"Non rischiano di fallire", il team di Baldur's Gate contro gli studi che licenziano

Oltre 9.000 posti di lavoro persi nel 2024, con colossi come EA in prima linea. Secondo Larian i licenziamenti non erano necessari.

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a cura di Marco Silvestri

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Da un po' di tempo a questa parte si sta assistendo a una situazione preoccupante nel settore dei videogiochi che riguarda un numero senza precedenti di licenziamenti, con i CEO che spesso definiscono tali misure di riduzione del personale "necessarie" per sopravvivere in un mercato altamente competitivo. Ma sarà davvero questa la causa dei licenziamenti?

Michael Douse, direttore editoriale di Larian, ritiene invece che queste affermazioni non rispecchino la realtà, sottolineando che "nessuna di queste aziende è a rischio di fallimento".

Da inizio anno, l'industria dei videogiochi ha visto circa 9.000 licenziamenti, coinvolgendo tanto grandi aziende come EA, che ha licenziato 670 dipendenti, quanto organizzazioni più piccole come Deck Nine Games. Questa tendenza dura ormai da circa due anni.

Durante una dichiarazione rilasciata a Game File e ripresa da PC Gamer, Douse ha definito i licenziamenti come "un errore evitabile". Ha aggiunto che si assiste a una catena di decisioni aziendali in cui una compagnia segue l'esempio di un'altra, motivata dal desiderio di adeguarsi a un trend piuttosto che da reali necessità economiche. Questo comportamento viene descritto da Douse come profondamente problematico.

Nonostante le motivazioni finanziarie siano spesso citate per giustificare i tagli dei posti di lavoro, Douse enfatizza che la verità sta nel non voler deludere gli azionisti. È chiaro che, secondo lui, l'obiettivo principale delle società quotate in borsa è generare crescita per gli azionisti, piuttosto che garantire un ambiente lavorativo positivo per i dipendenti. Questa mentalità, però, si scontra con i valori di Larian, per cui il successo enorme di giochi come Baldur's Gate 3 deriva anche dalla libertà di non doversi conformare a tali pressioni esterne.

Douse si è espresso anche sulla possibilità che Larian si quoti in borsa, sottolineando come una tale mossa, sebbene potenzialmente lucrativa, sarebbe contraria all'etica aziendale che privilegia la qualità nel processo creativo.

Le grandi case di sviluppo spesso non sono abbastanza agili da adattarsi rapidamente alle nuove esigenze del mercato, e secondo Douse, una migliore pianificazione e leadership avrebbero potuto prevenire alcuni dei peggiori tagli agli organici.

L'idiosincrasia di Douse verso le massicce riduzioni di personale trova eco anche in Swen Vincke, CEO di Larian, che attribuisce tali azioni alla avidità di quelle compagnie che aspirano a raddoppiare i propri profitti trimestrali continuamente. Vincke critica inoltre il circolo vizioso di licenziare sviluppatori per poi riassumerli quando si rende conto che sono nuovamente necessari per la produzione dei giochi.

La frustrazione per la gestione dell'industria non si limita a Larian. Tarn Adams, creatore di Dwarf Fortress, ha espresso un sentimento simile durante il GDC del mese scorso, criticando duramente gli esecutivi responsabili dei licenziamenti, dell'annullamento di giochi e della riduzione generale dell'industria, definendoli guidati dall'avidità.