70 euro l'anno), su PC è quasi universalmente gratuito.
Su PC, la retrocompatibilità è praticamente infinita. Un gioco acquistato dieci o quindici anni fa funzionerà, con qualche piccolo accorgimento, anche sull'hardware più moderno. Le console, invece, procedono a balzi generazionali, lasciando spesso indietro intere librerie di giochi.
E poi c'è il modding: una comunità globale di appassionati che estende la vita dei giochi per anni, aggiungendo contenuti, migliorando la grafica e personalizzando l'esperienza in modi che i giocatori console possono solo sognare.
L'investimento a lungo termine
Acquistare una console significa accettare un patto a tempo. Per 5-7 anni, quell'hardware rimarrà immutato, diventando progressivamente obsoleto. L'unico modo per migliorare l'esperienza è acquistare un nuovo modello "Pro" o attendere la generazione successiva.
Un PC, al contrario, è un sistema modulare e flessibile. Si può iniziare con una configurazione base e migliorarla nel tempo, un pezzo alla volta. Una nuova scheda video tra tre anni, un banco di RAM aggiuntivo tra due, un SSD più capiente quando serve. Questo approccio non solo distribuisce la spesa nel tempo, ma garantisce che la propria macchina da gioco possa rimanere al passo con i tempi senza dover ricominciare da capo ogni volta.
Si ha il controllo totale sulla propria esperienza: dalla scelta del monitor (ultrawide? 240Hz?) a quella delle periferiche (qualsiasi controller, tastiera o mouse funziona), senza essere vincolati alle scelte del produttore.
Il giardino recintato non è più un paradiso
La console non è morta, e continuerà a rappresentare una fetta importante del mercato per la sua immediatezza. Ma l'idea che sia intrinsecamente più conveniente è un mito del passato.
Il costo reale del gaming non risiede nell'hardware, ma nel software. E in questo senso, il PC sta cominciando a dominare incontrastato. Tra i saldi perenni, la competizione tra store, il multiplayer gratuito e, soprattutto, una proposta di valore incredibile (almeno per ora) come il PC Game Pass, il costo cumulativo per rimanere al passo con le uscite videoludiche è drasticamente inferiore rispetto al mondo console.
Zitto zitto e con il tempo, il PC si è scrollato di dosso l'immagine di una piattaforma elitaria e complessa per rivelare la sua vera natura: quella di un ecosistema aperto, democratico e, oggi più che mai, incredibilmente conveniente. Il giardino recintato delle console, un tempo garanzia di semplicità, oggi appare sempre più come una gabbia dorata, anche in virtù degli ultimi aumenti. Ormai possiamo scriverlo: la vera libertà, e il vero risparmio, sono altrove.