PS Jailbreak: Sony vince una battaglia, non la guerra

La chiavetta che permette di bypassare le difese di PS3, conosciuta con il marchio PS Jailbreak, non potrà essere venduta in Australia. Tuttavia per Sony è una vittoria a metà: rimane l'incubo PSGroove e potranno comunque essere vendute soluzioni simili sotto altro nome.

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a cura di Manolo De Agostini

La Corte Federale australiana ha reso permanente il divieto di vendita nel paese della chiavetta PS Jailbreak (PS Jailbreak in pericolo, Sony si gioca la carta legale). La soluzione permette di far funzionare copie di backup dei giochi e software homebrew sulla console Playstation 3 (PS Jailbreak, Homebrew e backup di giochi per la PS3). Tutte le chiavette dovranno essere consegnate alla Corte.

Stando alle parole di uno dei rivenditori coinvolti, il divieto di vendita (e importazione) è relativo in modo specifico ai prodotti con il marchio PS Jailbreak e non a tutte le soluzioni che s'ispirano a questa soluzione.

Dobbiamo inoltre chiarire un fatto emerso nelle nostre precedenti notizie: nel 2005 la Corte Suprema australiana non ha reso legali tutte le modchip, bensì solo un tipo specifico. Il rivenditore ha anche precisato che nonostante la sconfitta, le aziende coinvolte non dovranno pagare le spese legali di Sony (fonte: Kotaku).

L'azienda giapponese ha quindi portato a casa una vittoria di Pirro, poiché non blocca la vendita di prodotti simili alla PS Jailbreak. Sappiamo inoltre che la comunità open source sta lavorando a PSGroove, una soluzione ancora artigianale ma efficace (PSGroove, l'hack open source per la Playstation 3).

Sembra proprio che Sony dovrà iniziare a pensare alle controffensive tecniche (PS Jailbreak, Sony in grado di rilevare l'hack?), più che a quelle legali. Nei mesi a venire assisteremo sicuramente a una battaglia tra hacker e Sony senza esclusione di colpi.