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No Man's Sky è spaziale anche su Nintendo Switch | Recensione

Ecco la nostra recensione di No Man's Sky di Hello Games su Nintendo Switch, pubblicato il 7 ottobre scorso

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a cura di Nicholas Mercurio

Spazio, Ultima Frontiera, direzione Nintendo Switch. È questo il nuovo viaggio dell’ammiraglia Hello Games con No Man’s Sky, che su Steam, ad oggi, registra un numero di recensioni perlopiù positive grazie ai contenuti rilasciati in questi anni non certamente facili per lo studio di sviluppo britannico. La storia ci racconta, però, che No Man’s Sky iniziò il suo percorso in modo sbagliato, a causa di grandi problemi al lancio, alcuni dei quali gli hanno impedito di brillare nell’universo come l’Orsa Maggiore, guidando viaggiatori erranti del cosmo verso nuove scoperte, nuovi habitat e anche una nuova casa.

Quando fu annunciato per la prima volta, ormai sette anni fa, ero sicuro che ci avrei speso sopra tante ore al suo interno e che non avrei giocato ad altro per un lungo periodo. Da amante della fantascienza, dopo essermi visto innumerevoli puntate di Star Trek e letto moltissimi libri del genere, non vedevo l’ora di andare oltre le stelle, perdendomi in mondi unici, memorabili e da sogno, tra i pericoli che solo l’esplorazione spaziale può garantire, magari a causa di un buco nero, della legge della gravità e delle teorie della relatività di Einstein. Ero reduce da Insterstellar, Arrival mi aveva stregato (anche se l’argomento trattato era un altro) e avevo voglia di viaggiare tra le stelle, infischiandomene del resto.

Facendo un paragone, ed è paradossale farne uno, No Man’s Sky è un videogioco che, al contrario di tanti altri, ricorda il percorso di Sea of Thieves e in parte pure quello di Fallout 76, con la produzione di Hello Games che ha subìto tante trasformazioni nel corso degli ultimi anni. Un risultato che, fino a qualche anno fa, nessuno avrebbe mai pronosticato, specie se riflettiamo sulla fredda accoglienza da parte dell'utenza nella prima settimana dal lancio ufficiale.

No Man’s Sky, tuttavia, ci ha fatto capire che certi videogiochi vengono aggiustati e rimpinguati con il tempo, e che forse vale la pena aspettare. Sea of Thieves, come ho già accennato poco più sopra, è un altro esempio noto: vuoto e privo di guizzi, si temeva che sarebbe andato in fallimento in pochissimo tempo. E invece sappiamo come è andata a finire. No Man’s Sky, a differenza del videogioco di Rare, ha avuto una trasformazione molto più articolata e complessa; in parte perché vanta di una community appassionata, e in parte perché chi ha puntato sul gioco alcuni anni fa ha sempre stimato l’operato di Hello Games, tanto da seguirlo fino a oggi. La rinascita di questo videogioco, ideato perché facesse sentire il giocatore realmente all’interno di un’esplorazione spaziale senza limiti, ci ha portato a oggi, al suo arrivo su Nintendo Switch.

Al tempo dell’annuncio sulla console ibrida della Grande N non ho nascosto la sorpresa, perché significava rivivere un’esperienza che mi ha fatto compagnia per parecchio tempo. Se da una parte n’ero felice, dall’altra ero spaventato perché mi domandavo come si sarebbe presentato ai giocatori e quali sarebbero stati i compromessi tecnici che Hello Games avrebbe dovuto accettare. Alle volte, come avviene nello Spazio, vale prendersi qualche rischio, anche se si naviga in una massa gassosa che potrebbe portare a compiere il proverbiale passo falso, magari ritrovandosi spiaccicati su un asteroide o annientati dalla meteora su un pianeta sconosciuto (magari proprio quello di Don't Look Up)

L’Universo di No Man’s Sky a portata di joycon

Per chi non conoscesse No Man’s Sky e ne sentisse parlare per la prima volta, deve prima di tutto sapere che si tratta di un sandbox survival ambientato in un ampio universo tutto da esplorare, con pianeti procedurali e diversi gli uni dagli altri per motivi atmosferici, con fauna e flora a loro volta differenti e alquanto singolari. Inizialmente non c’era una lore marcata al suo interno e neppure un contesto narrativo, e a mancare era un obiettivo da raggiungere che aveva spinto tanti giocatori ad abbandonare il videogioco prima che si capissero le reali intenzioni di Hello Games. In parole povere, è il giocatore a costruire la sua storia attraverso le scelte che intraprende, con il suo approccio al viaggio, facendosi specialmente guidare dalla moralità e dalla sua visione del mondo. In No Man’s Sky non ci sono classi da scegliere, perché è un gioco di ruolo con una componente atipica rispetto ad altri concorrenti del genere.

