Predator: Hunting Grounds | Recensione
Il ritorno di Predator: Hunting Grounds su PS5 e Xbox Series X|S rappresenta una specie di nuovo inizio per il gioco multiplayer.
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a cura di Andrea Riviera
Managing Editor
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Pro
- Graficamente è molto migliorato
- L'idea è divertente
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Contro
- Contenuti troppo limitati
- Il feedback delle armi è ancora insufficiente
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto

Predator: Hunting Grounds
Il ritorno di Predator: Hunting Grounds (acquistabile su Amazon) su PS5 e Xbox Series X|S rappresenta una specie di nuovo inizio per il gioco multiplayer asimmetrico di IllFonic ispirato al celebre franchise cinematografico nato nel 1987.
Lanciato originariamente su PS4 e PC quattro anni fa, il titolo aveva ricevuto un'accoglienza piuttosto tiepida, con critiche soprattutto legate a problemi tecnici e limiti nei contenuti. Oggi, con una versione aggiornata, il gioco punta a rinnovare l’interesse nei confronti dell’universo di Predator, grazie a miglioramenti grafici e di prestazioni. Ma queste novità sono sufficienti a giustificare un secondo acquisto, oppure si tratta di un semplice restyling tecnico? Scopriamolo.
Cosa c'è di nuovo
Partiamo subito con l'aggiornamento più importante di questa nuova edizione: il supporto al cross-play tra tutte le piattaforme. I giocatori su PS5, Xbox Series X|S (per la prima volta su console Microsoft) e PC possono ora affrontarsi senza limitazioni, ampliando così il bacino d’utenza e facilitando l’organizzazione delle partite. Questo è un grande passo avanti per un gioco che, fin dal suo lancio, ha sofferto di problemi nel matchmaking, con attese talvolta prolungate per trovare una partita completa.
Sul fronte dei contenuti, Predator: Hunting Grounds introduce un nuovo Predator ispirato al film Prey, una novità che farà sicuramente piacere agli appassionati della saga cinematografica. Questo aggiunge un tocco in più all'esperienza di gioco, ma va sottolineato che gran parte dei nuovi contenuti, inclusi molti dei cosmetici e delle personalizzazioni, sono a pagamento.
Per i nuovi giocatori, invece, il pacchetto completo rappresenta un’esperienza più rifinita rispetto a quella del 2020. L’introduzione di nuovi contenuti e il miglioramento delle prestazioni tecniche rendono questa versione una scelta solida per chi si avvicina al gioco per la prima volta.
La struttura del gameplay di Predator: Hunting Grounds rimane invariata. Il gioco è fortemente basato sul multiplayer asimmetrico, dove quattro giocatori umani devono completare missioni mentre un quinto interpreta il letale Predator. La tensione e l'adrenalina che si provano nel dover collaborare con i compagni per sfuggire al Predator, o nel cacciare con abilità sovrumane la squadra avversaria, sono ancora i punti di forza del titolo e se ci si trova in gruppo con degli amici è persino divertente il più delle volte.
Il problema è che le missioni assegnate alla squadra umana variano di poco rispetto al passato: distruggere determinati obiettivi, raccogliere informazioni o proteggere luoghi chiave. Questi obiettivi, sebbene funzionali, tendono a diventare ripetitivi dopo qualche ora di gioco. La vera attrazione rimane il Predator, che con la sua gamma di armi e abilità, tra cui l’iconico mimetismo, le trappole laser e la visione termica, continua a essere il protagonista indiscusso dell’esperienza.
I contenuti inediti però sono davvero limitati, con mappe e modalità che non sono diverse da quanto visto già nel gioco originale. Insomma, ci aspettavamo qualcosina di meglio.
Nuove migliorie tecniche
Dal punto di vista tecnico, Predator: Hunting Grounds fa un importante balzo in avanti rispetto alla versione precedente. Su PS5 e Xbox Series X|S, il titolo gira finalmente a 60 fps stabili, offrendo un'esperienza di gioco drasticamente più fluida e soddisfacente. Questo è un grande miglioramento rispetto al framerate altalenante che caratterizzava l’edizione su PS4, dove i cali di prestazioni minavano l'immersione, soprattutto nei momenti più frenetici delle battaglie tra Predator e umani.
Oltre a una maggiore fluidità, il dettaglio grafico è stato notevolmente affinato. Le texture ora si caricano in modo più rapido e preciso, eliminando quei fastidiosi ritardi che spesso disturbavano il gameplay nella versione precedente. La risoluzione in 4K permette di apprezzare meglio i dettagli degli ambienti della giungla, le armature del Predator e le armi dei soldati. L'aliasing, uno dei difetti più evidenti nella versione originale, è stato quasi completamente eliminato, rendendo l'esperienza visivamente più pulita.
Nonostante ciò, alcuni difetti tecnici permangono. L'intelligenza artificiale dei nemici controllati dal computer rimane relativamente mediocre: i soldati umani seguono ancora pattern di movimento prevedibili e spesso non riescono a offrire una vera sfida. Questo è un aspetto che avrebbe meritato una maggiore attenzione.
Anche nel gameplay vero e proprio permangono dei grossi problemi: il feedback delle armi rimane insufficiente, non offrendo una grandissima soddisfazione durante lo shooting. Inoltre, sono ancora presenti numerosi bug che rovinano l'esperienza di gioco, come per esempio le compenetrazioni grafiche, granate che non partono e svariati glitch.
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