Il PSN non torna online, nuove ombre su Anonymous

Sony ha comunicato che ha bisogno di più tempo per garantire il ritorno di Playstation Network e Qriocity. Nel frattempo il Financial Times ha parlato con alcuni membri degli Anonymous e scoperto che nemmeno loro sono tanto sicuri di essere estranei ai fatti.

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a cura di Manolo De Agostini

Il ritorno del Playstation Network e di Qriocity slitta ancora. Sony, in un post sul proprio blog, ha spiegato che non può tener fede alla promessa fatta la scorsa settimana. La casa nipponica aveva garantito che i servizi sarebbero stati ripristinati gradualmente a partire da questa settimana.

"Abbiamo iniziato il processo di ripristino del servizio testando internamente il nuovo sistema. Stiamo ancora lavorando per confermare la sicurezza dell'infrastruttura di rete, e lavorando con diverse aziende esterne per testare con loro la tenuta del sistema. Verificare questo aspetto è vitale per il processo di ripristino. Sono necessari ancora dei controlli aggiuntivi dell'intera infrastruttura e dobbiamo completare questo processo prima di riportare i sistemi online".

"Come abbiamo dichiarato, le nostre priorità principali sono la sicurezza della rete e quella dei vostri dati. Non ripristineremo i servizi fino a quando non potremo testare la forza del sistema su questi aspetti".

"Quando abbiamo tenuto la conferenza stampa in Giappone la scorsa settimana, basandoci su quanto sapevamo, ci aspettavamo di riportare i servizi online entro una settimana. Eravamo ignari della portata dell'attacco ai server di Sony Online Entertainment e abbiamo preso questa opportunità per condurre ulteriori test su un sistema incredibilmente complesso"

"Sappiamo che molti di voi vogliono giocare online, chattare con gli amici e godere di tutti i servizi che offrono PSN e Qriocity. Credeteci quando diciamo che stiamo facendo tutto il possibile perché ciò accada. Vi aggiorneremo con ulteriori informazioni non appena le avremo. Ci scusiamo per il ritardo e i disagi creati da questa interruzione di rete".

Nel frattempo, mentre negli Stati Uniti l'azienda si è dotata di un'assicurazione per ogni iscritto al PSN (copertura massima di 1 milione di dollari a utente) nel caso qualcuno dovesse evidenziare un furto di identità a causa della fuga di dati dal servizio, sul blog italiano è apparso questo messaggio:

"Negli Stati Uniti stiamo offrendo a tutti gli utenti PSN un anno di accesso gratuito a un programma di protezione dell'identità. Posso assicurarvi che nei territori SCEE, stiamo lavorando duramente per offrirvi qualcosa di molto simile. Come capita spesso qui, visto che la nostra regione comprende così tante nazioni, si tratta di un obiettivo difficile da conseguire, ma siamo prossimi a raggiungerlo. Vi preghiamo di tenere d'occhio il blog dato che speriamo di essere in grado di annunciare qualcosa in merito a breve".

Sony Europa ha aggiunto che all'interno del programma "Welcome Back", gli utenti potranno scegliere gratuitamente due giochi per PS3 o PSP da una lista di cinque titoli per la PS3 e quattro per la PSP.

Al momento non sono noti altri dettagli. Il programma Welcome Back, lo ricordiamo, si compone di 30 giorni di abbonamento gratuito al servizio PlayStation Premium Plus per tutti gli iscritti. I clienti già iscritti al Plus saranno rimborsati con 30 giorni di servizio gratuito e gli abbonati a Qriocity potranno accedere sempre gratis per 30 giorni al servizio Music Unlimited.

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Intanto il Financial Times ha riportato che "due veterani di Anonymous hanno saputo che membri del gruppo cyber attivista sono probabilmente implicati nei recenti attacchi a Sony, nonostante le smentite ufficiali".

Un membro di Anonymous avrebbe raccontato al noto giornale di aver visto i dettagli tecnici sulla vulnerabilità riscontrata nella rete di Sony all'interno di una chat room del gruppo. Gli hacker stavano discutendo dell'argomento poco prima dell'intrusione e uno in particolare faceva parte della cosiddetta "OpSony".

Un secondo affiliato al gruppo ha dichiarato che anche altri membri potrebbero aver attaccato Sony successivamente. "Se dici che sei un Anonymous, e fai qualcosa come Anonymous, vuol dire che l'ha fatto Anonymous", ha dichiarato l'hacker che online usa il nickname Kayla. "Solo perché il resto degli Anonymous non è d'accordo, non significa che Anonymous non l'abbia fatto". Un terzo e un quarto membro hanno inoltre aggiunto che alcuni membri si sono stranamente volatilizzati da qualche tempo e che, comunque, l'azione di uno o due individui non deve far ricadere la colpa sul gruppo.

In poche parole, negli Anonymous ci sarebbero dei cani sciolti che avrebbero agito singolarmente, andando contro la posizione espressa pubblicamente dal gruppo. E a dirlo, la cosa è importante, sono alcuni membri, non Sony o un osservatore esterno.

Proprio pochi giorni fa la casa nipponica ha fatto sapere di aver trovato su uno dei server di Sony Online Entertainment un file chiamato "Anonymous" con le parole "We Are Legion". Il grido d'assalto del gruppo hacker, per chi non lo conoscesse, è proprio "We are Anonymous. We are Legion. We do not forgive. We do not forget. Expect us".

Il gruppo ha ribadito l'estraneità all'attacco e ha parlato d'incompetenza di Sony e di depistaggio. Forse, viste le ultime notizie, gli hacker dovrebbero avviare un'indagine interna.