NBA 2K23 è la miglior simulazione sportiva? | Recensione

L'appuntamento annuale con NBA 2K23 è giunto. Saranno sufficienti le modifiche introdotte a decretarlo come miglior simulazione sportiva?

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a cura di Martina Fargnoli

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Settembre 2022 è un mese intenso per gli appassionati della palla a spicchi: mentre le stelle dell'eurobasket infiammano il parquet e le finals WNBA entrano nel vivo, è tempo di basket giocato anche con NBA 2K23, nuovo capitolo della pallacanestro firmato Visual Concepts. La vera NBA riprenderà solo il prossimo mese, ma la nuova stagione sportiva virtuale non vi farà sentire per nulla la mancanza dei più grandi scontri che riempiono le arene, anzi, quest'anno lo spettacolo dell'NBA trascende le ere e chiama a sé vecchi e nuovi giocatori.

In NBA 2K23, Visual Concepts sceglie di omaggiare un altro, grande, numero 23: Michael Jordan, ed ecco quindi che ritorna, dopo NBA 2K11, la Sfida Jordan (Jordan challenge) in una versione rivista e ampliata che tiene conto di regole, presentazioni e stili di gioco del passato per una simulazione della pallacanestro coinvolgente. Chi non ha mai visto giocare Jordan o ha sentito delle sue imprese dal documentario The Last Dance, potrà rivivere in prima persona i momenti chiave della sua carriera dai Campionati nazionali del 1982 tra North Carolina e Georgetown a gara 6 delle NBA Finals 1998 contro gli Utah Jazz.

In 40 anni il basket ha vissuto ben più di una rivoluzione e diversi interpreti che ne hanno incarnato lo stile. Il gioco moderno è fatto di esecuzioni più rapide, tiri dall'arco e dove il centro è un ruolo più dinamico che porta blocchi, costruisce le azioni e si avvicina a canestro partendo dal palleggio. Nell'era di Jordan il ritmo si era abbassato di molto complice anche l'impostazione difensiva ed era del tutto normale vedere più tagli a canestro e maggiore spinta alle giocate in post.

L'IA tenderà ad applicare schemi e tattiche del tempo e la fisicità sotto canestro sarà uno dei punti da padroneggiare per bloccare il gioco avversario. Poter attingere al parco movimenti e skill offensive con il rinnovato gameplay della serie regala molto divertimento, soprattutto perché la Sfida Jordan è una modalità che certamente richiede attenzione tattica per completare le sfide richieste, ma è soprattutto un modo per giocatori di tutti i livelli per cercare la spettacolarità in partite che hanno segnato lo sport.

L'attenzione riposta ai dettagli da parte di Visual Concepts è innegabile, soprattutto nel cercare di ricreare un basket che oggi non c'è più. A livello visivo è stato aggiunto anche un filtro che ricrea un po' l'effetto di una vecchia tv a tubo catodico. Scegliere di utilizzarlo rimane un gusto personale, può favorire l'immersione come rendere meno piacevole all'occhio seguire l'azione. Qualcosa da affinare c'è ancora anche sul fronte dell'intelligenza artificiale e ciò lo abbiamo notato anche in altre modalità: la gestione della palla nell'arco dei 24 secondi non è sempre ottimale e c'è una tendenza a tenere a lungo il palleggio per poi lasciarsi a un tiro della speranza quando ormai si è sullo scadere del proprio possesso palla, magari ignorando compagni che si sono liberati con un buon movimento. Il QI cestistico non è ancora a livelli brillanti, ma qualche passo in avanti si vede.

La passeggiata sul viale dei ricordi prosegue con Ere la mia NBA, diventata in poco tempo una delle nostre modalità di gioco preferite. Divise, loghi, arene, impostazioni televisive, telecronaca: ogni elemento è curato per essere il più fedele possibile a un dato periodo storico per favorire un maggior grado di immersione. Di pari passo agli aspetti estetici si aggiornano anche le regole, gli schemi e il ritmo per essere testimoni dell'evoluzione storica del gioco. In Ere la mia NBA però non si tratta solo di giocare con la storia ma di essere la storia con la possibilità di modificare a piacimento la Lega e dare un'impronta diversa al corso degli eventi.

