Mentre milioni di appassionati si sono buttati a capofitto sulla nuova Nintendo Switch 2, c'è chi ha trovato un modo decisamente più creativo per impiegare il proprio tempo libero. Un utente di X conosciuto come PatRyk ha infatti riuscito nell'impresa apparentemente impossibile di far girare iOS sulla console Nintendo originale, creando quello che lui stesso definisce scherzosamente "l'iPhone più lento del mondo". Il risultato è tanto affascinante quanto inutilizzabile, ma rappresenta una dimostrazione tecnica che ha dell'incredibile.
L'esperimento si basa sull'utilizzo di QEMU, un emulatore open-source capace di simulare architetture hardware completamente diverse attraverso il software. PatRyk ha dedicato due giornate intense per riuscire a far funzionare una build completa di iOS all'interno di questo ambiente virtualizzato, sfruttando direttamente il processore Nvidia Tegra X1 della Switch. Il fatto stesso che il sistema operativo mobile di Apple riesca ad avviarsi su hardware Nintendo rappresenta già di per sé un traguardo notevole, considerando le rigide limitazioni imposte da Cupertino.
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Le prestazioni del sistema, tuttavia, sono tutt'altro che entusiasmanti. Il boot completo richiede oltre venti minuti, e praticamente ogni operazione porta a crash del kernel o timeout delle applicazioni. PatRyk è stato estremamente onesto riguardo alle limitazioni del suo progetto, ammettendo candidamente che si tratta di una soluzione "appena funzionale" e decisamente non utilizzabile per scopi pratici.
Una sfida tecnica più che una soluzione pratica
L'aspetto più interessante di questa iniziativa non risiede tanto nella sua utilità quanto nella dimostrazione di possibilità tecniche inaspettate. iOS è notoriamente uno dei sistemi operativi più chiusi e protetti al mondo, progettato per funzionare esclusivamente su hardware Apple o, al massimo, all'interno del simulatore Xcode su Mac. Riuscire a farlo girare su una console da gioco rappresenta quindi una piccola rivoluzione dal punto di vista dell'ingegneria del software.
Il progetto si inserisce nel più ampio contesto del QEMU Apple Silicon emulation effort, un'iniziativa che mira a rendere possibile l'esecuzione di sistemi operativi Apple basati su architettura ARM in ambienti virtualizzati.
La motivazione dietro questo esperimento sembra essere puramente ludica e di sfida personale. PatRyk stesso ha dichiarato di aver "perso la testa e due giorni di vita" per completare l'installazione, suggerendo che l'obiettivo principale fosse il divertimento della scoperta piuttosto che la creazione di qualcosa di commercialmente viable.
Dal punto di vista tecnico, il successo anche parziale di questo esperimento dimostra la versatilità dell'architettura ARM e la potenza degli strumenti di virtualizzazione moderni. Il fatto che un processore progettato per una console da gioco riesca a emulare, seppur lentamente, un sistema operativo mobile complesso come iOS, testimonia i progressi compiuti nel campo dell'emulazione software negli ultimi anni.