Recensione Railway Empire - Un treno da non perdere

Railway Empire ci porta negli ancora giovani Stati Uniti per costruire la ferrovia che ha plasmato il Paese.

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a cura di Matteo Lusso

Railway Empire

 

È l'epoca dei treni, è il momento di conquistare il grande Ovest da costa a costa costruendo il nostro impero ferroviario binario per binario.

Railway Empire

CONTRO: Alcune semplificazioni; è fin troppo facile guadagnare; la concorrenza non gestisce i treni in modo realistico.

VERDETTO: Railway Empire è ciò che gli appassionati di strategici e gestionali a tema ferroviario aspettavano da tempo. Grande flessibilità nel costruire i binari e profonda simulazione economica sono il mix perfetto per molte ore di divertimento.

Una delle invenzioni che più plasmarono il Selvaggio West americano nell'800 è il treno. Le strade di metallo su cui viaggiavano le locomotive trasformarono il paesaggio e portarono la civilizzazione in ogni angolo, dalla costa Est a quella Ovest.

Railway Empire è lo strategico e gestionale che ci riporta indietro a quell'epoca nei panni di magnante delle ferrovie, ripercorrendo un secolo di conquiste tecnologiche e prendendo parte alla costruzione della lunga Ferrovia Transcontinentale.

Durante la nostra prova con la versione PC, abbiamo apprezzato la solidità delle meccaniche, che premiano una gestione occulata e attenta dei tracciati ferroviari, soprattutto in modalità Realismo.

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Due treni non possono infatti passare sullo stesso binario, quindi bisogna costruirne di paralleli e utilizzare scambi e segnali per consentire il passaggio senza intoppi o lunghe attese. All'inizio, con pochi convogli attivi, è abbastanza semplice ma più si avanza più la complessità aumenta, specie quando alcune stazioni diventano degli snodi importanti per la nostra rete.

Lo strumento da utilizzare per progettare le nuove tratte è semplice da usare. Si clicca nei punti della mappa in cui si vogliono far passare i binari e il percorso è generato automaticamente, già livellato con ponti e tunnel. Una bassa pendenza è ottima per far viaggiare velocemente le locomotive, ma l'opera potrebbe diventare eccessivamente costosa per le nostre finanze.

Bisogna poi tenere conto degli scambi, degli spazi necessari per inserire un nuovo collegamento, aggiungere la segnaletica di precedenza e senso unico, creare passaggi alternativi evitando aree con il traffico troppo congestionato e, in generale, pianificare tutto in anticipo.

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I nostri intricati svincoli attorno a Indianapolis funzionano bene, mentre alla CPU (in giallo) basta un solo binario.

Gli sviluppatori sono riusciti a confezionare un sistema di costruzione non esegeratamente complesso e in gran parte gestito autonomamente, senza quindi la necessità di attivare manualmente un segnale o uno scambio.

Nel complesso è soddisfacente e alla portata di tutti, anche se sono presenti alcune semplificazioni. Un treno che raggiunge una stazione e deve tornare indietro, scompare per un attimo e ricompare nella giusta direzione, a causa dell'assenza delle piattaforme girevoli. 

In ogni caso, si tratta più di un dettaglio che non pregiudica l'esperienza. Anzi, vedere all'opera l'algoritmo che gestisce tutti i treni è entusiasmante. Solo in rarissimi casi qualche convoglio resta immobile quasi senza motivo, ma analizzando bene la rete ferroviaria la colpa era sempre nostra.