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Pathfinder: Kingmaker - Definitive Edition | Recensione

Pathfinder: Kingmaker - Definitive Edition porta l'acclamato gioco di Owlcat Games su console, insieme a tutti i suoi DLC e aggiornamenti.

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Avatar di Alessandro Palladino

a cura di Alessandro Palladino

-

Pubblicato il 24/08/2020 alle 17:00
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  • Pro
    • - Esperienza fedele al gioco da tavolo originale, ricca di avventure, compagni e scenari fantastici.
    • - Buon bilanciamento dei mezzi di gioco, adatti sia ai neofiti che ai veterani.
    • - Conversione su console buona, seppur con qualche piccolo inciampo.
    • - Il pacchetto contiene tutti i DLC, i quali aggiungono due avventure, nuove classi e razze giocabili.
    • - La modalità a turni è ottima, così come la possibilità di attivarla/disattivarla in qualsiasi momento.
  • Contro
    • - Il tutorial rimane ancora fin troppo vago e adatto solo a chi già conosce il gioco di ruolo.
    • - Bug ancora abbastanza presenti.
    • - L'interfaccia non si è ben adattata al gioco su console.

Il verdetto di Tom's Hardware

8.5

Pathfinder: Kingmaker Definitive Edition è esattamente quello che ci si aspettava da un'ottima conversione su console, con migliorie dedicate approdate anche su PC. In particolare, quello che vogliamo segnalare è l'eccellente idea di rendere il combattimento a turni e quello in tempo reale cambiabili con un semplice tasto in qualsiasi momento, cosa che rappresenta l'ideale per il gioco su console e con il pad. Il resto rimane esattamente l'eccellente opera fantasy che è nata attraverso un kickstarter di successo, fatta di personaggi memorabili, un regno da seguire e un'accessibilità invidiabile.


Informazioni sul prodotto

Immagine di Pathfinder: Kingmaker - Definitive Edition - PlayStation 4

Pathfinder: Kingmaker - Definitive Edition - PlayStation 4

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Pathfinder è uno di quei marchi che hanno un po' cambiato le carte in tavola (letteralmente) nello scenario dei giochi di ruolo fantasy, ponendosi con dignitoso rispetto al fianco del colossale Dungeons & Dragons. Tanti giocatori si sono infatti rifugiati nei lidi di Pathfinder e nella sua accessibilità, trovando campagne dal sapore fantastico immutato e uno scenario forse più "immediato" per chi non ha mai voluto imbarcarsi tra innumerevoli manuali e regole da memorizzare. Per un po' Pathfinder è sembrato una via d'accesso rapida a un mondo lontano, convincente quanto bastava da attirare pubblico più giovane e spingere la concorrenza a rivedere le proprie strategie comunicative o tematiche. Un perfetto bilanciamento, come ogni cosa dovrebbe essere, e non una guerra al brand più conosciuto.

In campo videoludico, Pathfinder ha trovato la sua quadra in Pathfinder: Kingmaker, che oggi analizziamo nella sua Definitive Edition su console. Accolto positivamente dai giocatori alla sua uscita, Pathfinder: Kingmaker ha ricevuto tanti aggiornamenti e contenuti aggiuntivi, tra cui ritroviamo razze giocabili, incantesimi, classi e anche due campagne oltre quella principale. Il tutto è stato quindi preso e raccolto in unico pacchetto da trasporre sulle console casalinghe, similmente a quanto accaduto con altri RPG isometrici come Pillars of Eternity 1 e 2. Ma, a differenza di altri suoi simili, Pathfinder: Kingmaker ha delle caratteristiche davvero peculiari, che ben sposano il videogioco con l'azione di matita e dadi del vostro tavolo d'amici.

Guarda su

Il cammino del re

Partiamo dalla base, cioè l'impostazione classica che qualunque amatore si aspetta di ritrovare. Pathfinder: Kingmaker si apre in una grande sala dove un manipolo di eroi, attirati dalla promessa di un proprio regno da fondare e possedere, si è riunito per ascoltare la proposta di un locale nobile con un problema di banditi molto, molto grosso. La richiesta è semplice: liberare le Terre Rubate da un re furfante e ottenere in ricompensa un castello con tanto di possedimenti senza alcun tipo di vincolo formale.

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Tra gli avventurieri innamorati di tale promesse ci sarete anche voi come giocatori, dopo che avrete passato una buona dose di ore a creare il vostro personaggio esattamente come lo creereste nella scheda cartacea. Razza, classi, sesso, talenti e statistiche da assegnare saranno all'ordine del giorno in Pathfinder: Kingmaker, e a noi del resto piace esattamente così: la carta che sfora il digitale e lo plasma in continuità con il gioco di ruolo più reale.

L'editor, senza mezzi termini, è uno dei più completi e personalizzabili dello scenario, seppur forse avrebbe giovato di più varietà estetica negli eccellenti ritratti o nel vestiario. Ma si sa, negli isometrici bisogna rinunciare a qualche zuccherino per godersi tutto quel marasma di incantesimi e abilità in cui districarsi, oltre all'allineamento perfettamente inglobato in questa trasposizione videoludica.

