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Railway Empire Complete Collection - Recensione della versione PS4

Railway Empire torna su PlayStation 4 due anni dopo, ma stavolta in un'edizione completa con tutti i DLC, pronti a condurci fuori dai confini americani.

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a cura di Mario Petillo

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Se un tempo il genere gestionale sembrava dovesse essere relegato esclusivamente al PC, è oramai prassi da diversi anni che molti dei titoli di punta che richiedono un'attività manageriale stiano emigrando, anche se in maniera timida, verso il parco console a disposizione del mercato videoludico. Uno dei primi esempi è stato sicuramente Two Point Hospital, sequel di quell'acclamatissimo titolo che ci aveva spinto a gestire le nostre strutture sanitarie private e a difenderci dall'assalto delle più strambe malattie possibili.

Non da meno, adesso, sempre per mano di Kalypso Media, il publisher che più di tutti strizza l'occhio alla massificazione del genere, Railway Empire, che dopo esser stato pubblicato su PlayStation 4 nel 2018, è arrivato recentemente anche su Switch. La console ibrida di Nintendo ha accolto durante il mese di giugno anche Xcom 2, in quella operazione di porting che ha coinvolto i tre titoli di punta di 2K, e sta sdoganando la presenza di strategici e manageriali sin dai tempi di Mario + Rabbids. In questo percorso rientra, quindi, il potenziamento di Railway Empire, che arriva adesso con la sua Complete Collection su PlayStation 4, proponendo il titolo base con tutti i DLC annessi, per un'esperienza completa a bordo dei treni.

Il simbolo della nostra rivoluzione

Railway Empire all'interno della propria nicchia va a scavare un ulteriore cunicolo che conduce in una caverna ancora più nascosta: perché se i titoli manageriali strizzano l'occhio a una ristretta platea di videogiocatori, il titolo di Kalypso guarda a chi è prettamente interessato alla cultura americana, al sogno di una rivoluzione industriale e alla passione per i treni, pronti a collegare le numerose città degli Stati Uniti d'America con il prodigio dei binari e delle locomotive.

Mantenendo forte il leitmotiv che era stato già di Railroad Tycoon e Sid Meier's Railroads, che negli anni 2000 avevano già dettato la direzione giusta per collegare le due coste americane, Railway Empire adesso prova a condurci anche fuori dai confini americani: se la carriera, quindi, partirà esattamente da là dove abbiamo lasciato il titolo base, i DLC ci spingeranno in Europa, in Messico, nel Regno Unito e anche in Irlanda, alla ricerca di nuove steppe da ricollegare con la forza del vapore e dei cingoli. Andiamo, però, per gradi.

Ci troviamo tra il XIX e l'inizio del XX secolo, nel pieno dell'evoluzione del treno: è il 27 settembre del 1825 quando la Locomotion n.1 traina il primo treno commerciale della storia, sulla tratta che da Stockton-on-Tees porta a Darlington: passeggeri comuni, ma anche carri miniera, tutti a una velocità di 9 chilometri orari, quasi il doppio di quanto possa compiere oggi una persona a piedi, ma senza carichi in spalle. Un'evoluzione che di lì a poco avrebbe portato nel 1839 la prima ferrovia da Napoli a Portici, in Italia, fino ad arrivare una rete che nel 1869 negli Stati Uniti percorreva 4600 chilometri in appena quattro giorni, andando da San Francisco a New York.

La società industriale partiva da lì, dal sogno di un collegamento che potesse ridurre le distanze e dare vita a una realtà sociale: il pendolarismo. Di lì a poco il treno divenne un simbolo dello sviluppo societario, nonché una bandiera della nostra civiltà: basti pensare al funerale di Abraham Lincoln, gestito con nove carrozze, o anche a come nella cultura popolare sia poi diventato famoso l'Orient Express, il treno più famoso al mondo.

Single player sacrificato, ma Scenari fortificati

Partendo da questa base, dal fascino che i treni riescono ad acquisire nel tempo - al netto delle numerose problematiche oggigiorno ce li hanno resi fastidiosi e mal digeriti - Railway Empire ci chiede un solo importante compito: collegare il mondo con i binari. La proposta ludica parte così dalla campagna, una modalità divisa in cinque capitoli che non fa altro che accompagnarvi attraverso un enorme tutorial, pronto a spiegare tutte le meccaniche, inizialmente ingarbugliate, del gioco: grazie a questi cinque segmenti narrativi avremo la possibilità di andare a scoprire anche alcuni momenti della storia dell'evoluzione del treno, mettendovi nei panni di un magnate che deve necessariamente guardare al profitto. D'altronde la costruzione di migliorie, di strutture più efficienti, nonché di binari sempre più ramificati, passa dalla disponibilità economica di chi gestisce la linea ferroviaria.

