Nemmeno il Metaverso è sicuro: donna denuncia una molestia avvenuta in VR

Stando ad un orribile esperienza di una beta tester, anche gli spazi virtuali all'interno del Metaverso risultano poco sicuri.

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a cura di Gianluca Saitto

Da quando il concetto di Metaverso ha cominciato a prendere piede, sempre più utenti curiosi si sono approcciati a questo mondo appena nato. In breve tempo sono già nate anche una serie di piattaforme come The Sandbox, che stanno facendo registrare numeri di utenti e di guadagni in termini di NFT davvero impressionanti. Quel che però ci impressiona in negativo, è una storia emersa in questi giorni, che sottolinea come anche questi nuovi luoghi digitali siano tutt'altro che sicuri.

Proprio qualche giorno fa, una beta tester ha affermato di essere stata molestata virtualmente all'interno della piattaforma VR del Metaverso Horizon Worlds di Meta, la società precedentemente nota come Facebook. Meta ha dichiarato pubblicamente l'incidente lo scorso 1 dicembre, affermando che il tutto si è verificato il 26 novembre, quando la donna aveva segnalato l'aggressione al gruppo di beta tester di Horizon Worlds.

La donna è poi stata intervistata dalla redazione di The Verge, dichiarando quanto segue: "Le molestie sessuali non sono uno scherzo su Internet, ma nella realtà virtuale si va ad aggiunge un altro livello che rende la molestia più intensa. C'erano altre persone lì che hanno sostenuto questo comportamento nei miei confronti, e il tutto mi ha fatto sentire isolata nella Plaza; lo spazio di raccolta centrale dell'ambiente virtuale".

Nelle dichiarazioni sull'incidente accaduto nel Metaverso, Meta ha sottolineato la presenza della funzione "Safe Zone", la quale consente agli utenti di bloccare l'interazione con gli altri. Tuttavia, la società ha ammesso che serve maggiore lavoro per rendere la funzionalità più facile da individuare e da attivare.

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