Lionhead: i giochi usati sono peggio della pirateria

Gli sviluppatori di Fable credono che i giochi usati su console siano un problema più grande della pirateria. Nel frattempo EA Sports continua con il suo Online Pass per giocare in rete, gratuito per chi compra un gioco nuovo e a pagamento per chi ne acquista una copia usata.

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a cura di Roberto Caccia

Lo studio Lionhead, noto per aver curato lo sviluppo della saga di Fable, ha dichiarato ad Eurogamer che la vendita di giochi usati su Xbox 360 è un problema più grande della pirateria su PC. Sono questi i commenti degli sviluppatori, alla vigilia dell'imminente uscita di Fable 3 su PC.

"La pirateria su PC è probabilmente meno problematica dei videogame di seconda mano su Xbox. Ho lavorato con i giochi su PC per anni e la pirateria è sempre stata un problema. Ovviamente ci sono anche molte persone oneste, disposte a comprare il gioco se dovesse risultare di loro gradimento", ha dichiarato Mike West, combat designer di Fable 3.

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"I pirati invece scaricano sistematicamente i giochi, qualsiasi cosa si faccia su qualsiasi sistema, è soltanto una questione di tempo. Penso che il periodo più lungo di sopravvivenza di un gioco senza crack è stato di due giorni. Qualcuno realizzerà una crack da qualche parte in giro per il mondo e non c'è molto da fare", continua West, che definisce la situazione deprimente.

"Il comportamento dei pirati destabilizza l'intera industria, perché ci saranno meno giochi prodotti e meno persone che ci lavoreranno, che è una cosa terribile", continua West. Fortunatamente per Lionhead le vendite di Fable 3 su PC saranno un "bonus", grazie alle copie vendute su Xbox 360 che hanno permesso di coprire abbondantemente i costi di sviluppo.

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"Per noi probabilmente non sarà una perdita, anche considerando la pirateria. Ma come ho detto precedentemente, la vendita di giochi usati ci costa di più sul lungo termine rispetto alla pirateria", conclude West.

La maggior parte dei grossi rivenditori di videogame, online e nei negozi, acquista e rivende i giochi usati dai loro clienti. Questo sistema di business sottrae ovviamente introiti alle software house, che guadagnano soltanto dalle vendite dei prodotti nuovi, ed è così che la vendita di giochi di seconda mano fa fatica a piacere agli sviluppatori.

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Per contrastare il fenomeno, EA Sports ha introdotto l'Online Pass, un codice che sblocca il multiplayer in rete e permette di scaricare contenuti aggiuntivi. Chi compra il gioco usato non potrà sfruttare il codice monouso. Gli utenti intenzionati a godersi il gioco intero dovranno acquistare un nuovo codice, al prezzo di circa 10 dollari, poco più di 7 euro.

Il primo gioco a supportare questa nuova funzione è stato Tiger Woods PGA Tour 2011 (Online Pass, EA a gamba tesa sul mercato dell'usato). Sicuramente un buon modo per fare cassa anche sui giochi usati, ma dubitiamo che i videogiocatori stiano facendo i salti di gioia.