Recensione Hob, un puzzle meccanico da risolvere

Runic Games, dopo un po' di anni di attesa, pubblica finalmente Hob: un gioco di azione e avventura carico di fascino e mistero.

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a cura di Danilo Iaccio

Hob

 

Dopo il successo di Torchlight, Runic Games ritorna con un nuovo e interessante gioco, ricco di fascino e mistero.

Hob

CONTRO: Telecamera non sempre perfetta; i combattimenti meritavano più cura; su PS4 non ancora ottimizzato al meglio.

VERDETTO: La nuova avventura degli autori di Torchlight è un'esperienza coinvolgente e ben confezionata. Il viaggio nel mondo di Hob lascerà sicuramente un bel ricordo, merito di un lavoro artistico dal forte impatto e di un level design degli ambienti di gioco certosino, esaltato da fasi platform e di puzzle solving ben bilanciate. Le criticità le troviamo nelle fasi di combattimento non approfondite e curate al meglio e un'ottimizzazione generale nelle versione PS4 non ottimale. L'esperienza di gioco non viene vanificata dalle incertezze tecniche, ma consigliamo a chi vuole prendere il gioco sulla console Sony di aspettare una patch risolutiva che non dovrebbe tardare ad arrivare.  

Runic Games riesce a portare finalmente Hob su PC (Steam e GOG) e PS4. Dopo il successo dei due capitoli di Torchlight, la software house statunitense si lancia in un progetto del tutto diverso: un gioco platform e d'azione che si porta avanti a colpi di spada e risolvendo enigmi ambientali.

Le immagini di Hob sono potenti e ricche di stile. Si percepisce al primo sguardo che il mondo immaginifico creato dai ragazzi di Runic Games sta per trasportarci in un luogo fantastico. O almeno, lo era, prima che una strana epidemia infettò tutto e tutti gettando il mondo in rovina.

È qui che ha inizio l'avventura, con i primi istanti di gioco che ci vedono risvegliati da un guardiano di metallo nei panni di un misterioso robot con il mantello. Nelle prime fasi, che fungono anche da tutorial ai comandi base, impariamo a nostre spese gli effetti dell'epidemia. Infatti il braccio del protagonista viene a contatto con la strana sostanza rosastra e il guardiano protettore accorre in nostro aiuto amputando il braccio. Il protagonista si risveglia con l'arto sostituito dal braccio-guanto del guardiano.

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Lascia che siano le immagini a parlarti

Una delle caratteristiche peculiari di Hob è la sua narrativa senza dialoghi e testi. La comunicazione è tutta basata sui gesti e sull'interazione con le forme di vita presenti sul pianeta. Sono le immagini e i suoni a raccontarvi la storia.

Propria questa sua peculiarità, unitamente alla struttura e al mondo di gioco, avvicinano la creazione di Runic Games a una sorta di ibrido fra Zelda, ICO e Shadow of the Colossus. Un grande pregio della produzione, nonostante l'utilizzo di un tipo di narrazione rischiosa, è quello di farci sentire da subito parte integrante di un mondo affascinante e misterioso. Come se, al di là delle nostre azioni, fossimo il pezzo di un ingranaggio più grande.

Hob

Il gameplay di Hob spinge il giocatore a esplorare l'ambiente circostante, saltare sulle piattaforme e capire in che modo avanzare, tirando leve, attivando generatori e schiacciando pulsanti. Il pianeta stesso è come un grosso rompicapo che a noi tocca risolvere e mettere a posto.

Gli enigmi ambientali non sono mai troppo complessi, così come le abilità richieste nel salto per passare da una piattaforma all'altra. Entrambe le fasi sono ben bilanciate, penalizzate in alcune situazioni solo da una telecamera non sempre perfetta, ma a gratificare di più è il level design degli ambienti. Il paesaggio andrà a modificarsi costantemente di pari passo con le nostre azioni, aprendo nuove aree da scoprire ed esplorare.

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