Per chi ama il basket non c'è modo migliore per celebrare questo sport se non allacciando le scarpe e scendendo in campo dando tutto sé stessi. Ogni era ha le sue rivalità, i suoi protagonisti e le potenzialità di questa modalità sono tutte nella volontà del giocatore che può iniziare il suo percorso scegliendo tra quattro ere: Magic vs. Bird era, l’era di Jordan, Kobe e l’era moderna per ripartire da quella che poi è l’esperienza ormai stabile degli ultimi anni.

Anche la WNBA e The W continuano ad espandersi in NBA 2K23, ma rimane la sensazione che si tratti di un’esperienza di gioco minore che ha ancora molta strada da fare per raggiungere il suo potenziale. Il gioco si è adeguato egregiamente per includere l'All-Star game, la Commissioner’s Cup, tuttavia, The W e continua ad essere un’esperienza separata e meno approfondita rispetto alla controparte maschile di MyCareer, sia a livello di sviluppo del personaggio che a livello narrativo. L’online è separato e vive di una community tutta sua e non integrata in The City. In questa modalità, sono presenti una serie di obiettivi che la community può raggiungere insieme o si possono completare altri obiettivi in maniera individuale per sbloccare dei premi.

Il tuo giocatore, la tua squadra

Tra i pilastri di NBA 2K23 possiamo annoverare “La mia Carriera” e “MyTeam” che sposano quel connubio tra gioco online e gioco single player in grado di accompagnare il giocatore a lungo e con numerose attività di gioco. In MyCareer si passa dalla storia al gioco online attraversando le vie di "The City" - disponibile solo su next gen -, in pratica un hub più contenuto rispetto al passato in termini di dimensioni ma ricco di contenuti come campi da basket unici, palestre, negozi e missioni secondarie. La direzione intrapresa dal team sta plasmando i contenuti per assumere un elemento ruolistico sempre più marcato, almeno nel numero e nella tipologia di missioni, ma in quanto a qualità e spessore dei contenuti rimaniamo sempre nei confini delle fetch quest atte a far conoscere luoghi e persone e permettere al giocatore di esplorare le possibilità offerte mentre affronta rivalità, costruisce il suo business e dà un'impronta alla sua carriera.

Questa influenza da gioco di ruolo continua a non convincerci del tutto, soprattutto quando la narrazione che sorregge tutti gli eventi è ben lontana da essere incisiva e coinvolgente. La distribuzione delle missioni e degli eventi finisce spesso per appesantire il tutto, allungando solo i tempi tra una partita e l'altra. Si percepisce una lentezza generale nella progressione che si estende anche al guadagno di VC da reinvestire in statistiche e personalizzazioni. Chi vuole ottenere tutto subito può acquistare crediti per migliorare il suo personaggio ed è in questo modo che si crea il divario maggiore tra chi cerca di ottenere, con molta fatica, gli stessi risultati e chi mette mano al portafogli.

Per mitigare un po' quel senso di lentezza e vuoto che potrebbe sopraggiungere navigando gli spazi di The City, questa volta il team di NBA 2K23 ha implementato un sistema di spostamento attraverso i viaggi rapidi in metro o tramite altri veicoli come lo skateboard. I viaggi rapidi funzionano bene, gli spostamenti in skateboard sono un po' più legnosi a partire dal controllo del mezzo. Qualche volta siamo rimasti accidentalmente incastrati sulle scale senza possibilità di rimuovere dai piedi lo skate. C'è ancora qualcosina da affinare, così come la stabilità. Generalmente il gioco nelle sue parti più di azione si mantiene sui 60fps ma all'interno di The City ci sono dei cali di prestazione dovuti anche al numero di persone presenti nella stessa area.

Per chi ama le sfide al campetto per testare la propria build, The City rimane comunque la destinazione principale e la maggior attrattiva. Per chi invece preferisce replicare l'esperienza 1vs1, 3vs3 o 5vs5 avendo a disposizione i più grandi campioni dell'NBA, allora MyTeam rimane il punto di riferimento anche quest'anno. A livello contenutistico presenta buone aggiunte e possiamo notare una semplificazione di alcune meccaniche che potrebbe avvicinare un pubblico maggiore interessato magari più agli aspetti collezionabili che non alla gestione in sé per sé della squadra.