Ci sono popoli alieni che, durante l’esplorazione, è possibile conoscere meglio, interfacciandosi con le loro culture, tradizioni ed usanze uniche, imparando persino un linguaggio complicato da apprendere, che però è utile quando ci si approccia meglio ad alcuni antichi glifi che raccontano il passato di un popolo. Hello Games ha costruito un contesto capace di abbracciare i rami della linguistica, partendo essenzialmente dall’inizio di una conversazione con un testo che inizialmente non si comprende. La risposta alla domanda “Chi siete” è “Noi”, e non il nome della specie di appartenenza, perché quello arriva dopo, una volta compreso appieno da dove sia partita la nascita del linguaggio cui si fa riferimento.

Questo è il lavoro di ricerca fondamentalmente più unico svolto da Hello Games, che per costruire una cultura con la sua storia si è basata sulle principali regole della filologia e della sociologia. Per esplorare un mondo e capirlo appieno, tuttavia, bisogna anche interfacciarsi con le piante e le creature che lo abitano, capendone i comportamenti e le abitudini. È complesso resistere alle intemperie di un’atmosfera ostile, ma lo è allo stesso tempo non essere abituati a convivere con chi lo abita da più tempo. Uccidere può essere una soluzione, ma è davvero la più nobile tra le tante che è possibile perseguire? Io preferisco un approccio diverso, meno offensivo, e più comprensivo, anche se non ho mai disdegnato di colpire le navi pirata e abbatterle per riscuotere una lauta ricompensa nelle stazioni spaziali sparse per l’Universo di No Man’s Sky.

In No Man’s Sky si impersona un esploratore stellare alla ricerca di nuovi orizzonti, tra i tanti che il creato offre. Tutto inizia da un pianeta casuale, e in questa nuova avventura su Nintendo Switch il mio era tutto fuorché ospitale, perché era un pianeta vulcanico con temperature atmosferiche complesse da gestire. Una volta che me lo sono lasciato alle spalle, l’Universo si è aperto a me come il ponte di Einstein-Rosen, con la sola differenza che ero sicuro di essere in un’altra realtà diversa dalla mia.

È da quel momento, infatti, che è partita la mia avventura, mentre vedevo passare avvenimenti che erano lontano anni luce da me. Seguivo con lo sguardo gli astri, ne restavo ammaliato, e volevo inseguirli, perché c’era tanto altro da scoprire. E così ho fatto, ci sono cascato di nuovo, come era accaduto anche su Xbox. E la mia avventura ha avuto inizio da questo momento.

Un gameplay adattato al suo meglio

Pensavo che, giunto a questo punto, tutto si sarebbe complicato nella versione Nintendo Switch sotto il profilo della fluidità di gameplay; invece ne sono rimasto sorpreso, perché ogni meccanica di gioco è stata replicata fedelmente e in maniera convincente. L’esperienza può essere affrontata in prima e in terza persona, tanto che è possibile optare dalla barra di selezione rapida il miglior modo per godersela appieno, vivendo gli avvenimenti letteralmente a portata di joycon. Hello Games ha lavorato a lungo anche sui tanti testi scientifici disponibili nelle università, prendendo elementi dalla Tabella Scientifica durante la raccolta dei materiali chimici, che in questo contesto risulta un'aggiunta non soltanto rilevante, ma oltremodo azzeccata e unica, perché consente di avere sottomano tutti gli elementi necessari che possono aiutare nella creazione di un vero insediamento, oltre alla sopravvivenza. È importante resistere alle intemperie, e il modo migliore per riuscirci è costruire una casa che allontani i vari pericoli.