Va da sé, insomma, che la campagna non fa altro che scimmiottare quella che oramai è quasi una prassi del genere, ossia sfruttare un single player con una sottile linea narrativa che fa da palliativo per introdurvi alle numerose e spesso capillari meccaniche di gioco, tutte intrecciate tra di loro e pronte a infilarvi in delle interfacce non sempre facilmente intuitive, ma comunque pronte a indirizzarvi verso il risultato sperato. Piuttosto, quindi, che propinarvi un tutorial fatto di numerosi documenti e di guida ai comandi più basilari, sacrificando una modalità single player che avrebbe soddisfatto solo chi non ha velleità di competizione reale, si passa a un tutorial comunque gradevole e che introduce subito all'esperienza definitiva.

Se questa modalità resta uguale rispetto alla versione base, a cambiare sono gli scenari, che vi offriranno varie possibilità: ognuno di essi vi metterà dinanzi a determinate caratteristiche da gestire, con dei parametri ben precisi ai quali affidarsi, con delle strategie da seguire per poter evitare la bancarotta e arrivare al risultato finale in maniera soddisfacente. Questo perché vi verranno fornite delle missioni, così come nel tutorial iniziale, che pretenderanno il raggiungimento di determinati obiettivi entro una data fornita.

Gli scenari saranno disponibili solo nella modalità apposita, dato che la campagna principale, quindi il tutorial, era stata pensata prima della pubblicazione delle espansioni: saranno in totale 15, accanto a quattro diverse mappe sfida. Accanto agli scenari ci sarà quella che è la modalità libera, un mondo a totale vostra disposizione per quanto riguarda la personalizzazione dei contenuti messi in campo: punti di partenza, fattorie, collegamenti e potenziali avversari saranno a vostra totale discrezione, senza vincoli.

L'aspetto più interessante di Railway Empire, però, lo si ritrova nella modalità Sandbox. Sebbene sia stata sdoganata la meraviglia riservata a tale modalità, che fino a qualche anno fa riusciva sempre a far comparire un sorriso inebetito sul volto dei videogiocatori che si sentivano in grado di poter fare tutto, aspettarsi oramai una tale proposta in un manageriale è abbastanza scontato: ecco, quindi, che questa modalità vi permetterà di abbattere qualsiasi tipo di paletto, andando a costruire all'infinito ciò che volete, inserendovi in un contesto che, scevro da obiettivi e richieste infinite, vi farà quasi sentire nella vostra stanza allestita con un modellino pronto da personalizzare.

I problemi che l'edizione completa porta con sé

La Complete Collection di Railway Empire continua a portarsi dietro, però, i numerosi problemi che già erano stati segnalati nella versione base del gioco, sintomo del fatto che quella dinanzi alla quale ci troviamo è semplicemente un'edizione allargata alle espansioni pubblicate in questi due anni e non una correzione di alcuni aspetti che rendevano poco gradevole l'esperienza finale. Dalle tabelle non sempre precise e che tra l'altro rendono impossibile la personalizzazione dell'ordine dei dati che ci interessano, fino a un cursore non sempre adeguato ad agganciare i punti in cui poter effettuare determinate azioni come costruire un binario o impostare una deviazione, si finisce per ritrovarci dinanzi a un manageriale che aveva - e ha - delle buone prospettive di crescita e di intrattenimento, ma una resa non sempre ottimale.

L'aspetto simulativo è in ogni caso salvo, nonostante i due anni trascorsi, e con un engine che performa abbastanza bene e restituisce un livello di dettaglio gradevole per quelli che sono i benchmark dei manageriali, ci ritroviamo dinanzi a un'esperienza gradevole, in grado di trasferire quella giusta e vera passione per le locomotive e per i treni. Come potete immaginare siamo dinanzi a una nicchia davvero molto ristretta, ma per tutti gli appassionati di treni che non hanno la disponibilità domestica di allestire un plastico di una intera città o di una ferrovia con vicino campagne e rifornimenti, questa può essere la giusta soluzione. Soprattutto per poter godere, adesso, dell'espansione al di fuori degli Stati Uniti, sfruttando tutti gli otto DLC: Messico, Great Lakes, le Ande, Regno Unito, Francia, Germania, Nord Europa e Down Under.

Railway Empire Complete Collection è disponibile su Amazon.

Voto Recensione di Railway Empire Complete Collection - PS4


7

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Buona gestione del tutorial, integrato nella campagna

  • - Scenari aggiuntivi validi, con sfide interessanti

Contro

  • - Cursore poco preciso

  • - Tabelle non sempre di grande aiuto

  • - Su console ha chiaramente meno appeal rispetto al PC

Commento

Con gli otto DLC e le numerose nuove sfide e scenari proposti in questa complete collection, Railway Empire torna a distanza di due anni dalla prima release con le medesime forze, ma anche i medesimi problemi. Pensato per gli appassionati di treni e per chi ama il fascino della rivoluzione industriale che collegò l'America da costa a costa nel XIX secolo, il titolo si propone a quella nicchia decisa a dar vita alla propria rete ferroviaria non solo negli Stati Uniti, ma in qualsiasi zona del mondo.

Informazioni sul prodotto

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