In NBA 2K23 sono spariti completamente i contratti e in Dominio, Sfida e Tripla Minaccia per giocatore singolo si potrà riavviare la partita qualora il risultato non sia quello sperato, forse fin troppo facile. Tra le novità fanno breccia Momento Decisivo, una partita da 5 minuti con regole speciali come linea di tiro da 4 punti, 14 secondi di tempo per arrivare alla conclusione e 2 timeout a disposizione, e Triplice minaccia Online Co-op per giocare con gli amici anche contro la CPU o affrontare anche l’aspetto competitivo sfidando altri giocatori online.

Ci sono diverse possibilità per ottenere pacchetti o sbloccare giocatori lavorando sodo e scalando la classifica delle ricompense in un tentativo, seppur timido, di ridurre il divario tra chi spende e chi no. Alla fine, però, bisogna scontrarsi con il fatto che MyTeam è una di quelle modalità su cui aleggia sempre lo spettro delle microtransazioni, soprattutto se giocate online. È molto più facile incontrare persone che hanno investito soldi e messo insieme un dream team con molta più semplicità e meno tempo.

NBA 2K23 è la miglior simulazione di basket?

Quando si parla di videogiochi di basket, la serie 2K è un po’ come quei Bulls del 92-93: vincente in maniera schiacciante. La concorrenza, in questo caso, è praticamente nulla e senza grandi stimoli in arrivo dall’esterno, si potrebbe pensare che ci si appoggi sulle solite certezze anno dopo anno senza portare una vera evoluzione. Gli amanti dei giochi sportivi, puntualmente, si ritrovano a chiedersi se non sia il caso di procedere con un semplice aggiornamento invece di spendere 80 euro per qualcosa che ricorda molto da vicino il gioco dell’anno precedente. NBA 2K23 introduce alcune novità con un impatto non indifferente sul flow di gioco, che ora appare meno ingessato e spigoloso sia in attacco che in difesa.

Se lo scorso anno il team di sviluppo si è concentrato sulla difesa, quest’anno a beneficiare dei principali miglioramenti sono stati l’attacco e la meccanica di tiro, componente essenziale di ogni fase conclusiva a canestro ben costruita. In questa edizione fa il suo ritorno l’indicatore di tiro che si riempie fino al punto di rilascio ideale e poi si ritira. Di base sono presenti cinque versioni così che ogni giocatore possa trovare quello più funzionale al suo stile di gioco per affinare i tiri in sospensione.

La varietà di tiro è garantita dall’elevato numero di animazioni e dalla presenza di attributi di tiro che determinano velocità, altezza di rilascio, l’efficacia contro la difesa schierata e il tempismo. Il livello di controllo per chi utilizza il pro stick è nettamente più preciso e vanta un ventaglio più ampio di conclusioni a canestro. Che sia un sottomano o una schiacciata poderosa, il gioco è più fluido. Anche il ball handling vede un numero maggiore di soluzioni e possibilità che faranno sicuramente felici i playmaker che amano confondere gli avversari con un bel crossover.

Per quanto bello sia poter palleggiare mettendo in mostra tutte le proprie abilità, Visual Concepts ha messo un limite al dribbling indiscriminato introducendo il concetto di adrenalina. Tenere troppo a lungo un palleggio fine a sé stesso non farà altro che far scemare il proprio livello di energia, rendendo i movimenti più lenti e imprecisi, così come cercare di superare l’avversario semplicemente accelerando non farà altro che consumare una delle tre barre di adrenalina a disposizione finendo per farci perdere il controllo o diventando più approssimativi.

È una misura che va prima di tutto ad arginare alcuni problemi del gioco online spesso incarnati dall’abuso di penetrazioni forzate in accelerazione e dai lunghi tempi di palleggio che non portano vantaggio alla squadra. Per quanto riguarda la fase difensiva, l’aggiunta più lampante in NBA 2K23 è un nuovo indicatore sotto al giocatore in possesso della palla che mostra le tre zone che il difensore può coprire. La zona evidenziata in rosso è la zona è che sta coprendo il difensore e si divide in copertura mancina, frontale o destra. Un buon posizionamento mette in difficoltà l’avversario che potrebbe fermare il palleggio o perdere palla.