Sono finito su un pianeta fungino, il che significa che la tossicità può arrivare a livelli anormali per il mio organismo, e dunque spesso mi sono rifugiato sulla navicella spaziale, mentre in tante altre occasioni sono riuscito ad accomodarmi sotto al tetto sicuro della mia abitazione, in cui ho ricaricato la barra della vitalità e della resistenza agli agenti atmosferici pericolosi che potevano causarmi delle problematiche. Ho migliorato il mio Multi-tool con nuove implementazioni, una su tutte quella che consente di scavare nel terreno e raggiungere del rame e dell’argento, due materiali utilissimi per la creazione di una base duratura ed aggiornata.

Tutto, all’interno di Man’s Sky, è costruito perché sia funzionante e abbia uno scopo. Non è complesso realizzarne una, ma è difficile riuscire a farla funzionare nel corso del tempo. L’avventura può letteralmente prendere pieghe diverse, nuove e imprevedibili, ma è il bello di vivere all’interno di un mondo in continuo mutamento. Dopo aver edificato una base, è possibile approcciarsi all’Universo di No Man’s Sky come più si preferisce. Considerando che la versione Nintendo Switch include tutte le espansioni e anche l’ultimo aggiornamento, il giocatore potrebbe trovarsi a suo agio.

Un miracolo tecnico ma non senza compromessi

No Man’s Sky, sin dalla sua pubblicazione, è stato un videogioco flagellato da molti problemi tecnici che il team britannico è riuscito ad aggiustare con il tempo. Posso assicurarvi che questa nuova versione non è tuttavia influenzata in modo negativo da quei problemi noti che ne impedivano la giocabilità alcuni anni fa, perché è stata adattata in modo intelligente specialmente grazie all'aggiornamento Waypont, che aggiunge una maggiore fluidità per i possessori di Nintendo Switch e tante navicelle gratuite da riscattare sullo store.

Sulla console ibrida brilla di luce propria, risultando apprezzabile e godibile, seppure con dei limiti dettati dall'hardware come delle texture non propriamente definite, soprattutto quando compaiono più elementi a schermo. I comandi, sia in portabilità che con il pad dedicato di Nintendo, risultano tuttavia ben implementati e per nulla scomodi, agevolando le varie possibilità con cui è possibile giocarci, offrendo di conseguenza un porting curato come quello di NieR: Automata, anche se in modo del tutto inaspettato.

Sono rimasto piacevolmente sorpreso durante la costruzione della base, soprattutto quando dovevo usare più tasti contemporaneamente, cosa che è avvenuta anche negli spostamenti tra un pianeta e l’altro a bordo della mia navicella spaziale. Sono presenti dei rallentamenti nei momenti concitati, specialmente durante l’utilizzato del jetpack, che consente di arrivare ovunque si desideri. La buona notizia è che non ho riscontrato bug degni di nota né problematiche di frame rate, con il gioco che mantiene i trenta fotogrammi al secondo anche in portabilità.

Voto Recensione di No Man's Sky Recensione - Nintendo Switch


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • L'esperienza di No Man's Sky con tutte le sue funzionalità, i suoi aggiornamenti e i suoi contenuti aggiuntivi

  • Un viaggio oltre lo Spazio profondo, in nuovi habitat e pianeti impossibili da lasciarsi sfuggire

  • Un grande lavoro di ricerca e studio

Contro

  • Qualche rallentamento nelle fasi più concitate, specialmente durante l'utilizzo della navicella

  • Le texture soffrono un po'

  • Qualche inciampo tecnico inevitabile

Commento

No Man's Sky arriva su Nintendo Switch in maniera inaspettata, presentandosi con un nuovo aggiornamento che risponde al nome di Waypont che rende fluida e migliora l'esperienza ai possessori della console ibrida della Grande N. L'esperienza è intensa e profonda, scritta con passione e amore verso il genere fantascientifico, con un gameplay ben costruito e ispirato. Non è semplice riuscire a garantire i trenta fotogrammi al secondo, specialmente su un hardware del genere, ma Hello Games è riuscita in una missione all'apparenza impossibile, al netto di qualche difetto.

Informazioni sul prodotto

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No Man's Sky Recensione - Nintendo Switch