Nonostante Microsoft abbia investito miliardi in OpenAI e stia promuovendo attivamente tecnologie basate sull'intelligenza artificiale in vari settori, l'azienda sembra adottare un approccio sorprendentemente flessibile con i propri studi di sviluppo videoludico. Una recente dichiarazione di Guillaume Provost, CEO di Compulsion Games, conferma che Xbox non sta imponendo l'adozione di strumenti di IA generativa ai team sotto la sua egida, lasciando libertà creativa agli sviluppatori che preferiscono metodi più tradizionali e artigianali.
Durante un'intervista rilasciata a Game Developer, Provost ha voluto chiarire la posizione del suo studio riguardo l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nello sviluppo di videogiochi. "Posso assolutamente garantire che l'uso dell'IA generativa non è obbligatorio", ha affermato con decisione il CEO di Compulsion Games, studio noto per titoli come We Happy Few e il recente South of Midnight. Questa dichiarazione arriva in un momento in cui il dibattito sull'impiego dell'IA nel settore videoludico si fa sempre più acceso.
Compulsion Games si distingue per un'identità fortemente radicata nell'artigianato digitale. "State parlando con uno studio che costruisce letteralmente roba a mano. Nel DNA dello studio che abbiamo, siamo molto orientati all'artigianato. Siamo molto orientati all'arte", ha sottolineato Provost, evidenziando come la filosofia creativa del team sia incentrata sulla manifattura digitale piuttosto che sull'automazione algoritmica.
Questa posizione rappresenta un interessante contrappunto alla narrativa dominante che vede l'IA come futuro inevitabile dell'industria videoludica. Mentre grandi aziende investono pesantemente in queste tecnologie, esistono ancora realtà che privilegiano l'approccio tradizionale, fatto di lavoro manuale e intervento umano diretto in ogni fase della produzione.
Il CEO ha comunque riconosciuto l'utilità potenziale dell'intelligenza artificiale in alcune fasi specifiche dello sviluppo, in particolare durante la pre-produzione. "Penso che in molti casi potrebbe essere utile in fase di pre-produzione per noi fare cose come storyboard per vedere se ha senso o meno, non proprio cose che usiamo in produzione, ma cose che vogliamo accelerare", ha spiegato Provost, mostrando un approccio pragmatico che non esclude a priori l'utilizzo di nuove tecnologie.
La notizia che Microsoft non stia esercitando pressioni sui propri studi per l'adozione dell'IA generativa potrebbe sorprendere, considerando gli enormi investimenti della casa di Redmond in questo campo. Tuttavia, questa politica di non-imposizione potrebbe rivelarsi strategica: permettere ai diversi team di seguire il proprio approccio creativo potrebbe favorire una maggiore diversità nell'offerta videoludica di Xbox.
"In base ai tipi di giochi che realizziamo, direi che probabilmente non siamo lo studio che utilizzerà di più l'IA, e non credo che questo dia fastidio a Microsoft", ha concluso Provost, suggerendo che la diversità di approcci all'interno dell'ecosistema Xbox non solo è tollerata, ma potrebbe essere addirittura incoraggiata dalla casa madre.