La vicenda si susseguirà nel più classico dei modi in una struttura ad atti, dove sarete voi a decidere non solo come si rapporterà il vostro personaggio alle vicende (attraverso scelte di allineamento, limiti temporali rispettati e via discorrendo), ma anche come verrà poi fuori il vostro personalissimo regno, controllato da una parte di gameplay che fonde uno spirito gestionale al dominio ruolistico, azzeccando in pieno quello che è l'equilibrio ideale tra le due parti.

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Da entrambi i punti di vista, quindi narrazione e tono generale del gioco, Pathfinder: Kingmaker è un esempio ben riuscito di riproposizione non monotona dello scenario fantasy più solcato, meritato per grande parte anche grazie a una caratterizzazione dei compagni dell'eroe più che eccellente, seppur apparentemente stereotipata. Se siete più tipi da spada e scontri, vi attendono diverse difficoltà selezionabili, un'infinità di incantesimi riportati alla lettera dai manuali del gioco e altrettante passive/incantamenti da assegnare a ogni livello.

Ma già vi vediamo, a voi giocatori meno numerici, storcere il naso di fronte alla prospettiva di micromanaging di ogni componente del gruppo (che non vi nascondiamo essere bello folto). Comprensibile, ed è per questo che Pathfinder: Kingmaker pensa anche a coloro che sono qui per la storia e il fantastico, garantendo numerose opzioni che facilitano enormemente il gioco, o rendendolo più difficoltoso se invece siete della parte opposta della barricata. A prescindere da come la pensiate sull'esperienza definitiva, quello che vogliamo sottolineare qui è l'accessibilità totale nell'uno e nell'altro senso, un fattore importante da far emergere specialmente quando si parla dell'eterogeneo pubblico casalingo.

Leggi anche Pathfinder - seconda edizione: la recensione, la vecchia scuola è più forte che mai

Lo stesso però non si può dire per i giocatori di livello intermedio, quelli desiderosi di provare Pathfinder e già conoscitori delle meccaniche da gioco di ruolo. Se si è completamente estranei a Pathfinder vi ritroverete infatti a farvi più domande che a ottenere risposte dalle spiegazioni in gioco, il quale non disdegna di lasciare molti dei suoi sistemi nascosti al giocatore meno pratico di terminlogie, algoritmi e universo di gioco. Il glossario viene in aiuto per quanto riguarda la narrazione, mentre il tutorial spiega le strette basi necessarie a giocare, tutto il resto però è lasciato o alla vostra comprensione o alla volontà di cercare qualche informazione in più sui manuali e nella rete, cosa che tutto sommato non dovrebbe accadere soprattutto alla luce delle numerose opzioni citate nei paragrafi precedenti.

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Scelte e conseguenze

Veniamo invece al succo della Definitive Edition e al porting su console, per capire cosa effettivamente cambia dalla versione originale e se l'esperienza su console è resa al massimo del suo potenziale. L'aggiornamento alla Definitive Edition, in concomitanza con il rilascio su console, ha apportato una serie di modifiche anche su PC, le stesse poi immesse su console.

La più grande aggiunta è senza dubbio la modalità a turni, assolutamente preferibile per il gioco su console vista la difficoltà nel muovere il puntatore con le levette. Lo studio Owlcat questo lo sa bene, e infatti ha fatto in modo che il giocatore possa passare da una o l'altra impostazione semplicemente premendo un tasto e senza ricorrere a qualsivoglia menù, anche nel bel mezzo di un combattimento già avviato.

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Questo, a nostro giudizio, è un enorme punto a favore per chi valuta l'acquisto di un RPG isometrico su PlayStation 4 o Xbox One, proprio perché permette di avere la dimensione tattica negli scontri più impegnativi, mentre il tempo reale può essere usato nel momento in cui si è abbastanza autosufficienti per percorrere un dungeon senza per forza sprecare ogni incantesimo. Nella nostra prova su PS4, tale funzione è risultata cruciale per risparmiare tempo di gioco, oltre che per evitare di precludersi una particolare tipologia di esperienza per tutta la partita.

Ottime notizie arrivano anche dal lato dell'ottimizzazione, pulita e fluida il più delle volte, se non per qualche calo di frame nelle scene più concitate e un eccessivo tempo di salvataggio, perdonato dall'automatismo sempre presente. A parte qualche singhiozzamento sporadico, dei bug occasionali di poca rilevanza e un menù ancora troppo complesso nell'utilizzo, la conversione di Pathfinder: Kingmaker è ben eseguita, abbastanza da poterci beare della spiccata estetica del gioco senza sentirci frustrati dal dover attendere dai 30 ai 60 secondi per ogni area in cui si entra, circostanza che Owlcat si è ben guardata dal far avvenire anche nei luoghi più ampi della sua terra. Anche qui, i nuovi giocatori della Definitive Edition non avranno assolutamente nulla da invidiare ai veterani di Kingmaker.

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